CREDO

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Ringrazio la scrittrice liz6verlac per avermi gentilmente dato il permesso di tradurre questa storia, la quale appartiene originalmente a lei in lingua spagnola.

ㅡ "...grazie all'affettuosa misericordia del nostro Signore, ci visiterà il Sole che nasce dall'alto per illuminare coloro che vivono nel buio e nelle ombre della morte, per guidare i nostri passi nel cammino della pace. Gloria al padre, al figlio e allo Spirito Santo, com'era in principio, ora e sempre per i secoli dei secoli, Amen. Potete andare in pace"ㅡ cercai Jimin con lo sguardo però non era più tra la folla di persone alle porte, era già uscito. Avvisai mia madre dicendole che sarei andato a cercare Jimin, ricevendo un accenno da parte sua mentre lei andava dal prete ed io verso l'uscita. Non era stato difficile trovarlo, dopotutto stava contro la parete laterale della chiesa, ormai da molte settimane era distratto, era sempre stato una di quelle persone che si tengono i pensieri per sé, però ora era peggiore, si perdeva nella sua mente più frequentemente.

ㅡPark, sei già scappato?ㅡ Cercai di scherzare mentre mi avvicinavo, lui solo sorrise.

ㅡLo sai che mamma mi obbliga a venire con lei.

ㅡLo so, anche la miaㅡ ci guardammo e ci sorridemmo entrando in un silenzio, silenzio che fu rotto da lui.

ㅡSe facessi la stessa cosa di quei due tua madre diventerebbe istericaㅡ non riuscii a capirlo, non fino a quando non seguii il suo sguardo e guardai una coppia di fidanzati. La ragazza si lasciava abbracciare la schiena mentre il ragazzo distribuiva baci sulle sue guance. Aveva ragione Jimin, i miei genitori sono sempre stati conservatori, non gli piacciono le dimostrazioni d'affetto in pubblico, e molto meno se sono io, il loro unico figlio, a farle.

ㅡLo so, peró mamma non mi preoccupa, mi preoccupa di più papàㅡ Jimin si voltò a guardarmi confuso.

ㅡPerchè? Pensavo che con lui tu avessi più confidenza riguardo alle relazioniㅡ. Riuscii a sentire come le mie orecchie iniziavano a riscaldarsi e come i palmi delle mie mani sudavano, se gli dicevo quello che tante volte avevo voluto dirgli, lui mi avrebbe accettato? Potrò dirgli la verità o continuerò a nasconderlo? Mi resi conto della decisione che presi quando inconscentemente gli risposi.

ㅡPerchè...ㅡ iniziai con tono basso e soaveㅡ...non credo di portare qualche ragazza a casa, non in modo romanticoㅡ i suoi occhi si aprirono in un gesto di sorpresa, in seguito le sue sopracciglia si curvarono.

ㅡNon puoi non presentare le ragazze con le quali esci ai tuoi genitoriㅡ una leggera e rassegnata risata mi scappó una volta che finii la mia confessione, sapevo che Jimin d'ora in avanti mi avrebbe evitato.

ㅡNo, hai ragione, non posso non presentarle, mi riferisco al fatto che nessuna persona arriverà a casa con il titolo di "fidanzata".ㅡ E feci esplodere la bomba. ㅡO, per lo meno, nessuna ragazza lo farà, non credo sarebbe adeguato chiamarli "fidanzate"ㅡ il silenzio durò quanto il battito d'ali di una farfalla.

ㅡJungkook, sei gay?ㅡ Feci uscire un piccolo sospiro mentre sostenevo il suo sguardo.

ㅡSí Jimin-ssi, sono gay.ㅡ Ed anche se mi aspettavo le parole seguenti, non riuscì ad evitare di sentire un brivido percorrermi la schiena nel sentirle.

ㅡForse...sei solo confuso, non puoi essere gay, ai ragazzi non piacciono altri ragazzi. ㅡ Lo disse con tanta amarezza e risentimento che i miei denti digrignarono un po', mi guardó incontrando i miei occhi fissi su di lui. ㅡSei malatoㅡ quello fu tutto ció che disse. Le parole si versarono come un torrente dopo la sua "diagnosi".

ㅡCredi che Dio abbia creato l'unione solo tra l'uomo e la donna, non è vero?ㅡ

ㅡÈ ciò che i nostri genitori ci hanno insegnato come giustoㅡ rispose Jimin svogliatamente.

Dogma (Jikook) ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora