Agust D - 마지막 (The Last)
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Jeon Jeongguk, anche quel fine settimana sarebbe tornato a casa da scuola con l'ennesima delusione. Un'altra insufficienza in matematica, nascosta sotto una finta indifferenza, lo faceva sentire sempre più un fallimento e ancora più stupido. Continuava a ripetersi che la scuola non fosse importante, continuava a ripetersi che i voti non contassero e i problemi della vita fossero altri, eppure ci stava male, soffriva per poco. Glielo disse anche la professoressa di filosofia - quando decise di aprirsi con l'unica persona che in quell'inferno pensava potesse capirlo e dargli un minimo di sostegno - che le persone che, purtroppo, sono molto intelligenti ma allo stesso sensibili, sono quelle che soffrono maggiormente perché si rendono conto di ogni cosa. E Jeongguk odiava essere così, odiava essere troppo intelligente ma allo stesso tempo si sentiva solo uno stupido, uno stupido coglione che piangeva per le più insulse stronzate. Odiava essere troppo sensibile, odiava se stesso per non essere perfetto, odiava se stesso per non essere mai stato in grado di affrontare i problemi, si odiava perché era se stesso.
Dopo aver detto la stessa notizia - che ormai ripeteva da mesi - a casa, un segno rosso a forma di mano rigava il suo volto e non aveva nemmeno nulla da dire a riguardo, in fin dei conti se l'era meritato. Ma lui cosa avrebbe potuto fare? Erano già passati due anni da quando era entrato in quel cunicolo buio che gli impediva di vederci chiaro e gli faceva vedere tutto nero, ogni giorno gli sembrava sempre di più di sprofondare, come avrebbe mai potuto cambiare qualcosa? Perché mai avrebbe dovuto impegnarsi a scuola - che tra l'altro odiava con tutto se stesso; non era adatta ad uno come lui, uno che voleva essere un artista - se non aveva alcun progetto per il futuro?
La sera, quando i suoi demoni gli impedivano un sonno tranquillo, non faceva altro che pensarci, seduto sul tetto di casa sua al freddo, a volte accompagnato da una sigaretta bianca aromatizzata alla menta. Cosa mai avrebbe potuto fare un buono a nulla come lui? Se nemmeno lui aveva fiducia in se stesso, come avrebbe potuto farlo qualcun altro? Se lo chiedeva spesso se sarebbe mai riuscito a trovare qualcuno disposto a passare il resto della propria vita con lui, qualcuno con cui costruire una famiglia felice - giusto per il gusto di rinfacciare ai suoi genitori che, a differenza loro, lui c'era riuscito -. Ma allo stesso tempo, aveva paura, paura di avere una famiglia, paura di aver un figlio e paura del matrimonio. Viveva in una famiglia disastrata, con una madre isterica e costantemente nervosa che trascurava la casa e il figlio perché troppo presa dal lavoro e con un padre che avrebbe preferito non avere; era abbandonato a se stesso, solo lui, Jeongguk. Non poteva nemmeno cercare sostegno nel fratello perché lui, a differenza sua, qualcosa di buono era riuscito a combinarlo nella vita e frequentava una delle più prestigiose università a Seoul. Vedeva i suoi genitori litigare ogni sera per la minima stupidaggine, dopo essere stati via tutto il giorno a lavoro, per poi prendersela con lui. 'Perché lasci in disordine?', 'Perché non mi capisci?', 'Prova a metterti nei miei panni', 'Non poteva venirmi un colpo quel giorno!' erano le solite frasi che gli venivano ripetute dalla donna che gli aveva dato la vita, ormai frasi prive di alcun significato. Per questo, dopo aver visto la sua famiglia degenerare, si chiedeva 'E se anche a me capitasse un matrimonio del genere?'. Considerava il matrimonio come uno spreco di denaro - soprattutto perché pensava che non fossero necessari una cerimonia e un pezzo di carta per stipulare l'amore tra due persone -, tempo e anche una fonte di dispiacere se fosse andato a sfociare in un divorzio, come probabilmente sarebbe finito il matrimonio dei suoi genitori. Non voleva quindi impegnarsi per sempre con la stessa persona, non se la sentiva, non era nemmeno sicuro di riuscire a trovare qualcuno disposto a sprecare la sua vita per stare con lui e non avrebbe biasimato quel qualcuno. Insomma, chi mai avrebbe voluto stare con un fallimento del genere? Non se la sentiva inoltre di aver un figlio, lui non era adatto ad assumersi responsabilità, e sapeva che sarebbe stato un fallimento come genitore. E se gli fosse capitato un figlio disgraziato proprio come lui? In fondo, se ci pensava bene, non poteva biasimare i suoi genitori: avere un fallimento così come figlio doveva essere proprio frustrante.
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𝕒𝕝𝕥𝕖𝕣𝕖𝕘𝕠┊jeon jeongguk (os)
FanfictionJeon Jungkook a soli vent'anni sapeva solamente di aver sprecato un quarto della sua vita.