UN BRUTTO SCHERZO
Era un pomeriggio come tutti gli altri; Ma Fusy non avrebbe mai potuto sapere quello che le stava per accedere.
Stavo facendo i compiti. La solita storia...
Ero al secondo esercizio di matematica. Mia madre mi aveva avvertito di due chiamate alle quali non avevo risposto. Ma io le avevo ignorate, volevo dimostrarle che ero troppo impegnata a studiare.
Alle 17:02 lei uscii di casa, io mi incollai al telefono.
Ero troppo ansiosa di sapere chi mi aveva cercato.
Presi il cellulare in mano, notai però che il numero era privato... Non sapevo cosa fare. Non potevo richiamare la persona che mi aveva telefonato, non mi era consentito.
Decisi di aspettare, erano le 17:30.
I minuti non passavano più.
Il suono del orologio mi dava i nervi, quel fastidiosissimo tic tac mi metteva ansia. Non sapevo se quell'individuo mi avrebbe richiamato si i no. Non sapevo chi fosse, ma l'angoscia che avevo mi impediva di pensare...
Erano le 17:37 e mentre ero a fissare il soffitto nell'attesa di quella chiamata, notai una forte vibrazione provenire dalla scrivania, cercai di capire cosa fosse. Dopo qualche secondo capii che era il cellulare. Mi affrettai per rispondere. Quando però lo presi in mano non avevo più il coraggio. Non sapevo che fare. Mi tremavano le dita. Ma fui decisa, presi il fiato fra le mani e cliccai accetta chiamata...