1. Gli Hamptons

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Mi scrollo le lenzuola di dosso e salto giù dal letto. La sveglia suona ancora, ma non la fermo. Si tratta di una piccola sveglia di plastica a forma di cuore. La afferro e mi precipito in camera di Leo che russa come un trombone. Lancio la sveglia che sfreccia in aria e si schianta contro la sua testa. Leonardo si alza di scatto e borbotta qualcosa di incomprensibile verso di me, tra cui alcune parolacce.

- Alzati, e insegnati a puntarti la sveglia da solo per una volta nella vita! Non ci sarò sempre io a pulirti il moccio dal naso.-.

Gli urlo tutto d'un fiato. Mi fermo ad osservare la sua stanza che regna nel caos più totale, ma un oggetto a me molto familiare mi trattiene dall'uscire da lì.

- Quante cavolo di volte te lo devo dire? Non toccare la mia roba! In particolar modo la felpa della Nike. È mia, vuoi ficcartelo in testa?!-.

- E che cazzo! Neanche mi sono alzato e già mi stai sulle palle! Che hai il ciclo stamattina? Lasciami in pace-.

-Fanculo. Fai come ti pare. Mi farò dare un passaggio da Jace.-. Jace è il migliore amico di Leo, l'unico che, pur con fatica, riesce sempre a distinguerci. Siamo gemelli e anche se siamo di sesso opposto la somiglianza è notevole. Da piccoli ne approfittavamo scambiandoci di persona. Ho sempre portato i capelli corti e mi sono sempre comportata da maschiaccio, anche il mio abbigliamento era tutt'altro che femminile e in più, non avendo ancora il seno, era facile scambiarmi per lui. Anche adesso abbiamo i capelli corti, ma io li porto lisci, Leo, invece, ricci.

Il mio modo di vestire non ha subito cambiamenti radicali, ma ciò non è un problema poiché almeno la metà delle ragazze della mia età preferiscono un paio di jeans e una t-shirt comoda a una gonna o ad un vestitino attillato.

Ora arriviamo a parlare di un argomento di cui non vado molto fiera: il mio petto. Il mio seno è piccolo, piatto come una tavola. Se ho la prima di reggiseno è assai. Ergo, l'unica cosa che è cambiata dalla mia infanzia a ora è l'altezza. Sono alta 1.72, Leo è alto 1.78. Siccome a volte alle partite di calcio mi faccio passare per lui il mio coach non si è mai spiegato il perché alcune volte Leo è alto quanto lui, e altre invece lo supera di qualche centimetro.

- Oggi c'è la partita. Ci vai tu al posti mio? Ho un impegno con una, la cugina del fratello del nipote..-.

- Finiscila di fare l'idiota. Non c'è bisogno che ti inventi queste scuse da quattro soldi. Dí a mamma che dopo scuola vado a studiare da Samantha. Tu cerca di non farti vedere fino a stasera o rovinerai tutto.-.

- Figo. Grazie sorellina. Adesso togliti dalle palle e facci vincere!-.

- Puoi scommetterci! Li faccio neri quei figli di papà degli Hamptons.-.

Gli Hamptons sono la squadra avversaria che dovrò battere oggi pomeriggio al posto di Leo. È una squadra fatta di figli di imprenditori, avvocati, politici ecc.

Esco di casa e ad aspettarmi c'è la BMW di Jace, una moto fantastica. Jace mi guarda con disappunto mentre faccio il gesto di sollevare la gamba e montare in sella.
- Che stai facendo? Conosci le mie regole. Per questo sei l'unica alla quela permetto di salire sulla mia bimba. Devi mettere il casco!-. Di solito le ragazze con cui usciva Jace erano tutte perfettine che per non scompigliarsi o ammaccarsi le acconciature preferivano camminare a piedi pur di evitare la scocciatura di indossare il casco. Io lo indosso volentieri, ma mi dimentico sempre di metterlo. 
Jace mi porge il casco e io lo indosso guardandolo con gratitudine.

Salgo in sella dietro di lui, e infine mette in marcia e la moto comincia a sfrecciare tra le auto in corsia.

- Cazzo che sei figa Ella! Ti sei fatta più bella del solito appositamente per me?-. Mi chiede con una punta di ironia.

- Ti piacerebbe!-. Rispondo ridendo come una scema: controllati Ella!
- Sai i miei mi stanno comprando una macchina. Un' Audi r8 rossa. Ci pensi? Me la regalano per il diploma. Sai i viaggi che ci potremo fare con quella?-.

I genitori di Jace sono ricchi, miliardari sfondati. Il capitano degli Hamptons infatti lo voleva in squadra con sé, ma Jace ha rifiutato dicendo: "Hai abbastanza figli di papà, a cosa ti servo io? I soldi che ricevi dai loro genitori non ti bastano?". 
- Wow, sono contenta per te Jace! è una macchina da sogno! Me la farai guidare vero?-. Chiedo scherzando, Jace mi guarda atraverso gli specchietti retrovisori facendomi l'occhiolino.

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