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Due migliori amici, o almeno fino a qualche mese fa erano questo...
Harry James Potter e Hermione Jean Granger erano sempre stati amici, sin dal primo anno ad Hogwarts, quando lui, assieme al suo migliore amico Ronald (Ron) Weasley l'avevano salvata da un grosso troll di montagna.
Da quel giorno diventarono inseparabili.
Ma si sa: la storia dei migliori amici non dura per sempre e, nonostante tra Herry e Hermione ci sia sempre stata una certa affinità, non fu lui a innamorarsi, ma Ron, e, visto che lei ricambiava, al loro ultimo anno, dopo essersi dati il loro primo bacio durante la guerra e aver aiutato Harry a sconfiggere Voldemort, si misero assieme. Ma, come tutti gli amori adolescenziali, anche questo era destinato a finire e così, dopo una lunga serie di litigi, i due si lasciarono, proprio come Harry e Ginny, sorella di Ron, decidendo di tornare ad essere i migliori amici di un tempo. Però tornare come prima divenne più difficile di quanto pensassero e così Ron, come Ginny per Harry, scoprì di essere ancora innamorato della sua migliore amica a sua colpa e discolpa. Nonostante tutto Harry era tornato a vivere la propria vita, così come Hermione, che non dava nessun segno di rancore nell'aver chiuso definitivamente con Ron, nemmeno nella sua testa aveva mai pensato di aver sbagliato.
Nel frattempo Harry era tornato ad avere quell'affinità con l'amica che tutti invidiavano: "Harry e Hermione si capiscono con uno sguardo, ma come fanno?", "Vorrei esserne capace anch'io..." o "Probabilmente riescono a capirsi grazie a qualche incantesimo o pozione inventata da lei, tutti sono sempre stati a conoscenza delle sue fantastiche doti magiche..." e "È perché sono amanti, è impossibile altrimenti..." dicevano addirittura i più invidiosi. E loro ci ridevano su, sapendo che ciò era dovuto soltanto allo stretto contatto che avevano sempre avuto, alla loro forte amicizia, alla loro vicinanza e alla loro grande capacità osservativa e intuitiva.

Fu, dopo uno di quei commenti, che il suo cuore si risvegliò.

- Oh, guarda Tom, c'è Potter. - disse un ex ragazzo di serpeverde al suo amico della stessa casa. L'altro ragazzo gli chiese guardando Harry e alzando la voce: - Chissà perché è così felice? - E lui gli rispose: - Sicuramente avrà appena finito di divertirsi in camera con la Granger; che poi, non ho ancora capito cosa ci provi in lei, probabilmente non si fa nemmeno toccare laggiù. E poi mi sa che è anche frigida.
Sulle prime Harry li ignorò continuando a camminare mano nella mano con l'amica, ma appena li sentì insultare Hermione, non ci vide più dalla rabbia, così si staccò da lei e, non curante dei "lascia stare sono soltanto dei ragazzini" e "Harry, torna indietro, non ne vale la pena" della strega, iniziò ad avvicinarsi ai due lanciandogli degli sguardi gelanti. Le serpi continuarono a provocarlo, fregandosi della rabbia del grifone. Così, l'ormai ventenne Harry Potter, senza proferire parola, tirò un pugno sul naso al primo ragazzo rompendoglielo, poi prese per il colletto della camicia il secondo e, con parole dure e tono freddo e ineccepibile, disse: - Non v'azzardate mai più, entrambi, a dire una cosa del genere su Hermione, come su qualunque donna e uomo. Non siete i padroni del mondo e mai lo sarete, quindi non potete fare e dire quello che volete. Pertanto vi chiedo di andarvene e non farvi più vedere perché, se vi vedrò fare, o dire, qualcosa di sbagliato, giuro che quello che vi ho fatto oggi - e indicò il giovane che, accasciato su se stesso, si teneva le mani sporche di sangue sul volto per il gran dolore provato - vi sembrerà il Paradiso in confronto. - disse minaccioso e, girandosi, si allontanò, riprendendo fra la sua, la mano dell'amica e costringendola ad allontanarsi. Quando furono abbastanza lontani si fermarono abbassandosi e sedendosi ai piedi di un salice, e appoggiando la schiena sul tronco. La ragazza appoggiò il proprio capo sulla spalla dell'amico e, dopo aver ripreso il fiato dalla camminata troppo veloce, gli sussurrò: - Perché l'hai fatto Harry? Ti avevo detto che non ce n'era bisogno.

- Perché non voglio più vederti soffrire, Hermione, ti voglio troppo bene perché questo accada; e il mio cuore non sopporterebbe il vederti un'altra volta triste e abbandonata a te stessa, con le lacrime agli occhi e le mani sul viso; non sono più in grado di sentire i tuoi singhiozzi sommessi e i tuoi lunghi pianti, non perché non sia capace di sopportarli, ma perché non sarei capace di consolarti. Come hai visto, anche quando Ron se n'è andato dalla tenda durante la ricerca degli Horcrux non sono stato capace di starti vicino come avrei voluto e, se te lo stai chiedendo, si, ti sentivo piangere la notte, e non voglio che questo accada un'altra volta. Ero stato capace soltanto di invitarti a ballare, facendoti tornare il sorriso per quelli che sono stati due minuti che hai passato felice, perché, appena la radio ha perso segnale, ci siamo staccati e l'ho visto, il tuo sorriso, tornare a quella smorfia così simile al dolore. Lo vedevo nei tuoi occhi, dall'essere brillanti e lucenti mentre danzavamo, al tornare tetri e addolorati, perché Ron ci aveva lasciati, preso dalla rabbia e sicuramente non aiutato dal medaglione di Salazar Serpeverde al suo collo. Io non voglio che te pianga un'altra volta o che ti senta offesa di nuovo, come erano capaci di fare solo Malfoy e i suoi scagnozzi insultandoti, io voglio vederti sempre con il sorriso in volto Hermione, voglio poterti sentire ridere e dire a me e a Ron che siamo soltanto degli scemi perché, in qualunque momento, facciamo battute insensate e stupide. Io non voglio che te sia triste, voglio semplicemente che te sia felice Hermione. Solo questo. E scusami per il poema, che, a proposito, sarebbe stato meglio l'avessi fatto ai tempi di Hogwarts, quando Piton ci chiedeva pagine e pagine di pergamena su una pozione sconosciuta e impossibile da realizzare. - Lei sorrise, lo guardò e disse: - Scemo. - rise con le lacrime agli occhi per la commozione dovuta alle belle parole che l'amico aveva speso per lei.

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