Ricordi, Bugie E Mezze Verità

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Lei era l'unica seduta sull'erba. Gli altri stavano ballando.
Plagg si avvicinò le porse la mano. Tikki gliela prese.
<Non sono capace...> ammise Plagg.
<Non è difficile...> rispose Tikki mettendogli una mano sul suo fianco e una nella sua.
Iniziarono a ballare. Lui le pestò qualche volta i piedi ma poi si abituò.
Il sole calò e si misero a dormire.
Quella notte si gelava. Il freddo che c'era nei corridoi in quel momento non era niente.
Tikki si era appena addormentata. Ancora Plagg si chiese come. Le bastò semplicemente stare abbracciata a Plagg. Il suo calore corporeo le bastò per addormentarsi. Eppure Plagg si chiedeva ancora come faceva...
<Noi siamo diversi dagli altri...> sussurrò.
<In che senso?> rispose Tikki svegliandosi.
<Guardaci, Creazione e Distruzione abbracciati in una notte di tempesta...insieme>
<Oh Plagg...è l'amore che ci unisce>
Tutto davanti ai suoi occhi si sfocò.
Vide una sagoma lontana. Era lei? Digrignò i denti.
<Fermati Plagg> urlò. "Perché mi chiama? Cosa vuole?" Pensò subito.
<Che vuoi Creazione...>
Non pensava davvero di incontrarla. Sapeva che lei c'era ma non dovevano assolutamente stare vicini. Ne parlarsi, ne collaborare, neanche guardarsi.
Vide una ragazza dai capelli rossi con delle sfumature marroni alle punte, erano corti, le arrivavano appena alle spalle. I suoi erano neri scompigliati.
La pelle chiarissima. La sua era più scura.
E gli occhi. Quelli lo colpirono. Azzurri spendenti. Erano diversi dai suoi. Verdi.
Non voleva assolutamente avvicinarsi. Lei invece era calma.
Digrignò i denti come per farle paura. Alla fine lui era la distruzione. Avrebbe dovuto aver paura di lui. Allora perché non scappava?
E ora era lì con lei abbracciato a lei che trovava conforto in lui. Lui era cambiato. La Creazione aveva reso il suo potere domabile. Se c'era lei riusciva a controllarsi. Mai pensava di pensarlo.
Senza di lei era perso.
Desiderava averla accanto per tutta la vita. Desiderava sposarla e vivere con lei. Così diversi quei pensieri dal momento in cui l'aveva vista per la prima volta. Quei sentimenti così contrastanti.
Era finita esattamente come lui aveva detto. Se Creazione e Distruzione collaborano l'equilibrio verrà sbalzato. Ma non erano stati loro due. Era stato lui. Lui aveva provocato tutto con il suo potere. Lui aveva toccato Tikki con il cataclisma. Lui vide i suoi occhi perdere di tonalità. Lui vide tutto alterarsi mente la teneva stratta per non lasciarla...lui la vide usare il suo potere per annullare tutto. Il Lucky Charm sistemava tutto. Ma loro non erano tornati umani.
<È già un miracolo che siamo vivi, in qualche modo> così disse Tikki.
Erano 3000 anni che non vedeva Tikki umana. Lei era tutto...
Il forte frastuono del temporale attutì l'urlo di Plagg.
Sobbalzò dal cuscino.
Adrien spalancò gli occhi. Subito si accovacciò sotto al letto e vide Plagg con gli occhi spalancati. Lo prese delicatamente tra le mani e lo mise sul letto.
<Un incubo?> chiese.
<Non è niente...>
<Plagg per favore...>
Plagg sospirò <Sto bene> disse mettendosi supino.
<Perché non ti fidi di me...perché non me ne vuoi guardare...lo so che hai sognato Tikki...> disse tranquillamente.
Tikki era sveglia voleva veramente uscire e consolare Plagg ma non poteva. Appena sentì il suo nome rizzò le orecchie.
<Lo vuoi capire che alle volte bisogna parlarne e confidarsi, ti prego dammi la possibilità di aiutarti> lo pregò Adrien.
<Non capisco perché...sono passati 3000 anni...non era mai successo...> sussurrò Plagg.
<Cosa non era mai successo?> chiese Adrien.
Marinette uscì dal bagno.
<Te lo dirò domani mattina...tanto...manca poco...> disse guardando fuori. Era già quasi l'alba.
Lo poggiò delicatamente sul cuscino e si stese con Marinette abbracciandola.
Tikki volò da lui e si rannicchiò con Plagg.
<Mi dispiace...> sussurrò.
<Tutto si risolverà. Ne sono sicura> lo abbracciò.

Alle 11 Plagg stava ancora dormendo. Marinette si legò i capelli in uno chignon.
<Che c'è?> chiese. Adrien la fissava.
Questo scrollò le spalle <Sei bellissima>
<Bleah...>
<Chi è stato?> chiese Marinette.
<Oh...io...ho una gomma sotto le scarpe> mentì Adrien. Guardò sotto il letto Plagg che li fissava disgustato.
Marinette uscì dalla camera.
<Non vieni?> chiese Marinette.
<Ora arrivo. Dammi solo...mezz'ora...devo fare una cosa...> la baciò e lei uscì.
Chiuse la porta.
Tikki era uscita con Marinette.
<Lascia che ti aiuti>
<Va bene, va bene. Muoviti vieni qui> disse facendo segno di sedersi sul letto dove si era messo lui.
<Io e Tikki, la Kwami di Ladybug eravamo fidanzati...3000 anni fa eravamo umani. Io non riuscì a controllare il mio potere...usai il mio cataclisma su di lei...usò il lucky charm e ci salvammo diventando Kwami...non so perché ma in questi periodi sogno noi due...e...> parlò in un sussurro.
<Ti senti responsabile? Ma...doveva succedere...se non fosse successo non ci sarebbero stati milioni di Ladybug e Chat Noir...> rispose Adrien.
<Non mi importa. Io volevo solo vivere con lei>
<Non mi avresti conosciuto...>
<Chissenefrega...>
<Ah è così che la pensi?!> esclamò Adrien ironico.
<Prova tu a essere trasformato in un Kwami con Marinette e poi vediamo se non avresti desiderato tornare umano per vivere una vita normale con lei...>
Adrien rimase senza parole. Certo che aveva ragione.
<Tikki dice che secondo lei succederà qualcosa...ha una strana sensazione. Ne dovremo parlare con il maestro quando torniamo. Pensa che questo qualcosa sia collegato con gli incubi che faccio...> spiegò Plagg.
<Ma...tu tu vedi la Kwami di Ladybug qui...si so che è anche lei qui...ma..vi siete trovati>
<Sciocco io so chi è Ladybug è ovvio. Sto tutti i giorni con lei. E anche ieri notte quando ho fatto quel sogno...anzi quel...ricordo>
<Quindi insomma...Tikki sa che io sono Chat Noir e tu sai chi è Ladybug...ma allora perché non me lo dici?> esclamò Adrien perplesso.
<Non possiamo rivelare il nome dei portatori>
<Nessuno verrà a saperlo>
<Non è questo...noi Kwami abbiamo un incantesimo che ci impedisce di dire il nome dei portatori...>
<Oh..>
Trascorsero alcuni attimi di silenzio.
<Ti porterò da maestro fu il prima possibile. Appena rientriamo a Parigi>
Alle 21 il suo telefono squillò era a cena con gli altri. Si alzò ma Marinette lo prese per un polso trattenendolo.
<Chi è?> sussurrò.
Il telefono aveva già fatto tre squilli, allora rispose <Pronto> in cinese. Sapeva che era Katami.
<Lasciami un attimo, arrivo subito...> e Marinette lasciò la mano guardandolo andare via. Ancora quella voce femminile. E parlava in cinese. Non capiva niente...
Questo si allontanò dal tavolo per essere sicuro che non lo sentissero anche se parlava cinese.
<Finalmente, sono mesi che non ti sento...ma perché non mi chiami mai?>
<Mi dispiace...sto avendo..>
<Molto da fare? Si, sempre la solita scusa> disse lei interrompendolo.
<Katami io devo dirti una cosa> non importava dirglielo di persona o per telefono bastava che glielo diceva. Così non tradiva ne Marinette ne Katami.
<No, devo dirti io prima una cosa...ascoltami...non è quando sei andato via che sei cambiato...anche prima...prima di partire...prima di sapere che tornavi a Parigi...eri strano. Non mi guardavi neanche...o meglio...mi lasciavi stare...> sospirò <Adrien? Che è successo? Lo sai che mi preoccupo per te. Sei il mio ragazzo. So che sei fragile e ho cercato di non lasciarti mai...>
"Io non sono fragile..." pensò Adrien con una smorfia.
<Ti amo lo sai, ma...sento che da parte tua...non c'è...non c'è quel qualcosa che ti spinge ad amarmi veramente. A scuola ti baciavo sempre quasi io...è nient'altro...Adrien io vorrei che torni qui a Hong Kong voglio rinsaldare la nostra relazione>
<No non posso!> esclamò subito lui.
<Perché no?>
<Perché io...voglio essere sincero con te Katami..io...io sto bene qui...con i miei amici>
<E noi?>
"Non c'è mai stato un noi..." pensò. Solo ora si rendeva conto che con lei non aveva mai provato niente di così forte.
<Katami è quello di cui volevo parlarti...noi...io non sono innamorat...>
La linea cadde.
Un secondo dopo un messaggio
"Scusami la prof mi stava beccando...ci sentiamo dopo Mon Cheri <3"
Adrien sbuffò disperato.
Perché c'era sempre qualcosa che gl impediva di parlare?
Tornò al tavolo.
Ora sapeva che doveva affrontare Marinette.
Si sedette e bevve un sorso di coca. Marinette lo fissava ma lui tacque. E anche lei...
Quella sera dopo quella telefonata non si parlarono.
Marinette era fermamente convinta a farsi gli affari suoi.
"Sono la sua ragazza ok...però...però quella era una voce femminile perché non mi vuole dire chi era..." continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.
"Se non me lo chiede non glielo dirò..." pensò lui salendo le scale.
Entrambi erano ostili a non parlarsi finché uno di loro non lo facesse.
Appena entrò Marinette trasalì e si ficcò nel letto. Adrien la guardò un secondo poi andò in bagno a cambiarsi.
Odiava non rivolgere la parola ad Adrien.
Davvero si stavano ignorando...ma la cosa era difficile dato che dormivano insieme e la cosa non poteva passare inosservata a nessuno dei due.
Si mise anche lui nel letto e spense la luce. Marinette chiuse gli occhi malinconica.
Non le aveva dato la buonanotte. Lo sapeva anche lei che era una sciocchezza ma era abituata che lei e Adrien si abbracciavano prima di addormentarsi. Era un loro gesto d'amore di tutte le sere. Ora lui era girato dall'altra parte e non le aveva rivolto neanche uno sguardo.
Ora pensò il peggio. Adrien si stava sentendo con una ragazza e non amava più lei. Proprio ora che era riuscita a dichiararsi. Proprio ora che il suo sogno con lui si era avverato. Quei giorni con lui erano stati il paradiso. Non poteva sopportare che tutto questo finisse. Lei non poteva vivere senza di lui.
Inaspettatamente delle lacrime gli si formarono negli occhi. Percorsero le guance rosse e le asciugò senza farsi sentire. Non riusciva più a trattenere le lacrime. Non sopportava che lui la ignorasse. Ficcò il viso sotto le coperte e cercò di asciugarsi le lacrime senza dare nell'occhio ma queste non ne volevano sapere di fermarsi...
Senti qualcosa nel petto farle male. Non si era mai sentita cosi...così male.
Singhiozzò e non se ne rese conto. O almeno, non voleva ma lo fece semza che poté fermarlo. Il corpo tremava. Strinse la coperta e affondò il viso nel materasso. Quella notte non faceva freddo ma in quel momento si senti gelata.
Adrien era ancora sveglio. Apri gli occhi e non vide alcun segno dalla sua ragazza. Spesso si girava e gli sorrideva. Ora no...
Senti un rumore sotto le coperte. Un singhiozzo soffocato. Si girò un attimo e vide la sagoma dalle coperte tremare.
Si girò. Attese un attimo e si avvicinò a lei. Si tenne con il braccio sinistro e con il destro gli scostò lentamente la coperta.
Aveva Il viso contro il materasso. Non riusciva a vedere altro che i capelli disordinati sciolti.
Gli mise una mano sulla spalla. Senti la mano calda di lui accarezzarla. Questo non fermò le lacrime anzi...
Non voleva farsi vedere piangere. Pensava di essere ridicola. Non voleva farsi vedere da lui cosi conciata.
Con la mano percorse il petto e la girò dolcemente. Marinette subito si coprì con le mani gli occhi. Facile si...ma tanto le lacrime ormai le bagnavano tutti il viso...
<Mari...> sussurrò.
Accese la abat joir e le mise le mani su quelle di Marinette continuando a tenerla tra le sue braccia. Gli scostò le mani dal viso anche se dapprima lei si oppose.
Chiuse gli occhi e le lacrime aumentarono.
Si sentiva sempre più male.
<Mari...che ce...?> disse abbracciandola.
Stava piangendo...lui l'aveva fatta piangere...
Gli prese il viso tra le mani e la baciò asciugandole el lacrime.
La guardò con il cuore spezzato. Quegli occhi che tanto amava pieni di lacrime...per lui.
<Amore...guardami che ce? Perché piangi > disse disperato. Si senti una merda.
La abbracciò forte. Più forte che poté.
Erano passati 5 minuti. La coccolò amorevolmente cercando di calmarla.
<I-io...n-no n-on voglio perderti...> sussurrò tra i singhiozzi.
<Perché? Non ti lascerò...guardami>
<Quella ragazza...>
<Quale?>
<Quella al telefono...hai p-parlato in cinese c-con lei per non farti capire da me...>
Come faceva a sapere che era una ragazza? L'aveva sentito...
<No...lei è...solo una mia compagna di classe...ex compagna di classe...al liceo di Hong Kong. Stavo quasi sempre con lei e voleva sapere come stavo...qualche volta mi chiama...>
Lei lo guardava speranzosa di non sentire cose che non voleva sentire. Infatti lui se ne accorse e non glielo disse. Era troppo distrutta per poter sopportare il fatto che fosse stato fidanzato con un altra e ancora non l'aveva lasciata...
<Non sopporto che non mi calcoli...che non mi abbracci...che non...>
<Shhh>
Capiva che aveva bisogno di lui. Del suo supposto. Del suo amore, e della sua sincerità...anche se quella non gliela poté dare al momento.
La tenne stretta a se e tra baci e carezze si addomentò su di lui.
Con il dorso della mano le asciugò le lacrime sul viso e quelle che erano cadute sul petto scoperto dal vestitino.
Riconobbe quel sentimento d'amore. Lo stesso che provò quando da piccolo veniva consolato da sua madre quando lui stava male...

<Oh no è tornato...>
Un mese passò con una velocità sorprendete. Gli altri guardarono il calendario esterrefatti. E contenti...
Era maggio. E faceva caldo. Era questo il significato del frase di Alix "oh no è tornato..." si...l'asfissiamte caldo.
<Dai ragazzi su che tra due settimane si torna a Parigi!!!> esclamò Mylene.
<Em...ragazzi andate a leggere l'avviso giù...> disse con voce tremante Alya.
<Quale avviso?> disse terrorizzata Alix.
Subito tutti si precipitarono giù in atrio.
<Quando l'hai visto?> chiese subito Alix.
<Em...stavo andando a fare colazione giù e...niente l'ho visto>
C'era un foglio. Adrien lo lesse traducendolo già in francese.
<Alle classi quarta e quinta, il percorso continuerà fino a fine luglio>
<Cosa?! No!>
<In breve hanno avuto un problema con altre scuole e ci tengono qui fino a metà luglio...prenderemo l'aereo al 25 luglio e torneremo qui a gennaio del prossimo anno> lesse Adrien.
<Oh davvero se lo scordano che torno qui! No! Non dovevano!> esclamò Kim.
<Io volevo tornare dai miei...> sussurrò Rose.
<Tutti volevamo tornare a casa...> aggiunse Mylene abbracciando Rose.
Marinette era appena scesa dalle scale. Aveva ancora il viso arrossato. Guardò gli altri che fissavano il foglio.
Adrien gli andrò incontro e la baciò.
<Oh andiamo non potete proprio trattenervi un attimo...>
<Che è successo?> chiese Marinette ignorando il commento di Kim.
<Ci...fanno rimanere qui fino a luglio...>
<Cosa?!> urlò Marinette.
<Io li uccido> disse Alix.
<Dovremo rimanere per altri due mesi...>
<Massi dai che poi abbiamo la vacanza per 5 mesi...> disse con un'alzata di spalle Max.

Dall'altra parte a Parigi due persone erano in trepida attesa.
Gabriel era come sempre nel suo studio. Aveva sfogliato quelle pagine per mesi e mesi. Aveva decifrato quelle pagine e ora doveva solo aspettare. Ma l'attesa era l'unica nemica...
<Ne è sicuro? A me sembra molto strano...> ripetè Nathalie.
<Ne sono sicuro> rispose.
Nella stessa città c'era un altra persona che era ansiosa di portare a termine il suo progetto.
Katami era appena atterrata a Parigi.
Come aveva promesso ad Adrien aveva chiesto al padre di andare a Parigi ed ora voleva solo vederlo. Aveva in mente di rinsaldare tutto con lui. Si avviò verso le vie della città. In realtà non era mai andata a casa sua a Parigi. Non sapeva neanche dove fosse ma Adrien gli diceva sempre che dietro casa sua c'era la tour eiffel. Senza rendersene conto si era trovata davanti a una villa imponente. Lesse: Agreste.
Sorrise e citofonò.
La voce fredda di Nathalie rispose <Chi è?>
<Sono Katami, posso vedere Adrien?> chiese gentilmente.
Dapprima la donna rimase stupita, ma non si scompose e le apri il cancello.
Tranquillamente Katami entrò e alla porta si trovò davanti Nathalie. Ma non era la sola.
Gabriel compari dal suo studio.
<Signor Agreste> lo salutò Katami.
<Signorina?> chiese lui.
<Katami...> si presentò <mi chiedevo se potevo vedere Adrien, sa eravamo a Hong Kong insieme e...> taque subito. Voleva dirgli che era la sua ragazza ma cambiò idea.
"Lui non ha mai detto niente su di me...figuriamoci" pensò disprezzata.
<Katami...se ricordo bene qualche volta Adrien mi ha accennato di te...> riflettè Gabriel.
"Oh wow...davvero?" Pensò sarcastica.
<Però lui non c'è> continuò Gabriel
<Quando torna?>
<Non tornerà prima di giugno> rispose Gabriel.
<Giugno?! Ma...non è qui allora?> chiese Katami sorpresa.
<No...è a Los Angeles> spiegò Gabriel.
"Los Angeles..." pensò incredula.
<Ma...non mi ha detto niente...quando...quando è andato?> chiese cercando di mantenere la voce ferma.
<È andato ad agosto con i suoi compagni di classe. Hanno offerto 3 anni di studi all'estero. È tornato a dicembre e a gennaio è ripartito...>
Katami era sorpresa. Non credeva alle parole di Gabriel.
<C'è qualcosa che non va?> chiese.
Nathalie li guardava indisturbata.
<Oh no...> sorrise educata <Mi chiedevo perché non me l'abbia detto...solo questo>
<Quindi eri a Hong Kong come noi?>
<Si...io e Adrien andavamo a scuola insieme...e facevamo anche scherma insieme qui a Parigi quando avevamo 14 anni...e l'abbiamo continuata anche a Hong Kong...> parlava sovrappensiero. Si scrollò i pensieri di dosso e rivolse lo sguardo di nuovo su di lui.
<Mi dispiace aver interrotto il suo lavoro signor Agreste, mi scusi...arrivederci> disse educata.
<Piacere di averti conosciuta, Adrien diceva che eri tu la più forte in scherma. Lo aiutavi molto...> disse addolcendosi. Il fatto che suo figlio trascorresse così tanto tempo con quella ragazza che aveva difronte lo fece sorridere.
Katami sorrise <Arrivederci> e rivolse lo sguardo sia a Gabriel che a Nathalie.
Uscì dal cancello e guardò davanti a se.
<Perché non me l'hai detto...> disse come fosse un pensiero. Prese una decisione.
Voleva andare a fondo su questa storia. Non sarebbe rimasta molto a Parigi. Doveva vedere Adrien per delle spiegazioni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 09, 2019 ⏰

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