Aiuto inaspettato

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"P...Potter?" balbettò Nott, con la faccia di uno che aveva appena visto un fantasma.
"Nott? Che diavolo ci fai qui? Tu non sei un Prefetto..." disse Harry, affannato ed ancora in tenuta di Quidditch, aveva finto un lieve malore per tornare prima al castello.
"Se è per questo neanche tu, carissimo Grifondoro." Theodore riprese subito il controllo della situazione.
Harry tirò fuori la bacchetta e la puntò al viso del compagno "Stai fermo o ti schianto, sei in combutta con Zabini contro Hermione e Malfoy, dì la verità!"
La faccia di Nott cambiò radicalmente "Zabini contro Draco hai detto? Che ne sai di questa storia?"
Harry notò la sua espressione stupita, e non sembrava affatto lo stupore di chi viene colto sul fatto quanto quello di invece scopre qualcosa.
"So quanto basta per sapere che è meglio vegliare sulla mia migliore amica, visto che delle Serpi non ci si può mai fidare!"
Nott lo guardò serio "Servirebbe a qualcosa se ti dicessi che quasi sicuramente abbiamo lo stesso scopo?"
Harry sgranò gli occhi, ma non ebbe il tempo di dire nulla, dei passi sulle scale sopra di loro segnalarono l'arrivo di qualcuno.
"Stanno arrivando, andiamo via... sbrigati!
Harry non potè far altro che seguire il suo consiglio...
Qualche minuto dopo, quando furono in un corridoio sicuro, Harry si voltò verso il compagno.
"Prima hai detto che hai il mio stesso scopo..."
"Sì..." rispose Theodore, ansimante. Era decisamente fuori allenamento in quel periodo.
"Non mi sono mai fidato di Blaise, così ho deciso di seguire Draco stanotte visto che penso che stia macchinando qualcosa su lui e la Granger."
Harry guardò il Serpeverde.
Avrebbe fatto bene a fidarsi di lui? Doveva dirgli le reali intenzioni di Zabini?
Non riuscì a decidere.
Nott continuò "Oggi l'ho sentito parlare con Pansy Parkinson della ronda di stasera e che lui li avrebbe seguiti... per questo sono qui, per capirne di più. "
Doveva essere veramente preoccupato per raccontare una cosa così proprio ad un Grifondoro e neanche ad uno qualunque, bensì a lui, il nemico del suo migliore amico; pensò Harry, corrucciato.
Alla fine decise di fidarsi, non aveva poi molta scelta, erano entrambi fuori dal letto dopo l'orario del coprifuoco ma c'era anche qualcosa in lui che gli fece credere che Nott fosse in buona fede.
"Spero di non sbagliarmi..." pensò, prima di iniziare a raccontargli tutto quello che gli aveva detto Hermione.

La ragazza non riuscì a dire una sola parola mentre Malfoy si girava, dandole le spalle.
"Accetto la proposta di finire la ronda ognuno per conto suo. "
Hermione riuscì a stendo a trattenere le lacrime.
Ma perché stava soffrendo tanto in quel momento?
Non era forse riuscita ad ottenere il suo scopo? Doveva essere contenta.
"Io...ho perso completamente la testa per lui... "pensò limpidamente, senza neanche rendersene conto. Finalmente ammise a se stessa cosa fosse quel sentimento così bello e pericoloso che stava provando. Si stava innamorando.
"Allora Mezzosangue..." la gelida voce di Malfoy spazzò via i suoi pensieri. Hermione notò subito il modo in cui l'aveva chiamata e, soprattutto, il tono con cui aveva pronunciato la parola "Mezzosangue." Nei giorni precedenti non aveva più provato quella sensazione spiacevole solo nel sentirsi chiamare in quel modo.
"Ho deciso di controllare i sotterranei e poi di andare direttamente in Sala Comune, tu controllerai il resto!" un ghigno maligno si disegnò sul volto del ragazzo.
Hermione si risvegliò dal suo torpore.
"Non sono assolutamente d'accordo!" disse con forza " Dobbiamo dividerci equamente le zone, non posso controllare tutto io! "
Malfoy le si avvicinò velocemente e le afferrò con forza entrambe le braccia, bloccandola.
"E questo chi lo avrebbe deciso? "sussurrò al suo orecchio sinistro, gelandole il respiro.
"Ahi... lasciami immediatamente! " riuscì a balbettare.
Cosa poteva fare? Harry sicuramente era ancora al campo ad allenarsi.
"Non verrà nessuno, maledizione! " pensò, cercando di controllare la paura.
"Malfoy non mi farà del male" cercò di pensare, ma era completamente sicura di questa cosa? Alla fine era stato rifiutato da lei, avrebbe voluto sicuramente vendicarsi... e poi, si chiese, era così sicura che non avesse provato a baciarla solo per fare un dispetto alla sua ex e non perché fosse realmente interessato a lei?
Questi pensieri la fecero stare malissimo.
"Non darmi mai più ordini, Granger, mai più...o ti ucciderò." sussurrò nuovamente Malfoy, fuori di sé dalla rabbia; strinse la presa sui polsi di Hermione fino a farla gemere di dolore.
Ma quel sibilo gli si spezzò in bocca, quando vide una lacrima cadere sullo stemma di Hogwarts .
La Granger stava piangendo.
Sentì il cuore accelerare vedendo Hermione abbassare lo sguardo, sconfitta.
Lacrime silenziose rigavano le sue guance arrossate.
Odiava vedere una donna piangere, gli dava disgusto, ma questa volta Malfoy capì che era diverso.
Stavolta vedere quelle lacrime gli aveva in qualche modo fatto male.
Draco le lasciò immediatamente le mani e, senza aggiungere altro, uscì dalla stanza con un'espressione indecifrabile.

D come Draco, M come MisoginoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora