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Se il viaggio di andata fu silenzioso quello di ritorno fu un vero e proprio mortorio: Taehyung aveva la testa bassa, le mani congiunte fra loro e il respiro irregolare, il volto coperto dalla mascherina nera.
Jungkook era alla guida, invece, gli occhi fissi sulla strada e il labbro inferiore stretto nella morsa dei suoi denti.
Entrambi, povere anime tormentate, trattenevano le lacrime a stento.

Gli occhi lucidi, il labbro che tremava e le dita strette fra loro, e nessun sospiro a lasciare le loro bocche. La strada vuota scorreva davanti ai loro occhi, ma la mente era bombardata dalle parole del dottor Choi.
"Lei non è gravido"
"Non aspetta nessun bambino"
E il cuore di Taehyung completamente a pezzi: era vero, lui continuava a ripetersi che quella sarebbe stata la creatura di un rapporto non voluto, che sarebbe stata sempre messa da parte e non amata, ma questo non era vero. Per niente.

Sotto sotto, Taehyung sapeva benissimo di tenerci più della sua vita a quel bambino che si stava andando a formare nel suo ventre, sapeva di amarlo già, anche se non sapeva un bel nulla di lui o lei. Lo sentiva terribilmente suo, seppure all'inizio il sesso con Jeon fosse stato solo frutto degli ormoni e non di una reale attrazione.
E sapere all'improvviso che tutto quello che aveva pensato, immaginato e sperato, era stato solo uno scherzo della sua psiche, lo aveva destabilizzato moralmente.

Jungkook non osò rivolgere la parola a Taehyung dal momento in cui avevano salutato il dottore, uscendo dallo studio. Non una parola, nemmeno uno sguardo: non sarebbe servito a nulla, il corvino immaginava benissimo come doveva sentirsi il generale, quindi preferì non infastidirlo ulteriormente.
Arrivarono nel parcheggio della caserma, vuoto e con giusto qualche luce di segnalazione accesa, Jungkook parcheggiò la sua auto nera in uno dei posti liberi e spense il motore.

Le sue mani scesero istintivamente sulle sue cosce, così come il suo sguardo, nell'abitacolo della macchina ancora silenzio.
«Mi dispiace...» soffiò lentamente il corvino, giocherellando con le sue stesse dita, non sapendo onestamente cosa dire. Taehyung era rimasto come incantato nella sua posizione per tutto il viaggio;
«Non si risolve nulla con i "Mi dispiace".» fu un sussurro quello del generale, la sua voce bassa e vibrante.
Jungkook si morse l'interno delle guance, completamente spiazzato dalla risposta affilata di Taehyung. Come biasimarlo, del resto.

«Non è colpa di nessuno dei due. Non abbiamo nessuna colpa.» si disse Taehyung, quasi come ad autoconvincersi delle sue stesse  parole. «Adesso torneremo alle nostre vite, nessuna preoccupazione, nessuna nausea mattutina e nessun cambio di umore improvviso. Meglio così.» concluse prima di uscire con uno scatto furioso dalla macchina, e Jungkook lo seguì a ruota, rincorrendolo. Sapeva che quella non era la verità.

In un attimo, Jungkook afferrò Taehyung per il braccio, e lo inglobò in un abbraccio caloroso e stretto, lasciando che il suo volto affondasse nell'incavo del suo collo.
Taehyung inspirò forte l'odore di Jungkook, che gli solleticava le narici e scoppiò in un pianto liberatorio e disperato, come mai aveva fatto nella sua vita.

Taehyung si aggrappó con tutta la sua forza all'impermeabile del corvino, affondando gli occhi e il naso nel suo petto caldo, che in quel momento gli sembrava l'unica cosa sicura al mondo. Pianse. Pianse tutte le lacrime che aveva trattenuto dal dottore, quando gli era stato detto che no, non sarebbe stato padre.
Il corvino gli accarezzò la testa, sentendo anche lui le prime lacrime cominciare a bagnargli le guance, eppure gli baciò i capelli, gli accarezzò la schiena con le mani, per farlo sentire anche solo leggermente più sollevato.

«Lo volevo quel bambino io-io lo volevo... » confessò fra le lacrime Taehyung, ora un disastro. «Lo volevo» cantilenò con voce rotta, abbracciando ancora più forte la recluta.
Per un momento, Kim Taehyung aveva abbandonato la sua maschera gelida da generale inflessibile e ineluttabile, per un momento Kim Taehyung era solo un umano.
Un umano a cui avevano appena strappato via crudelmente l'unica fonte di luce in quella stanza buia, cupa, terribile che era la sua vita.

«Te lo giuro Tae» tirò su col naso Jungkook, mentre i singhiozzi del castano risuonavano nel parcheggio vuoto e buio «Te lo giuro, sulle stelle che sono nel cielo, che non si muovono mai, te lo giuro sul mare, che mai sarà dolce, te lo giuro sul tempo, sulla primavera che torna ogni anno, che ti renderò felice.» abbandonò la sua testa vicino a quella del maggiore, entrambi scossi dai forti singhiozzi di un pianto senza fine, nella speranza e nel desiderio ardente, di trovare una felicità ormai perduta.

«Permettimi di renderti felice, Taehyung.»

Hello :) finalmente capiamo I veri sentimenti di Tae verso questo bambino che purtroppo non esiste :c e finalmente anche kook si dichiara! Che ne pensate? Come si evolverà la loro relazione?

Killer Scent | Kooktae [BTS Fanfic] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora