23. Zero gelsomino

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Avete presente le ultime scene di un film, i fotogrammi finali, nei quali i protagonisti si incamminano verso l'orizzonte e tutto sembra perfetto?

È più o meno quello che io e Punkie stiamo facendo.

Ma noi non abbiamo un orizzonte poi così bello verso il quale camminare, né ci teniamo per mano con il sorriso sulle labbra. Perché non è da noi. Perché io e Punkie non saremo mai quel tipo di coppia. Io e Punkie non siamo nemmeno una coppia.

"Io e te stiamo insieme." Affermo. No, non è una domanda, né una proposta. È la mia decisione. "Da oggi."

"Posso rifiutarmi, per il bene della mia sanità mentale?" Mi chiede lui. Si ferma sul posto, drammatico. In effetti il giardino della scuola, con i suoi alberi rinsecchiti e il suo paio di fili d'erba verde pallido, non è lo scenario più bello. Forse ha semplicemente deciso di arrendersi ancora prima di fiorire, consapevole che una rosa come me frequenta questo liceo. Provoco complessi di inferiorità persino alla natura.

"No, Domenico, smettila di tentare di scappare da me." Sbuffo. "Hai firmato la tua condanna quando mi hai trascinata al cinema contro la mia volontà. Ho ancora il tuo anello, te lo ricordi?"

"Posso riaverlo? I miei seguaci stanno avendo crisi esistenziali da quando ce lo hai tu." È così serio, che potrei credere che non stia scherzando. Ma poi la linea sottile che sono le sue labbra si sgretola per andare a comporre un sorriso.

"Governo io il regno da adesso in poi, Satana."

"Proprio il posto che fa per te, dolce anima scappata dall'inferno." Commenta lui. Oh, siamo passati ai nomignoli! Non è un amore? "Te lo concedo solo per come hai gestito la situazione oggi pomeriggio. Anche se..."

"Anche se... Cosa?" Punto i miei occhi dello stesso colore dei suoi su quell'espressione indecifrabile. Punkie alle volte mi fa paura. Se io mostro chiaramente di cosa sono capace, lui è sempre misterioso su quello che sta tramando, il che lo rende più pericoloso della sottoscritta.

"Lo sai che ora è il mio ragazzo, vero?" Sono oltraggiata dal modo in cui imita la mia voce da usignolo con quel suono acuto e stridulo che farebbe impazzire anche Gandhi. "Sul serio, Hera?"

"Lo sai che ora sei il mio ragazzo, vero?" Ripeto. Sono indecisa se definire queste parole come una minaccia o se considerarle solo come un promemoria che riemergerà spesso in futuro. "Lo sai?"

"Finiscila di ricordarmelo." Sospira lui, passandosi una mano sul viso. Se si strofina un altro po' gli occhi, passerà da essere Punkie a essere Pandie. "In che situazione mi sono cacciato."

"Troppo tardi per avere ripensamenti, principe del male." Alzo le spalle, mentre sul mio viso disegno un sorriso compassionevole. Mi sfilo il suo anello dal pollice e lo rimetto al suo indice, da dove l'ho preso. "Hai indossato l'anello. Benvenuto."

Punkie vorrebbe trattenersi dal ridere e squadrarmi con il suo sguardo cinico, ma non ci riesce. Ride di gusto, e io ne approfitto per riappropriarmi dell'anello. "Era un gesto simbolico, il mio. Questo lo tengo io."

Lui si limita a scuotere la testa, alzando gli occhi al cielo. "Sì, lo immaginavo."

"Però puoi avere questa." Dopo qualche difficoltà, riesco a slacciare la collana che non tolgo praticamente mai, se non quando mi devo fingere Hestia. D'altra parte, una H tempestata di strass stonerebbe sopra l'abbigliamento Addams collezione primavera/estate 2019 che veste mia sorella. "Mettila."

"Vuoi davvero che io mi faccia vedere in giro con questa al collo?"

"Oh, certo, hai ragione. Non porteresti mai qualcosa di così appariscente. Mr. Cresta Fucsia." Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto. "Mi serve per marcare il territorio."

Una ragazza come teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora