Parte 1 senza titolo

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Sentii il bisogno di andare al lago.
Avevo trascorso tutto il weekend con il piccolo Jason. Non vedevo mio cugino da quando era nato. Ero abituato a guardarlo nelle foto che mi mandava mia zia Jane, dal Canada. Cambiava da una foto all'altra. I bambini crescono in fretta. Dal vivo, con lui è stato fin dal primo momento un amore senza riserve. Siamo subito diventati migliori amici. Passavo con lui intere giornate, non ci stancavamo mai. A lui piaceva vincere sempre, non poteva essere altrimenti. Io invece raccoglievo la gloria alla fine, quando la stanchezza si faceva sentire, e lui si addormentava su di me. Un bambino meraviglioso.

Presi la macchina di mio papà ma non feci in tempo ad avvisarlo, dovevo scappare prima che Jason si accorgesse della mia mancanza. Mentre stavo chiudendo il portone del garage, vidi la sua faccia alla finestra del salotto. I suoi occhi lucidi, mi guardarono cercando di capire cosa stessi facendo. Approfittando dalla sua incertezza, chiusi il portone e salii in macchina.
Partii velocemente, lasciando indietro le stradine umide e strette del mio quartiere, come se dovessi prendere un aereo. Non capii il perché di tutta questa fretta. Mentre stavo guidando, mi accorsi di qualcosa che turbava le mie orecchie. Era l'autoradio. Il cd che stavo ascoltando non era quello di Frank Sinatra, la musica preferita di mio papà, che partiva in automatico non appena si accendeva la macchina. Avevo ascoltavo musica classica da dieci minuti e non me ne ero accorto. Per un attimo ebbi il dubbio di aver sbagliato macchina, ma mi tranquillizzai quando vidi il crocifisso penzolare sotto lo specchietto interno. La strada mi sembrò lunghissima. Ogni incrocio era una sofferenza. Sotto la luce rossa del semaforo, anche il crocifisso fermava il suo movimento oscillatorio di fronte al mio sguardo minaccioso. Una volta arrivato, mi vennero in mente le parole di mio nonno che diceva: "per raggiungere gli obbiettivi, preparati a fare i tuoi chilometri".

Parcheggiai la macchina sotto un pino, presi le sigarette e mi rivolsi verso il molo. Nel marciapiede accanto, osservai tanto movimento. La gente camminava con passo svelto. Qualcuno si fermava per un attimo, giusto per salutare un conoscente per poi procedere lungo la strada. Più in là, dei ragazzini correvano in gruppo dietro al loro coach. Indossavano tutti una felpa per me famigliare: erano i ragazzini della mia ex squadra. Anche il musicista di strada aveva finito di suonare e stava raccogliendo le sue cose. Sembrava la fine di un concerto, quel momento in cui tutti tentano di uscire il prima possibile per evitare la folla.
Decisi di trascurare il moto continuo sul pavimento di pietra, e mi misi alla ricerca di un posto per sedermi. Trovai una panca libera alla fine del molo. "Finalmente posso respirare" pensai. Alzai gli occhi verso l'alto. Il sole si era girato dall'altra parte e piano piano stava raccogliendo le sue ultime gocce color arancione disperse nel cielo. Gli uccelli volavano in modo irregolare, seguendo l'un l'altro. Sentii la brezza del lago che mi accarezzava il volto e capii che quel posto mi era mancato. Mi rilassai e accesi una sigaretta. Uno stato di quiete era calato sul lago.

Dalla profondità del panorama, riuscii a sentire il rumore delle onde. Quel rumore lento, pacifico, melodico che mi accoglieva ogni volta. Mi vennero in mente le domeniche, quando da piccolo venivo con i genitori al lago. I primi tuffi, le immersioni, le lezioni di nuoto di mio papà e quei venti secondi di nuoto libero che ero 'costretto' a fare, per poter guadagnare la merendina con la nutella della mamma.
Oppure i pomeriggi estivi con gli amici. Le sudate in bici, le ore e gli scherzi nell'acqua dolce e poi i rimproveri dei genitori a casa poiché tornavamo sempre arrossati dal sole. Le feste di compleanno, le cene, i pranzi calorosi di luglio-agosto, dopo i quali mi pentivo sempre ad esserci andato ma poi ci tornavo ogni volta.
In quel posto ho condiviso anche delle mie storie d'amore. Il mio primo bacio e i miei tre metri sopra il cielo con Evelyn. Gli abbracci stretti e infiniti sul balcone con la vista sul lago di casa sua, e le grandi promesse mai mantenute sotto la luna, mi hanno fatto battere il cuore fortissimo per poi rubarmi qualche battito col vento. Dopo, anche con Charlotte andavamo lì, dove il riflesso della luna sull'acqua ti strappa via il respiro. I luoghi nascosti, le lezioni marinate e le fughe fuori città senza il permesso dei genitori, hanno fatto diventare il lago, un grande amico per me. Lui sapeva tenere i segreti...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 19, 2020 ⏰

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