La risposta

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Malfoy cercò di riprendere fiato, ma le sue vie respiratorie erano bloccate.
Quella maledetta Mezzosangue stava tentando di ucciderlo ? Si chiese, tossendo nella maniera più discreta possibile.
Quella domanda per poco non gli aveva fatto uscire la burrobirra direttamente dal naso.
"Che vai farneticando, Granger?" biascicò, cercando aiuto in un altro sorso di burrobirra, che però non sortì l'effetto desiderato.
Hermione lo guardava con un'espressione indecifrabile, aveva le guance rosse e lo sguardo deciso.
Avrebbe riso di lui se l'emozione che provava in quel momento non avesse preso il sopravvento.
"Sei sordo o cosa Malfoy... ?"
Quando si fu totalmente ripreso, lui la guardò con uno sguardo penetrante. Hermione si chiese se il rossore sulle sue guance fosse dovuto all'imbarazzo o per il fatto di aver rischiato di morire per colpa di una burrobirra.
"Ho sentito benissimo la tua domanda, è il perché tu l'abbia posta che mi incuriosisce..." le rispose, con un sussurro roco.
Hermione sentì la sua "sicurezza" svanire come la neve al sole. Ma doveva mantenere il punto se voleva una vera risposta.
Malfoy era tremendamente abile nello sviare situazioni e conversazioni per lui scomode.
"Ti incuriosisce che mi chieda come mai, dopo anni di insulti, tu abbia deciso di darmi un bacio?"
Malfoy ghignò, la Granger era un osso duro ma avrebbe trovato pane per i suoi denti.
"Se te lo chiedi, vuol dire che ti interessa..." rispose serafico, finendo l'ultimo goccio della sua burrobirra.
Hermione strinse i pugni sotto al tavolo. Ecco, lo stava facendo di nuovo, voleva farla desistere mettendola in imbarazzo. Ma questa volta non ci sarebbe riuscito, a costo di sbilanciarsi ed essere derisa da lui per il resto dei suoi giorni.
"Sì, mi interessa..." disse sbuffando "E vorrei una risposta prima di domani mattina."
Il tono della Granger non ammetteva repliche, inoltre la sua risposta lo aveva spiazzato così tanto da metterlo quasi in difficoltà.
Malfoy si aspettava un'altra domanda o anche una negazione, ma mai un'ammissione.
Le interessava il perché l'avesse baciata... ma questo, certamente, non voleva dire che fosse interessata a lui.
Inoltre il rifiuto di Hermione a quel bacio ancora gli bruciava, come se quella notte lei lo avesse marchiato a fuoco.
Eh sì, se voleva una risposta se la sarebbe dovuta sudare!
"Sai Granger, potrei anche risponderti... ma solo se prometti che anche tu poi risponderai ad una mia domanda..." la guardò furbamente, in un modo che ad Hermione non piacque per niente. Sembrava un predatore intento ad osservare la sua vittima.
"Che domanda sarebbe?"
"Quanta fretta ... devi ancora giurare, sul tuo onore Grifondoro naturalmente, che poi mi risponderai" disse lui, malignamente "Anche perché credo che ti interesserebbe sentire la mia risposta prima, visto che sono strettamente correlate."
Il battito di Hermione aumentò a dismisura. "E va bene, ti risponderò, lo prometto" rispose nervosamente. Che domanda voleva farle? Perché aveva aspettato che fosse lei per prima a chiedergli qualcosa invece di farlo direttamente lui?
Era così assorta nei suoi pensieri che quasi non si accorse che Malfoy si fosse alzato.
"D...Dove stai andando adesso?" chiese spaesata, vedendolo avviarsi al bancone.
"A pagare Mezzosangue, non credo che il nostro "banchetto" sia stato gratis."
Hermione avvampò per la vergogna, si alzò di scatto prendendo convulsamente la sua borsa.
"Aspetta, dovrei avere qualche galeone in borsa."
"Lascia perdere..."
"Cosa?"
"Ho detto lascia perdere, ci penso io!"
Lei gli si avvicinò, con in mano un portamonete a forma di coniglietto rosso.
"Non posso permettere che sia tu a pagare per tutti e due" disse risoluta. Non aveva mai tollerato queste smancerie cavalleresche.
"Per tutti i calderoni, Granger!" sibilò lui, vedendo il suo portamonete "Questa è davvero un'offesa al buon gusto!"
Hermione alzò il sopracciglio, cosa aveva di così terribile il suo portagaleoni?
"Ed ora qual è il problema?" chiese, incrociando le braccia.
Lui fece un gesto eloquente con la mano prima di allungare alla cameriera che li aveva serviti una manciata di galeoni.
"Tenga pure il resto..."
"Grazie signore, torni presto a trovarci" rispose lei con un sorriso.
Malfoy prese tranquillamente il suo mantello mentre Hermione lo seguiva come un'oca inferocita.
"Sei sempre il solito, ti ho detto che volevo pagare la mia parte!" disse, indossando anche lei sciarpa e mantello.
"Per favore stai buona e pensa ad un modo di trasfigurare quel coso in qualcosa che sia guardabile."
"Che ha che non va il mio coniglio?" chiese offesa  "Ci ho messo quasi una settimana a cucirlo senza magia!"
Malfoy iniziò a riderle in faccia sguaiatamente "E quello sarebbe un coniglio?"
Hermione stava iniziando a perdere veramente la pazienza.
"Pensavo fosse la faccia di Lenticchia con una brutta malattia deformante!!! Anzi, guardandolo bene, forse lui è anche peggio! ahahah..."
Questo era troppo, pensò Hermione, sentendo il sopracciglio tremare vistosamente.
Lo afferrò per il mantello, trascinandolo fuori dal locale in malo modo.
"Che modi, Mezzosangue" sibilò lui contrariato, quando si trovarono per le gelide vie poco illuminate di Hosmeade.
"Sei andata allo stesso corso educativo di San Potter e lo straccione per caso?"
"Divertente..." disse lei, guardandolo astiosa "Per questa volta lascerò correre, anche perché mi sembra che tu debba ancora rispondere ad una certa domanda."
Il ghigno di Malfoy si spense lentamente.
Quella piccola intrigante non accennava a mollare.
"E va bene... sei davvero cocciuta ..." sospirò fissando il cielo, dandole le spalle per un momento.
La luna illuminava una piccola porzione di cielo circondato da nuvole cariche di pioggia, con quel freddo sicuramente sarebbe nevicato da un momento all'altro.
"Vuoi sapere veramente perché ho provato a baciarti?" le disse voltandosi, il suo sguardo la fece rabbrividire più del gelido vento di quel giorno.
Istintivamente si strinse nel suo mantello, mentre annuiva in silenzio.
"Dovevo farlo."
Hermione sgranò gli occhi.
"In che senso, dovevi farlo? Dovevi baciarmi?"
Malfoy le si avvicinò "Ovviamente per avvelenarti, avevo del veleno sotto la lingua" sibilò lui, ad un millimetro dal suo viso.
Hermione avvampò, non seppe neanche lei se per l'indignazione o perché solo sentendo la parola lingua, pensieri poco casti avevano invaso la sua mente.
"A...Avvelenarmi?"
Malfoy rimase serio per qualche secondo prima di scoppiarle a ridere in faccia, nuovamente.
"Stavo scherzando..." disse tra una risata e l'altra "Che faccia che hai fatto Granger, sei uno spasso!"
Hermione lo fulminò con lo sguardo "Forse sarebbe stato meglio che avessi preso quel whiskey incendiario, almeno da incosciente avresti detto meno stupidaggini!"
Vedendo che lui non accennava a smettere di ridere, iniziò a fissarlo divertita. Malfoy aveva di nuovo quel sorriso bellissimo che aveva visto nella loro prima uscita illegale. Hermione in quel momento si sentì veramente felice e si chiese se anche Malfoy, almeno un pochino, si sentisse come lei quando erano insieme.
"Ehi, Ron..." sussurrò Ginny dietro ad un angolo dei sotterranei "Dove sei finito?"
"Qui!" Ginny sentì una mano toccarle la spalla "Con questo buio faccio fatica a vedere ad un centimetro, ma perché non li illuminano un pochino questi sotterranei? Capisco che lo facciano per non doversi guardare a vicenda le loro brutte facce... ma a tutto c'è un limite."
Ginny trattenne una risatina.
"Hai visto uscire qualcuno?"
Ron aggrottò le sopracciglia "No, dopo il coprifuoco non è uscito nessuno, almeno spero..."
"Come speri! Ti sei allontanato?"
Ron arrossì colpevole, fu contento di essere al buio in quel momento.
"Ehm... sì, dovevo andare in bagno. Ma è stato solo per pochi minuti!"
"Sarà..." disse la sorella, un po' pensierosa. Da quelle Serpi c'era da aspettarsi di tutto, anche che strisciassero fuori dal bagno di Mirtilla Malcontenta.
"Ma quanto ci mettono Hermione e Malfoy!" esclamò Ron con il suo solito tono polemico "Ormai sapranno a memoria tutti i libri di quella stupida biblitoteca!"
Ginny cercò di rabbonirlo "Vedrai, torneranno a momenti..." ma in realtà non era molto convinta neanche lei, la biblioteca a quell'ora era chiusa da un pezzo, però forse immaginava cosa stesse facendo l'amica...
Anche lei ringraziò che fosse buio, così Ron non avrebbe visto il sorrisetto malizioso che le increspava le labbra.
Hermione sospirò, aveva riso così tanto che le doleva la pancia. Vedere quel Serpeverde ridere di gusto aveva finito per contagiare anche lei.
Alla fine Malfoy aveva vinto, pensò esausta. Non le avrebbe mai detto il motivo di quel bacio e, forse, anche una parte di lei non voleva saperlo per paura di scoprire qualche cosa di spiacevole.
Adesso però doveva parlare del ricatto, il peggio stava per venire.
Le strade erano deserte a quell'ora, un vento gelido le sterzava le guance ed i capelli.
Forse non era il caso di parlargli lì fuori con quel freddo, ma soprattutto con il rischio che le sue urla svegliassero qualcuno.
Perchè era sicura al cento per cento che lui si sarebbe messo ad urlare.
"Ho capito che non vuoi rispondermi... ma non fa niente" gli disse, non appena lo vide riprendersi. Lui la guardò con sufficienza, ma non disse nulla.
"Comunque ho bisogno di parlarti, andiamo alla Stamberga Strillante!"
"Dove?" sbottò Malfoy, sgranando gli occhi "Io non ci metto piede in quella topaia!"
"Non iniziare con le norme igieniche adesso! Ho bisogno di parlati e qui si muore di freddo..." rispose Hermione, omettendo la faccenda "urli selvaggi".
"Rientriamo nel pub allora! E poi cos'è che devi dirmi?" chiese il Serpeverde, scrutandola sospettoso.
Hermione si strinse maggiormente nella sua sciarpa.
"Ai Tre Manici di Scopa ci sono troppe persone e non voglio che senta nessuno, è un faccenda delicata!" disse, tremante "Il vento si è alzato, sbrighiamoci prima che piova... sto congelando!"
Anche Malfoy si strinse nel suo mantello nero "E va bene, piccola strega..." disse, con sguardo malizioso "Non credevo che ambissi così tanto a stare da sola con me in una casa abbandonata."
Forse per il freddo, forse per il fatto che la sua uscita potesse essere effettivamente fraintesa, ma comunque i capelli di Hermione si drizzarono.
"Che hai capito?" berciò, quasi isterica "Ti devo dire una cosa seria che ti riguarda, NON flirtare con te."
Malfoy sussultò "Cosa?"
"Andiamo e ti dirò tutto..."
Si incamminarono a testa bassa verso la Stamberga, il vento stava aumentando e la temperatura stava scendendo rapidamente.
Salirono la collinetta dove sorgeva la casa, la cui immagine sinistra troneggiava su Hosgmeade, con le sue finestre rotte e chiuse da tavolati. Passarono successivamente per il cupo giardino, inselvatichito negli anni. Malfoy non trattenne un'espressione disgustata guardando quel degrado e comparandolo al giardino di rose che curava sua madre a Malfoy Manor.
Per tutto il percorso non si erano scambiati neanche una parola.
Draco aprì la porta sporca e scheggiata, con il mantello che svolazzava alle sue spalle, ed Hermione si precipitò dentro senza tante cerimonie.
"Questa temperatura è decisamente migliore" disse la ragazza con un sospiro, tirando fuori la bacchetta dal mantello "Lumus!"
Anche Malfoy la imitò.
Ai due ragazzi apparve una scena degna di un film dell'orrore.
Sul pavimento macchiato c'erano come minimo due dita di polvere, ad eccezione di zone più chiare. Sicuramente quelle erano le loro orme di qualche anno prima, quando lei era entrata in quella casa insieme ad Harry per salvare Ron, trascinato lì sotto da Sirius. Infatti nella Stamberga c'era un passaggio segreto che portava sotto al Platano Picchiatore, nel giardino di Hogwarts.
"E' anche peggio di ogni immaginazione..." sentenziò Malfoy, con aria greve, fissando i mobili rotti e sparsi per tutta la casa. Hermione illuminò le scale disintegrate e poi una stanzetta più piccola "Questa mi sembra quella messa meglio, vieni."
Malfoy la seguì, con un sopracciglio leggermente alzato "Messa meglio? Questa casa sta per crollare Granger! E' la seconda volta oggi che attenti alla mia vita."
Hermione gli scoccò un'occhiata nervosa, sperando intimamente che non fosse proprio lui a farla crollare del tutto.
"Che fortuna, delle candele!" trillò, afferrandone un paio da terra e pulendole dalla povere "Incendio!"
Con un colpo di bacchetta le accese tutte.
"Allora Mezzosangue, vuoi anche un tavolo e due bicchieri di vino?"
Malfoy la stava fissando al centro della stanza, aveva uno sguardo spazientito e le braccia conserte.
"Cosa mi devi dire di tanto importante da portarmi in questa topaia?"
Hermione ingoiò a vuoto, cercando le parole adatte da usare.
"Ahia Ron!" sussurrò Ginny con forza "Quello era il mio piede!"
"Oh, scusami."
Ginny sospirò, erano almeno tre volte che le pestava i piedi.
Ron stava girando in tondo da un'ora con il mantello di Harry sulle spalle, non facendo altro che insultare la casa di Serpeverde e tutti i suoi occupanti.
Si vedeva da lontano un miglio che era preoccupato del ritardo di Hermione, secondo lui Malfoy l'aveva uccisa e lanciata in un pozzo di Hosgmeade con una pietra al collo.
Ma per quanto queste congetture fossero assurde e la facessero ridere, adesso anche lei iniziava a sentirsi un po' in ansia. Hermione, dopotutto, gli avrebbe dovuto dire del ricatto ed era preoccupata lei stessa di una possibile reazione di Malfoy.
Quel ragazzo era sempre calmo e glaciale su tutto, ma quando qualcosa lo toccava nell'orgoglio la sua calma spariva lasciando il posto alla sua emotività. Un'emotività molto violenta ed a volte crudele. Ed era anche una cosa normale per chi era stato cresciuto, come lui, per divenire erede di una dinastia di maghi potenti ed oscuri.
Hermione era riuscita a prenderla in disparte prima di uscire e le aveva raccontato molte cose su di lui e sul suo comportamento in varie occasioni. Ginny, così, in quelle ore di attesa era arrivata ad una conclusione .
Malfoy l'amava e non le avrebbe mai fatto del male.
Ma se invece non fosse stato così? E se nel sapere del ricatto se la fosse presa con Hermione?
Forse stare con Ron in un momento come quello non era l'ideale, la stava facendo agitare.
"La finisci di girare come un leone in gabbia?" gli sussurò irata "Mi stai innervosendo, senza contare che mi verrà sicuramente un livido sul piede!"
"Come faccio a stare calmo!" le rispose il fratello "Hermione è fuori con quello da ore, non ci credo che hanno studiato per tutto il tempo! E poi questa storia del ricatto mi da i brividi... se metto le mani su Zabini giuro che gli farò pentire di essere strisciato in questa scuola."
"Concordo in pieno, Weasley..."
Una voce nel buio gelò il sangue a Ron e Ginny, che trattennero il fiato. Cercarono di capire chi fosse la sagoma davanti a loro, anzi, due sagome! Ma il buio era troppo fitto e la poca luce che arrivava dalle finestre faceva distinguere loro solo dei contorni sfocati.
Ecco, pensò Ginny atterrita, per discutere con quell'ameba di suo fratello non si erano accorti che fosse uscito qualcuno.
"E' passato qualcuno da questa parte?" chiese l'altra sagoma, però la sua voce sembrò famigliare.
"Harry?"
"Sì, sono io e c'è anche Nott con me, chi ti aspettavi?"
Ron e Ginny tirarono un sospiro di sollievo.
"Miseriaccia, che spavento!" sussurrò Ron, pallido come un cencio "Non avevo mai sentito la voce di Nott, pensavamo fosse qualcuno di loro."
Theodore ghignò "In effetti è vero, non ci siamo mai parlati direttamente, o sbaglio?"
"No infatti" confermò Ron "Comunque non è passato nessuno nelle ultime ore, e non ce la faccio più ad aspettare..." Riprese a camminare avanti ed indietro "E se fosse successo qualcosa di spiacevole ad Hermione?"
Ginny alzò mentalmente gli occhi al cielo "Eccolo che ricomincia..."
"Tranquillo Weasley" la pacata ma gelida voce di Nott lo bloccò sul posto "Finché lei è insieme a Draco non le accadrà nulla."
Per Ron fu peggio di una conferma "E' proprio questo che mi preoccupa!" disse con forza "Lui la odia!"
Nott sorrise nel buio... Weasley aveva realmente le fette di salame sugli occhi, non aveva sbagliato a giudicarlo.
"No, non la odia affatto" ghignò nel dirlo e Ron se ne accorse subito.
"Ah sì? Allora gli insulti di questi anni erano solo una copertura ed in realtà lui è il suo migliore amico?"
Harry e Ginny sospirarono. Ci mancava solo che quei due inziassero a litigare.
Ma Nott non si scompose, avere a che fare ogni giorno con Draco Malfoy lo aveva temprato.
"Mai detto questo, dico solo che non farebbe mai del male a chi potrebbe aiutarlo a mantenere la sua "E" in Pozioni."
Ron tacque.
Ginny pensò che forse la risposta di Nott, per quanto falsa, lo avesse quasi convinto.
Anche Theodore pensò compiaciuto la stessa cosa.
D'altronde non era saggio per lui dire ad uno spasimante della Granger quanto in realtà Draco tenesse a lei.
Harry si intromise "Comunque siamo venuti a chiamarvi perché dobbiamo andare tutti al settimo piano e dobbiamo avvertire Hermione di portare Malfoy lì quando torneranno."
"Al settimo piano?" chiese Ginny "Intendi nella Stanza delle Necessità?"
"Sì"
"E come mai?" continuò, sorpresa.
Fu Nott a risponderle stavolta.
"Perché ho qualcosa da mostrarvi..."

D come Draco, M come MisoginoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora