Assolutamente Nulla (Tomco)

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Si sedette sul proprio letto e si distese subito dopo, con la testa piena di pensieri.
Una giornata trascorsa con Star e Tom, vedendoli abbracciati, mano nella mano... Era stanco. Era geloso. Ma, per la prima volta, non sapeva di chi essere geloso. Da poco aveva scoperto qual era lo scopo di Tom il giorno della luna di sangue: rendere il rapporto tra lui e Star "permanente". E, ripensando a ciò, ripensava al ballo...

Aveva afferrato Star, con la maschera in volto per mimetizzarsi tra gli altri demoni, e aveva iniziato a ballare con lei. E, mentre una parte del tetto si apriva lentamente, dando spazio alla luna color rosso sangue, sentirono un urlo di rabbia provenire dal fondo della sala da ballo. Il ragazzo dai tre occhi si era avvicinato ai due che stavano ballando e aveva cercato di riprendersi in qualche modo Star.
Ma qualcosa andò storto.
In un attimo, Marco si ritrovò a danzare con il demone, spinto da una forza invisibile che lo costringeva a muoversi. E non provava disgusto o altro, era solo... Confuso. Aveva guardato il volto di Tom, che ora era rilassato, con le labbra leggermente schiuse dallo stupore. Eppure, avevano continuato a danzare, a muovere i piedi sotto gli occhi di tutti.
E poi, come era iniziata, era finita. Si erano staccati non appena la luna aveva smesso di brillare in alto, non appena aveva smesso di seguirli in quella danza confusa.
E, quando si erano staccati, Marco avrebbe giurato di aver visto del lieve rossore sulle guance di Tom. Ma subito dopo quell'espressione aveva fatto spazio alla rabbia.

Ora che aveva capito, era nel panico.
Lui e Tom... Legati? E Star?
Com'era possibile?
E mentre tutte queste domande girovagavano nella sua testa, qualcuno bussò alla porta. Si sedette di colpo e cercò di assumere un'espressione abbastanza neutrale.
«Ehm... Avanti» disse Marco, guardando la porta. Essa si spalancò, rivelando proprio il demone dalla pelle violacea. Marco avvampò di colpo senza volerlo e distolse lo sguardo.
«Hey, amico» lo salutò Tom, entrando nella stanza. Si guardò intorno un attimo e poi si chiuse la porta alle spalle. "Amico" pensò Marco, sempre involontariamente.
«Hey... Dovevi... Dirmi qualcosa?» l'umano fece un passo indietro, come se volesse allontanarsi il più possibile da lui.
«Ho notato come ci guardavi, Marco. Non fare finta di nulla» rispose Tom, avvicinandosi a lui con un altro passo in avanti. Marco, da rosso com'era, impallidì e scosse la testa. «Senti, amico, non voglio problemi, okay?» affermò, con una lieve risata imbarazzata «facciamolo per Star. Lei vuole vederci andare d'accordo... Almeno, se non vuoi proprio stringere un legame, fai finta di essermi amico». Ogni parola era un pugnalata dritta al cuore.
Tom piegò la testa da un lato e, ad un suo ennesimo passo avanti, Marco indietreggiò ancora ed abbassò lo sguardo sui propri piedi, non riuscendo a sostenere il suo.
«Oh, ma il problema è che forse non vuoi essere proprio mio amico... O mi sbaglio?» affermò il demone, con una lieve risata. Marco rise a sua volta, però dal nervoso. «Non capisco di cosa tu stia parlando» rispose il moro, continuando a tenere lo sguardo basso. Allora Tom gli prese il viso tra due dita e glielo alzò, in un gesto abbastanza brusco e deciso. «Sai che non sopporto quando non mi guardano mentre parlo» gli disse, abbastanza nervoso, per poi prendere un respiro profondo. Marco arrossì più di prima e si sentì quasi schiacciato da quello sguardo, che adesso poteva solo ricambiare.
«So benissimo» continuò il demone «che non stavi guardando Star... Ma me. Riesco a percepire lo sguardo delle persone su di me».
"Por favor, Dios, ayúdame" pensò Marco, ma purtroppo non c'era altro da fare, se non dire la verità. Con un ennesimo passo indietro, si staccò da lui e si sedette sul letto, sospirando.
«Okay, senti» iniziò il castano «ho scoperto quella cosa del Blood moon ball: due anime che danzano sotto la luna rossa sangue, rimarranno unite per sempre...» recitò Marco, con una lieve risata scettica, e sollevò le braccia. «Oh, andiamo! È solamente una storiella per le coppiette tutto zucchero... No?» alzò lo sguardo su Tom, che adesso stava fissando un altro punto della stanza, in imbarazzo. Ci fu silenzio per un po', poi fu il demone a parlare, sedendosi accanto a lui: «È tutto vero, Marco. Ed io e te, quella sera... Abbiamo ballato insieme. Ed io ho sentito qualcosa, qui, nel petto...» si toccò all'altezza del cuore «e so che anche tu hai sentito la stessa cosa. Sono qui, appunto, per chiederti... Una specie di favore». Marco lo guardò dritto negli occhi, leggermente confuso, e lo esortò ad andare avanti con un gesto della mano.
Tom prese un lungo respiro.
«Baciami» disse.
Marco spalancò gli occhi e scoppiò a ridere. Una risata piuttosto nervosa. «Spero che tu stia scherzando!» esclamò. Quando poi notò che Tom era tutto fuorché divertito, smise di ridere. «Senti, a me non piacciono gli uomini e-» iniziò Marco, ma Tom lo zittì subito. «Nemmeno a me, cosa credi? Voglio solo... Vedere se sento di nuovo quella cosa nel petto. Se la luna aveva, in qualche modo, ragione» affermò lui, stranamente calmo.
In effetti non era una cattiva idea. Pur essendo ancora titubante, annuì ed accettò la proposta di Tom.
Il demone, allora, in modo abbastanza impacciato, gli prese il viso con una mano e avvicinò lentamente le labbra alle sue. Marco chiuse gli occhi e poggiò una mano su una sua coscia per avvicinarsi di più a sua volta. E, dopo che Tom ebbe sussurrato un "Star, perdonami", lo baciò.
Marco non aveva mai provato una sensazione simile in vita sua. Era come se avesse mangiato una caramella particolarmente frizzante; come se dei fuochi artificiali fossero esplosi nel suo stomaco; come se TestaDiPony avesse tenuto una festa nella sua bocca. Insomma, una sensazione mai provata prima, nemmeno con Jackie.
Quando, dopo poco, si staccarono, avevano entrambi gli occhi lucidi.
«Visto?» disse Tom, respirando po' a fatica. Non si erano baciati con la lingua, ma era come se si fossero mangiati a vicenda. «Nulla. Assolutamente nulla» rispose Marco, mentendo spudoratamente, continuando a guardarlo negli occhi.
Il silenzio cadde tra i due, ma non durò molto.
Si baciarono di nuovo, in modo più intenso, più famelico.
E, tra un bacio ed un altro, Tom sussurrò: «Assolutamente nulla, eh?»

[ANGOLO AUTRICE]
Questa one-shot l'ho fatta secoli fa, infatti non è poi tutto questo granché.
Se volete farmi delle richieste, sono sempre bene accette.

one shot, one killDove le storie prendono vita. Scoprilo ora