Fatal Fate

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Si narrano molte leggende sui Sette Mari,

racconti ambientati nelle profondità più oscure,

miti riguardanti mostri marini e creature maligne,

ma nessuna storia è mai stata più idillica e funesta

di quella del capitano Ferrow e della sua Isobel.

Tristan Ferrow non era nato sotto una buona stella: non era figlio di conti o baroni, né di mercanti, contadini o uomini della servitù; non possedeva nulla, se non una piccola abitazione in legno che si affacciava sul porto della città in cui era nato, che sembrava più un cumulo di macerie che una dimora. Tutto quello che Tristan aveva sempre saputo della sua famiglia era che suo padre era sparito in mare quando lui era appena in fasce e che sua madre lo aveva lasciato orfano troppo presto, a causa di un inverno troppo lungo e severo. Il ragazzino, trovandosi abbandonato, non ebbe altra scelta se non quella di offrirsi come mozzo sulla prima nave di commercianti che attraccò al porto, lasciandosi alle spalle la vita sulla terra ferma. Il fato però sembrava essere avverso a Tristan: solo dopo tre mesi di navigazione, la nave in cui si trovava fu attaccata da un veliero di pirati, i quali, com'era loro consuetudine, non risparmiarono nessuno se non i ragazzini, ritenuti ancora plasmabili ed ammaestrabili alla vita dei fuorilegge dei mari. Tristan, in quella notte di bufera, spaventato ma pronto a cambiare nuovamente vita, fu l'unico a salire sulla nave dalle vele nere, dopo che il Capitano Hector, detto Fendilama per la sua abilità con la spada, lo aveva interrogato.

«Sei pronto a diventare un pirata, ragazzo? A solcare i mari in tempesta, a saccheggiare, rubare, senza guardarti indietro? Ad affrontare mostri e creature di cui hai sentito parlare solo nelle favole?».

Tristan non esitò. «Lo sono.»

Il capitano Hector durante gli anni si era molto affezionato al ragazzino, che aveva palesato fin dalla prima notte sul veliero un grande interesse per la pirateria e la sua storia: Hector ne era rimasto sorpreso, mai negando a Tristan una nuova storia o un'altra avventura. Il ragazzino era volenteroso, deciso ad imparare ogni cosa gli venisse insegnata, dalle tecniche di navigazione alle abilità legate alle armi, e si era mostrato subito coraggioso e risoluto, incline alla vita di un pirata, come magari molti altri componenti della ciurma non erano mai stati.

Negli anni che trasformarono Tristan da un gracile ragazzino ad un robusto giovane adulto, le avventure non mancarono: il famoso Fendilama ed il ragazzo ormai suo braccio destro combatterono numerose battaglie, contro uomini di ogni ceto sociale e per le ragioni più svariate, che spesso però riguardavano tesori nascosti e leggendari, ed anche contro mostri marini di ogni sorta. Tristan aveva presto imparato, una volta sul veliero, che i mostri e le creature di cui sua madre gli aveva raccontato quando era molto piccolo esistevano davvero, e non erano solo favole per spaventare i bambini e farli comportare bene: quei mostri erano veri ed era sempre meglio non farli arrabbiare. Tristan però, cocciuto e curioso com'era e cresciuto sotto l'ala di Hector, seguendo il suo esempio di capitano senza paura, di mostri ne aveva affrontati tanti, a volte per caso, spesso di proposito: molti erano a guardia di tesori o isole che Fendilama intendeva scoprire, altri erano talmente leggendari che il capitano voleva essere ricordato come colui che li aveva affrontati e sconfitti. In questo modo, quando Tristan vide la sua ventesima estate, aveva conosciuto, combattuto ed aiutato ad uccidere, con suo grande diletto e interesse, ogni tipo di mostro: granchi giganti, mutaforma che parevano esseri umani ma che in realtà erano mostri pieni di squame e pinne, guardiani del mare, ninfe delle acque, balene che parevano invincibili e pescecani più grandi del loro intero veliero.

Fu proprio durante il suo ventesimo anno che Tristan dovette dire addio al capitano, alla figura che più si era avvicinata ad un padre in tutti quegli anni. Avevano sempre cercato insieme i mostri, le creature delle più oscure profondità degli abissi, impazienti di vedere come fossero in realtà, se le storie su di loro fossero veritiere o troppo fantasiose, per poi combatterle e far sapere al mondo intero che loro, Fendilama ed il figlioccio, stavano diventando i veri re dei Sette Mari.

Fatal FateWhere stories live. Discover now