4° Capitolo: Ritorni dal passato.

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Mi sveglio sudata, arrotolata nelle lenzuola. Jenna è appiccicata alla mia gamba e crea una sorta di calore abbastanza innoportuno, dato che mi sto per sciogliere.

Ricordo vagamente gli avvenimenti di ieri. Mi ricordo del signor. Scottins, di quello che mi ha detto su mio padre e che poi devo essermi addormentata.

Ma nulla di più. Non devo neanche aver cenato, avvenimento che viene confermato dal brontolio del mio stomaco.

Mi alzo, cercando di non svegliare Jenna. Guardandomi in torno mi ricordo di non essere in camera mia.

Mi avvicino alla porta e cerco di aprirla nel modo più silenzioso possibile. Attraverso il corridoio fino a raggiungere la porta di camera mia.

Come me la ricordavo, il letto, il mobile ai lati e la grossa scrivania. E poi la mia valigia, che non ho mai avuto il tempo di disfare.

Mi infilo velocemente nel bagno per darmi un occhiata. Capelli tutti arruffati, grosse occhiaie. Sono un mostro.

Mi levo i vestiti di dosso buttandoli in modo distratto in un angolo e mi infilo sotto la doccia. Regolo la temperatura dell'acqua sul getto di acqua fredda. Ho bisogno di distrarmi dagli ultimi avvenimenti di questi giorni.

Nonostante la mia memoria si riposi, non dimentica. E io non dimentico quello che mi è stato dietto ieri, per niente.

Chiudo il getto dell'acqua e prendo l'asciugamano che arrotolo velocemente per il freddo, intorno al corpo.

Ritorno di la in stanza e mi metto un paio di jeans attilati e una felpone che mi copre il sedere. Do una passata veloce con il phon ai capelli per poi legarli in una coda di cavallo.

Direi che è arrivato il momento di sistemare la mia roba nella stanza. Apro l'armadio dove dentro trovo una serie ordinata di grucce, per vestiti, per magliette e pantaloni. Sistemo ordinatamente i vestiti, mentre sul fondo allineo le mie scarpe. 

Tiro fuori anche le altre cose: il mio lettore mp3, i miei libri di lettura, una foto di mia mamma, una mia con mio padre, vari caricabatterie e altre cavolatine, che sistemo sulla scrivania per renderla più confortevole.

Al fondo del letto sistemo la copertina di Jenna. Di sicuro starà ancora dormendo. 

Vado verso il bagno con la borsetta dei trucchi e sistemo la mia roba, dai trucchi, al mio unico profumo, dentro alle ante del mobiletto. Sistemo il mio spazzolino e dentifricio alla fragola, in un bicchierino sul lavandino.

La valigia la chiudo e la metto sotto al letto, spingendola con il piede, in modo che non intralci.

Dopo aver dato un ultima occhiata, apro il balcone per far entrare un po' di aria pulita. Mi affaccio e vedo il signor. Scottins che parla con alcune persone, mentre altre sono già entrate sotto l'occhio vigile di Jerome.

Possibile che ci sia una festa? Nessuno mi aveva detto nulla. 

Mi precipito alla porta e poi giù per le scale, rischiando di cadere di faccia davanti alle tremila persone che mi appaiono davanti. Sono tutti riuniti nella sala e sembrano divertirsi. Io mi sento di intralcio. E anche offesa. nessuno mi aveva detto che ci sarebbe stata una festa, ricevimento o quello che è.

Vado verso l'entrata dove Jerome mi ferma.

"Dove sta andando, signorina?"

"A parlare con il signor. Scottins."

Mi allontano prima che possa dire altro e raggiungo il mio obiettivo, che al momento sembra impegnato a chiaccherare con un uomo, piuttosto interessato della mia presenza, appena mi vede non fa che continuare a fissarmi, cosa che porta a far girare il signor. Scottins.

Kassandra - La figlia del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora