•Capitolo 37•

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"Ciao, Jeb." Lo salutò Savannah, presa un po' in contropiede e ignara di cosa sarebbe potuto succedere di lì a poco.

Jeb, perplesso ricambiò il suo saluto.

Oh, io lo sapevo benissimo invece. Cominciai ad immaginarmi tutta una serie di scenari raccapriccianti. Andrew che perdeva le staffe e gli metteva le mani addosso, Jeb che sorpreso dall'attentato cercava di difendersi e io che finivo colpita da uno dei due mentre cercavo di fermare il tutto.

Mi allontanai velocemente da Jeb, come se scottasse, proprio per evitare che accadesse.

Il nostro era stato un bacio accidentale. Jeb aveva stupidamente appoggiato le labbra sulle mie, però io mi ero allontanata. Fissando l'espressione contratta di Andrew mi domandai se anche a lui sarebbe bastata come spiegazione. Come in cerca di aiuto, spostai velocemente lo sguardo sulla mia amica che stava ricambiando il mio sguardo implorante con l'aria più confusa che potesse esistere.

Già, perché anche lei non sapeva niente di quel non bacio.

"Lui è Jebediah." Avevo la voce roca mentre parlavo. Andrew mi stava già fulminando con lo sguardo. Fantastico. I miei sensi di colpa riaffiorarono come un relitto in fondo all'oceano.

"Piacere." Jeb fece un passo avanti e gli allungò la mano. Lo stava studiando accuratamente, probabilmente chiedendosi come mai l'altro non ricambiasse la stretta di mano.

Andrew si limitò a sollevare un sopracciglio scuro vero l'alto e sorrise. Un sorriso che non raggiungeva gli occhi."Io sono Andrew, anche se immagino tu mi conosca già. Di solito tutti mi conoscono. Non per mia scelta, ma comunque..." Ci fu una lunga pausa, durante la quale Savannah si mise a mangiucchiarsi le unghie delle dita."E sono il ragazzo di Kimberly."

Il mio amico si irrigidì e anch'io non appena mi ricordai di non avergli parlato di Andrew. Come mai non l'avevo fatto? Mi picchiai mentalmente. Inizialmente perché non sapevo nemmeno come spiegarglielo e temevo che lo avrebbe giudicato a causa dei problemi che in passato aveva avuto con i cattivi ragazzi...per così dire. Successivamente...Una minuscola parte di me temeva che potesse ancora provare qualcosa nei miei confronti e non voleva ferirlo per alcuna ragione. Sapevo di essere un'idiota, ma non volevo creare situazioni sgradevoli. Me ne resi conto soltanto in quell'esatto istante. E facendo questo stavo proprio per creare una situazione sgradevole. Ma ero ancora in tempo per rimediare.

Jeb abbassò la mano."Capisco." Constatò in uno strano tono carico di tensione."Ti ha anche parlato del bacio dell'altra volta?" Piegò le labbra in un sorrisetto meschino.

Rimasi a bocca spalancata per lo sconcerto."Non c'è stato nessun bacio." Cominciai a parlare a raffica, rifilandogli un'occhiataccia. Il mio peggior incubo si era appena avverato.

Guardai Andrew, profondamente preoccupata. Aveva le labbra carnose dischiuse e gli occhi sgranati mentre passava lo sguardo in rassegna di entrambi come se fosse allucinato.

"Jebediah ha accidentalmente appoggiato le labbra sulle mie, ma non c'è stato nessun..." La mia voce era roca e una morsa mi stringeva il petto, facendomi male.

"Considerati morto."Andrew fu talmente rapido, che neanche lo vidi. Gridai, le mani sul viso. L'istante prima si trovava di fronte a me, quello dopo era su Jebediah, disteso a terra che tentava di trattenerlo per i polsi esibendosi in una smorfia a causa dello sforzo. Andrew era fuori di sé, lo sguardo da pazzo.

"Fermati, Andrew!" Gli urlai contro, in preda al panico non appena gli piombai accanto. Gli afferrai una spalla sperando mi ascoltasse visto che ancora non era passato alle maniere forti. A parte per il fatto che lo avesse buttato contro il pavimento. Aveva il fiato pesante, mentre tendeva ed allentava la mascella in continuazione.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora