lo sguardo che Yoongi stava ricevendo in quel momento lo stava a dir poco paralizzando, non sapeva cosa avesse fatto di male per ritrovarsi in quella situazione. Certo, non era conosciuto per essere chissà quale persona gentile fra il suo popolo, ma Yoongi era semplicemente un tipo solitario, in periodi come quelli, restare da soli era la cosa migliore se non si voleva rischiare la pelle. Accadde tutto in fretta, un attimo prima era sdraiato in un vicolo, al riparo dalla pioggia che quel furioso temporale quel giorno aveva deciso di portare, un attimo dopo si ritrovava al cospetto di un sovrano. Un sovrano che tra l'altro, chissà quale ragione, aveva trovato interesse in lui. Il giovane ragazzo non si azzardava ad alzare lo sguardo per più di qualche secondo, pensando che se avesse continuare a fare cosi, l'altro avrebbe cambiato idea, che decidesse di lasciarlo andare. I minuti passavano e il silenzio si faceva sempre più pesante, quasi soffocante, come gli stracci che gli stavano incollati per via della troppa pioggia. Forse avrebbe fatto bene a rispondere alla sua domanda, gli aveva chiesto il suo nome. Le sottili labbra si schiusero, preparando a dare fiato ad una frase che aveva meno forza di sè stesso "Y-Yoongi, il m-mio nome è M-Min Yoongi" disse infine. La sua voce uscì così bassa e delicata, quasi un piccolo bocciolo in fiore. Internamente fu fiero di sè stesso per essere riuscito a rispondere, nonostante la voce tremante e l'irritante balbettio. Hoseok si leccò le labbra, ripetendo il nuovo nome appreso, gli piaceva come suonasse detto dalla propria voce. Si avvicinò, abbassandosi quel tanto che bastava per mettere una mano guantata sotto il mento del giovane ragazzo, costringendolo ad alzare il viso. I suoi occhi approvarono immediatamente ciò che videro "ma che bel visino che abbiamo" ridacchiò leggermente fra sè squadrandolo da capo a piedi. Hoseok notò la pelle secca e sporca, i vestiti strappati e altrettanto mal messi. Il corpo era magro, ma non troppo come quello degli altri, doveva essere un combattente per il proprio cibo. Il giovane imperatore non smise di fissarlo negli occhi mentre schioccò le dita, interrompendo i bassi sussuri che fino ad allora li avevano accompagnati. "ho fatto la mia scelta, riportate gli altri nelle celle e dategli un lavoro" dileguò in quel modo quell'intera massa di persone, uomini, donne, bambini. Non degnò nessuno di uno sguardo, avevano già perso quel minimo di interesse che erano riusciti momentaneamente a guadagnarsi da lui. Non gli importava niente di loro. Guardò di nuovo il gracile ragazzo ancora inginocchiato al suo cospetto. Gli occhi gelidi e senza vita lo fissarono con una falsa morbidezza che non possedevano "vediamo di darti una sistemata" gli disse, storcendo la bocca in una smorfia di leggero disgusto, l'odore di sudiciume aveva finalmente raggiunto il suo naso. I suoi occhi brillavano di uno strano luccichio, così misterioso che neanche lui stesso probabilmente sarebbe riuscito a identificare "lavatelo e dategli un cambio di vestiti, lo voglio tirato al lucido, dopo portatelo nella mia stanza" ordinò con il noto e solito sguardo impassibile, la voce e il tono duro che non accettava repliche, fissando le guardie. Abbassò di nuovo lo sguardo verso l'altro, un sorriso soddisfatto, quasi piacevolmente sadico, gli spuntò involontariamente sul viso "a tra poco, Yoongi" con quelle ultime parole si voltò, dirigendosi a passo rapido verso due enormi e pesanti porte, sparendo dopo pochi istanti dietro di esse. Yoongi non riusciva a descivere come si sentisse in quel momento. Si sentiva come in una bolla, non riusciva a capire cosa accadesse attorno a lui, sentiva persone parlare, altre muoversi, ma erano come oggetti in secondo piano, offuscati alla sua vista. D'improvviso si sentì trascinare, inizialmente cercò di ribellarsi, ma il ricordo dello sguardo freddo del sovrano gli era rimasto impresso nella mente, come se fosse stato scolpito nella pietra, facendolo paralizzare d'istinto. Yoongi aveva conosciuto diverse persone apparentemente senza emozioni in passato, ma mai in tutta la sua seppur abbastanza breve vita, si era ritrovato davanti un paio di occhi così vuoti e freddi. Quando realizzò di essere di nuovo solo, si guardò disperatamente intorno, il proprio cuore che batteva ad un ritmo allarmante dentro di lui. Constatò di trovarsi in un bagno, per la precisione in una vasca da bagno, nudo, possibile che fosse stato così assente senza neanche essersi reso conto che lo stavano spogliando dei suoi stessi vestiti? Ben presto la piacevole sensazione dell'acqua calda sulla sua pelle ebbe la meglio su di lui. Si lasciò scappare un piccolo sospiro di piacere, accasciandosi contro il bianco marmo, cercando di ricordare quando era stata l'ultima volta che avesse anche potuto farsi un bagno, figuriamoci poi caldo. Quando alla fine uscì aveva dei vestiti nuovi, sempre se si poteva definire in quel modo quella specie di vestiario anonimo e monotono che gli copriva a malapena le gambe bianche e magre, che proprio in quel momento poi, sembravano essersi di colpo addormentate. Dato che Yoongi sembrava non intenzionato a muoversi, le stesse guardie di prima ripresero a trascinarlo, portandolo in un'altro luogo sconosciuto. Intuì che stessero perdendo la pazienza, i loro passi erano più lunghi e veloci, la stretta che avevano sul suo corpo si era rafforzata. Stringevano così forte che probabilmente sarebbero rimasti dei segni rossi a marchiare la pelle lattea. Yoongi in tutto ciò era inerme, non sentiva niente, persino il breve istante di sollievo che il bagno caldo gli aveva causato era sparito, lasciando un guscio vuoto. Dopo diversi ed incessanti minuti, i suoi piedi nudi si erano arrossati, irritati per il troppo trascinare. Finalmente, le guardie si fermarono. Il suo capo visivo registrò appena in tempo una porta enorme a doppia anta, il legno di ciliegio scuro, con delle maniglie d'oro, prima di essere praticamente gettato verso di esse. Nonostante l'apparenza resistente, le porte si aprirono come due miseri ramoscelli sotto il suo peso. In pochi rapidi istanti il viso di Yoongi fece un contatto a dir poco brutale con il lucido pavimento di marmo, causandogli un gemito per il forte dolore. In altre circostanze si sarebbe alzato, magari avrebbe avuto persino il coraggio di urlare contro quegli stronzi che lo avevano gettato come se fosse un misero essere insignificante, ma non fece nulla di tutto ciò. Yoongi rimase semplicemente li a terra, il corpo immobile e pateticamente schiacciato contro il marmo gelido, era stremato. Quanti giorni erano che non mangiava? Tre? Forse quattro? Creddette davvero che la sua fine fosse tristemente arrivata. Che modo orribile per andarsene, dopo essere catturato e scelto da uno dei sovrani più malvagi della storia, il suo cadavere sarebbe rimasto li a giacere per terra su quel freddo ed apparentemente anonimo suolo. Il suo unico, e probabilmente ultimo, pensiero era rivolto alla sua casa, avrebbe dato qualsiasi cosa per ritornarci, sebbene fosse ormai più che lampante che si sarebbe potuto già ritenere fortunato se sarebbe riuscito a vedere la luce del sole dopo quel giorno. Hoseok alzò lo sguardo all'udire di quel suono, il magro e allenato corpo seduto su una morbida e lussuosa poltrona, il viso impassibile stava leggendo un libro elegantemente poggiato sulle gambe accavallate, prima che venisse interrotto. "oh ma guarda un po' " non potè fare a meno di ridacchiare a quell'innaspettata intrusione, apparentemente per nulla turbato o infastidito "non mi aspettavo di certo un così grande entusiasmo, non vedevi l'ora di iniziare a servirmi?" sfoggiò un rapido e malsano sorrisetto da gatto del cheshire, alzandosi ed incamminandosi con passo felino ed elegante verso il piccolo corpo accasciato a terra. Le scarpe causavano un sonoro e freddo ticchettio ad ogni suo passo "alzati Yoongi, porta rispetto al tuo padrone" gli intimò, la faccenda della caduta improvvisamente non era più così divertente. Yoongi sentì il sangue gelargli nelle vene, realizzò solo in quel momento che tutto ciò fosse reale, che non era uno dei tanti e macabri sogni che la sua mente malsana gli stava giocando come un brutto tiro. Adesso era uno schiavo. Internamente urlò dalla disperazione contro quel destino crudele, era fottuto.

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⏰ Last updated: Apr 27, 2019 ⏰

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