Myr, seduta all'ombra del gazebo del suo giardino, osservò eterea l'umano sulla trentina dinnanzi a lei.
_ Non posso accettare, capitano _ sussurrò senza quasi schiudere le labbra.
_ Io contavo sul vostro aiuto _ mormorò greve l'umano.
_ Non posso lasciare la mia contea. Solo noi Dryad possiamo mantenere in vita il gelso rosso. Se io mancherò, l'albero morirà e con esso gli ultimi bachi della luna _
Le gote verdognole di Myr si colorarono di rosa. Strinse la veste con le mani verde pallido, fino a sbiancarsi le nocche. Era combattuta. Una parte di lei avrebbe inseguito il suo Capitano senza indugio. Tuttavia, il dovere nei confronti del maestoso gelso rosso gravava sul suo animo, bloccandole ogni iniziativa.
_ Non posso lasciare la mia nonnina da sola. Siamo le ultime due Dryad in vita. Vi chiedo perdono capitano. So di aver giurato anni fa di seguirvi e servirvi in qualsiasi situazione. Nonostante la mia totale abnegazione per voi, non posso venir meno al mio dovere _
Il giovane capitano abbassò sconsolato la testa.
_ Myr, da solo non posso sperare di radunare la Tetrade Sacra. Ho bisogno di sapervi viva e felice al mio fianco _
Il capitano le accarezzò i lunghi capelli verde alga, avvicinandosi al suo volto ovale.
Il loro romantico idillio fu però interrotto dai passi strascicati della nonna.
_ Myr, dovresti ascoltare questo belloccio con l'occhio bendato. Posso rimanere da sola con il gelso della nostra famiglia. Sono vecchia, ma non decrepita e prossima alla morte come credi! _
Il capitano sorrise compiaciuto, osservando la curva vecchietta dal volto rugoso.
_ Nonna! _ esclamò imbarazzata Myr, _ Non vi ho sentita arrivare! Avete camminato fino al gazebo? Fa troppo caldo oggi, potreste avere un mancamento! _
_ Non dire sciocchezze _ disse affannata la vecchia, appoggiandosi alla struttura lignea del gazebo e sputando del catarro verde a terra.
Myr si alzò leggera nell'ampia veste color melanzana, per affiancare la vecchia Dryad.
_ Io non vi abbandono. Il capitano capirà _
La nonna si scostò dalla nipote.
_ Non preoccuparti per me. Ho più di cento anni e conosco tante magie antiche in grado di aiutarmi. Segui il tuo capitano. Sono anni che parli di lui nel sonno _
_ Nonna! _ gridò sconvolta Myr con le gote ormai color porpora.
_ Rendimi fiera Myr. Riunisci la Tetrade Sacra e ricostruisci il Regno di Anthea _ sentenziò la vecchia, prima di allontanarsi trascinando i piedi nudi sulla fine ghiaia rosata del giardino.
Raggiunse claudicante l'ultimo gelso; rosso nelle foglie, nei rami e nel tronco. Impose le mani nodose sulla sanguigna corteccia e socchiuse gli occhi stanchi, mormorando antiche formule nella lingua sacra del suo popolo. Myr trattenne il respiro, spaesata.
_ Quale magia sta compiendo vostra nonna? _ chiese sbalordito il capitano.
_ Non lo so. Non credo di capire _ rispose la Dryad corrugando nervosa la fronte.
Una tenue luce dorata scaturì dal corpo della nonna. I suoi capelli nivei si mossero selvaggi sulla schiena, come bianchi serpenti rabbiosi.
_ Addio Myr! Sii la migliore Dryad di sempre! _ gracchiò con fatica la nonna, prima di fondersi con il tronco vermiglio del gelso.
Un grido muto soffocò nella gola di Myr. Si accasciò tra le braccia robuste del suo capitano, incredula e spaventata. Pochissime Dryad avevano scelto di fondersi con il gelso rosso della propria famiglia.
_ Mia nonna si è sacrificata per darci tempo _ singhiozzò stretta al petto del capitano.
_ Quando tempo? _ chiese lui con dolcezza.
_ Circa un anno. I bachi della luna potranno vivere grazie al suo contributo _
_ Un anno sarà più che sufficiente Myr _ esclamò solenne il capitano, premendo il suo volto, segnato da profonde cicatrici, tra i soffici capelli della Dryad.
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Il Regno di Anthea e il Segreto dell'Ombra Argentata
FantasyUn'improbabile compagnia di superstiti alla devastazione dell'Ombra Argentata è costretta a scappare dal Regno di Anthea per trovare la Tetrade Sacra e ristabilire l'ordine originario.