L'oscuro richiamo.

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Capitolo 1.

-Questo é il posto perfetto!- decise il signor Enrico Maria Martini, con i pugni sui fianchi. -Voi cosa ne dite ragazzi?
I ragazzi avevano ben poco da dire. Erano stremati per quanto avevano camminato, la vista annebbiata dalla stanchezza. Giulio riuscì a bofonchiare un "fantastico!" e Ginevra a mimare il segno dell'ok, poi stramazzarono sul prato.
-Allora é deciso!- ruggì il signor Martini. - Ci accampiamo. Tutti d'accordo?
Gli risposero con un rantolo.
Lui sfilò lo zaino tecnico dalle spalle e lo fece scivolare a terra. Tirò fuori da una delle tasche dei pantaloni da trekking una vecchia bussola dorata, la aprì, diede un bacio alla foto della moglie che vi era conservata dentro e la richiuse.
-Furba lei che é rimasta a casa.
..- borbottò Giulio, osservando la scena con la coda dell'occhio.
Era schiacciato a pancia in giù dal peso dello zaino, la faccia tra gli steli d'erba, del tutto convinto che non si sarebbe mai più rialzato.
La sorella ribatté senza nemmeno guardarlo:- Credo che mamma abbia già dato abbastanza, con le escursioni di papà.
Enrico Maria Martini era un vero esploratore da salotto. Tutte le volte che partiva il signor Martini era animato dalla stessa inarrestabile frenesia: farsi immortalare in un posto dove nessuno era mai stato prima.
Almeno, nessun altro del suo ufficio. O degli amici che bazzicavano per casa.
-Ragazzi, chi di voi ha i picchetti?- li richiamò Enrico, in tono da capo spedizione. -Giulio? Sono nel tuo zaino? Ginevra?.
I due fratelli gemettero disperati.
-Papá! Per favore!
-Dacci un attimo di tregua!
-Dobbiamo piantare la tenda prima che faccia buio- insistente lui.
-Sentite l'aria delle Alpi!- aggiunse, e respirando in modo fragoroso.
-Beato te che ci riesci...- borbottò Giulio. - Ti alzi, sorella?
-Ho perso la sensibilità dei piedi un'ora fa- borbottò lei.
-Forza! Forza!  Ci siamo! Non siete contenti che abbiamo trovato il posto giusto?
-Siamo felicissimi...- borbottò Giulio, rotolando su un fianco. Cercando di ricordare chi avesse i picchetti, ma l'unica cosa che riuscì a tirare fuori dal suo zaino era il suo mazzo di carte fortunato. Giocare a carte significava non marciare con gli zaini in spalla.
Per quanto avevano camminato ? Sei ore? Otto? Avevano lasciato la macchina alla fine della strada accanto ad alcune baite abbandonate.
E poi avevano seguita papà e la sua specialissima cartina dei sentieri: imprecisa, inaffidabile e quindi per lui assolutamente unica.
-Oooh issa!- gemette Ginevra, trovando infine i picchetti nel suo zaino. Montarono la tenda e il signor Martini si fece scattare una foto, con la tenda e il tramonto alle spalle. Perfetto.
- Ah, una cosa é certa: io starò qui fuori, perché mi voglio proprio godere il cielo stellato!
-E se poi nevica?- gli domandò Giulio, impertinente, dato che era agosto e faceva un gran caldo.
-E se poi viene un lupo e ti sbrana?- domandò invece Ginevra.
-Niente neve e niente lupi, ma legna per il fuoco, presto! Hop! Hop!- Ordinò il signor Martini.
I due fratelli si guardarono attorno, e a uno ventina di passi dalla tenda, una maestosa pineta, dentro la quale si snodava un sentiero selvaggio.
Decisero di fare legna li, nella pineta.
E subito si zittirono.
Gli alberi secolari mormoravano piano, portandosi al debole vento delle cime.
Accanto al sentiero, proprio dove penetrava nel folto, c'era una piccola montagnola di pietre,a cui Giulio, prima di proseguire, ne aggiunse un'altra.
-Perché una sola?- gli domandò sua sorella. - Noi siamo in tre.
-Le altre mettile tu- le risposte Giulio avanzando oltre.
-Chissà chi é che costruisce queste montagnole?- continuò Ginevra, affrettandosi dietro di lui, ma senza aver messo le altre due pietre.
- Tutti quelli che passa di qui- ipotizzò Giulio.
Era insolitamente silenziosa, tanto che anche il più piccolo rumore, un fruscio, un animale che si nascondeva tra i cespugli, pareva come una campana.
Sorrisero, ancora tranquilli.
-E secondo te...- domandò di nuovo Ginevra- chi é che passa di qui?
Le vennero in mente le baite abbandonate. E, al pensiero di tutta la strada fatta un montagna, si senti improvvisamente sola e sperduta.
Suo fratello non le rispose. Sembrava cupo quanto lei. Raccolsero dei rami, in silenzio.
-Ragazzi!- li richiamò il papà, dalla tenda.
Corsero fuori dalla pianeta, sollevati.
Ginevra strinse al petto i pochi rami che aveva raccolto e trattenne il fiato fino a quando non fu completamente uscita dal bosco.

















Adoro questa storia, questo é il primo capito. ☆☆☆

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 23, 2019 ⏰

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