Un nuovo inizio

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<Ragazzi silenzio per favore!> disse la professoressa Worder, era una donna anziana, sulla sessantina, i suoi capelli grigiastri erano raccolti in uno chignon alto e tirato, i suoi occhiali fucsia le poggiavano sul grosso naso, la grande montatura nascondeva i suoi alti zigomi, i suoi occhi erano castano chiaro con delle velature di verde, era alta ed esile.
Si adagiò gli occhiali meglio sul naso e riprese < Lei è Megan e rimarrà con noi fino alla fine dell'anno> improvvisamente calò il silenzio, tutti gli occhi erano su di me, i ragazzi incominciarono a sghignazzare tra di loro, mentre, le poche ragazze che c'erano mi continuavano a squadrare dalla testa ai piedi. Sembrava di essere l'attrazione principale di un circo, tutti che mi fissavano, cercai immediatamente l'uscita più vicina, questo significava buttarmi dalla finestra semiaperta, non mi sembrò però una buona idea quindi, rimasi lì in piedi come una vera e propria cretina. Mi andai a sedere il più veloce possibile vicino al l'unico posto vuoto infondo alla classe vicino ad una ragazza, notai immediatamente i suoi capelli color porpora che erano mossi e posti dietro le orecchie, i suoi occhi azzurri cielo mi scrutarono fino al banco, appena mi sedetti notai immediatamente le sue unghie ben curate color bordeaux quanto avrei voluto anche io avere delle unghie perfette ma, con il lavoro che facevo non me lo potevo permettere. Da quella vicinanza potei anche notare l'anellino che aveva al naso, non mi erano mai piaciuti i piercing ma a lei calzava a pennello come se fosse nata con esso già addosso.
A metà lezione la ragazza si presentò< Io sono Alexis, ma, tutti mi chiamano Lexi> una voce acuta uscì dalle sue labbra che mi fece sorridere, la ragazza emise un risolino e riprese < Da dove vieni? Non sei di qua vero?> i suoi occhi mi mettevano un po' a disagio, ma risposi< Vengo dalla Scozia più precisamente da Glasgow> si rizzò sulla sedia e urlò<FIGO!> l'intera classe si girò a guardarci per, captare qualcosa di più interessante di Ariosto, sentii immediatamente l'imbarazzo trasudare da ogni mio poro,mentre, Lexi tranquillamente disse< Ma che cazzo volete?!> i ragazzi si girarono e ripreso a prendere appunti. Era una ragazza spigliata, beh, anche io non me la cavavo male ma, alle volte, era come avere una doppia personalità, se prima potevo sembrare timida e impacciata, il momento successivo ero un'esplosione di felicità.
Alla fine dell'ora, la mia nuova amica mi invitò a pranzo, quindi posai le poche cose che avevo portato nell'armadietto e la segui in mensa. Il posto pullulava di gente, chi rideva, chi si ingozzava per mostrare la sua rapidità nel mangiare ai propri amici e chi usava il telefono per estraniarsi da tutto, mi sarei inserita anche io in questa categoria, il cellulare era un doppio mondo per sfuggire da quella realtà che ormai non mi piaceva e incuriosiva più.
Dopo aver preso il vassoio Lexi mi fece strada fino al tavolo dei ragazzi più fighi che io avessi mai visto, le mie guance arrossirono subito, mi mancava il fiato, si si girarono tutti contemporaneamente come robot, un ragazzo si avvicinò a me e si presentò < Ciao! Sono Samuel ma, tutti mi chiamano Sam> lui era semplicemente perfetto, i suoi occhi erano verdi smeraldo, i suoi capelli erano biondi e lunghi fino alle spalle , era alto circa un metro e novanta ,la sua bocca carnosa mi fece subito fantasticare su che cosa gli avrei potuto fare, dalla maglietta bianca che indossava gli si intravedevano i tatuaggi, mi guardava fisso negli occhi, il suo sguardo era dolce e rassicurante , gli strinsi la mano e mi affrettai a rispondere per non fare la solita figura dell'imbranata < Io sono Megan e...> una voce stridula si intromise nel discorso, salvandomi da quel momento imbarazzante < Lei è scozzese , quindi ragazzi trattatela bene; è la prima persona che viene in questa merda di posto e non voglio che vada via capito?!> di tutta risposta un ragazzo dietro le mie spalle rispose< Beh... nessuno vuole che questo zuccherino vada via, sai carne fresca...> questa affermazione mi fece rivoltare lo stomaco, mi voltai per vedere chi fosse stato a dire queste parole e, mi trovai davanti un ragazzo muscoloso e coperto di piercing, mi guardava divertito i suoi occhi grigi erano chiusi in due fessure dandogli uno sguardo di sfida, si mordicchiava con i denti il piercing che aveva sul labbro, era alto quanto Sam i suoi capelli erano ricci e castani si avvicinò a me e mi sussurrò < Quando hai finito di stare con questi sfigati , puoi cercarmi così ci divertiamo un po' > il mio corpo stava tremando ma presi in mano la situazione, mi avvicinai un po' di più a lui e gli dissi< Mi dispiace ma gli stronzi non sono proprio il mio tipo, quando tu hai finito di fare lo sfigato mi puoi venire a cercare fino a quel momento stammi alla larga> feci un passo indietro e mi andai a sedere vicino a Sam, una voce femminile che non avevo mai sentito prima intervenne<Ryan andiamo, Anna dai capelli rossi deve stare con i suoi stupidi amici> la rabbia mi pervase il corpo e la mente ,senza neanche pensarci un secondo di più mi avvicinai alla ragazza è le dissi< Già ho voglia di stare con loro e voi potreste anche andarvene affanculo un po' più in là> Lexi mi guardava estasiata, mi girai verso Sam e notai che mentre mi stava fissando si stava mordendo il labbro,gli feci l'occhiolino e tornai a sedere. Mi sentivo un fottuto genio, sapevo di essere alcune volte cattiva ma così, wow, non mi ero mai vista.
Le successive ore di lezione furono tranquille, passai la maggior parte del tempo con Lexi che mi raccontò tutta la sua vita, aveva quattro fratelli tutti più grandi di lei, i suoi genitori erano della Georgia ma si trasferirono a Londra per questioni di lavoro, amava la musica e cantare. Mi invitò a un suo piccolo concerto al Luke's pub quella stessa sera. Emozionata per questo invitò tornai a casa a prepararmi sperando di vedere Sam, ma da un lato avevo voglia di incontrare anche Ryan per sfidarci ancora, mi faceva sentire bene riuscire a tenera testa a qualcuno anche se, sentivo che questo non mi avrebbe portato a nulla di buono.

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