𝑳'𝒂𝒔𝒔𝒆𝒎𝒃𝒍𝒆𝒂 𝒅'𝒊𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒕𝒐

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"𝑼𝒏 𝒃𝒖𝒐𝒏 𝒏𝒐𝒎𝒆, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒍𝒂 𝒃𝒖𝒐𝒏𝒂 𝒗𝒐𝒍𝒐𝒏𝒕à, 𝒔𝒊 𝒐𝒕𝒕𝒊𝒆𝒏𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒆 𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒆 𝒔𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒅𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒏𝒂."

𝐶𝑎𝑠𝑒𝑦

Ho già deciso che lunedì non andrò a scuola, non ho proprio voglia di espormi ancora. Voglio che passi un po' di tempo per poter far dimenticare a tutti la mia gaffe, ma so che non potrò saltare troppi giorni di scuola. Mia madre cerca in tutti i modi di farmi desistere, ma sono troppo giù per sentir ragioni. E in più sto ancora cercando un modo per farla pagare a Derek. È da ore che sono sdraiata sul letto a fissare il soffitto, scervellandomi sul da farsi. Ormai è ora di cena, ma non ho voglia di scendere al piano di sotto e sedermi allo stesso tavolo dove c'è lui.

<<Casey? Posso entrare?>> 

La voce di mia sorella mi distrae dai pensieri.

<<Si, entra>> 

Lizzie sbircia dalla porta, poi se la richiude alle spalle, e si viene a sedere sul letto.

<<La cena è pronta, perché non sei ancora scesa?>>

<<Non ho molta fame.>> 

Dico sinceramente.

<<Che succede?>>

<<Giornataccia.>> 

Faccio una smorfia.

<<Me ne vuoi parlare?>> 

Mi chiede premurosa.

<<Sono caduta dalle scale oggi a scuola...Per colpa di Derek.>>

<<Sul serio?>> 

Sgrana gli occhioni azzurri.

<<Già, ma non dire a nessuno che te l'ho detto, lo sa solo mamma.>> 

Lei sospira.

<<Mi dispiace.>> 

Non sa bene cos'altro dire, e si guarda intorno.

<<Comunque non ti perdi niente per cena. Ha cucinato George.>> 

Alza gli occhi al cielo. Abbiamo scoperto nel corso della nostra prima settimana a casa Venturi, che George non sa affatto cucinare, anche se continua a ostinarsi di preparare la maggior parte dei nostri pasti. Alla fine Lizzie si alza e prima di andarsene mi lancia un bacio, che ricambio.

𝐷𝑒𝑟𝑒𝑘

Ha cucinato di nuovo mio padre per cena. Fantastico. Preferirei che cucinasse la sua nuova moglie piuttosto. Altrimenti che se l'è sposata a fare?
Sento la sorella della sfigata scendere le scale.

<<Non ha fame.>> Annuncia tornando al suo posto. Rido sotto i baffi. Se avessi fatto una figuraccia come la sua anch'io avrei lo stomaco chiuso.

<<È in quei giorni...?>> 

Mio padre si sporge sul tavolo e parla piano rivolto alla moglie, ma l'abbiamo sentito tutti.

<<George, no.>> 

Nora è indignata. Quando fa così mi ricorda tanto quella sfigata di sua figlia.
Mio padre fa un sospiro teatrale e si rimette comodo sulla sedia.

<<Ah, quella ragazza, è così emotiva.>>

<<Che stupidaggine.>> Risponde Nora tenendo gli occhi bassi, giocherellando con quello che ha nel piatto.

V.E.N.T.U.R.IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora