PROLOGO.

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Jungkook's POV- 1945

Credete alle favole? Quelle che iniziano in modo normale, proseguono in modo tortuoso e finiscono con un lieto fine.
Bhe io no, non ho mai creduto in un lieto fine ma forse questa storia, la mia storia, ha cambiato le cose. Ma vi avverto, non sarà una cosa tutta rose e fiori.

Mi chiamo Jeon Jungkook, ho 17 anni e vivo in una città chiamata Busan, in Corea del Sud. Non so cosa dire di me, non sono un ragazzo interessante. Posso dire che mi piace disegnare e soprattutto cantare. I miei genitori non ne vogliono sapere di canto, secondo loro è una cosa stupida e insignificante... BHE per me non lo è. Tramite il canto riesco a sprigionare al meglio le mie emozioni. Rabbia, gioia, dolore... Ognuna di queste emozioni riesce a far intonare le mie note.
Mia madre è una normale casalinga mentre mio padre è un soldato. Siamo nel 1945 e le condizioni qua in Corea non sono delle migliori.
Da quando è finita la seconda grande guerra, la corea si è divisa in nord e sud. La Corea del sud è quella a subire purtroppo. Il nord è sotto dittatura e le torture da parte dei soldati nord coreani sono atroci.
Al nord...
Nessuno può oltrepassare il confine.
Nessuno può cantare.
Nessuno può ascoltare.
Nessuno può essere libero.

Poveri loro che ci abitano, sono costretti a leggi pesantissime e insignificanti!!
Il sud sta vivendo momenti difficili e io, tra qualche anno devo arruolarmi e... Ho paura. Molta paura.

***

Sono le 6.30 del mattino. Mia madre mi obbliga a svegliarmi a quest'ora per compiere faccende che mio padre non può fare. Lui è al confine con alcune guardie ed è specializzato per un compito abbastanza pericoloso. Non è solo un soldato ma anche una spia. Mi manca mio padre,è l'unico a cui voglio bene. Mia madre invece è insopportabile. Ma almeno ho il mio migliore amico, anche lui di Busan, Park Jimin. Anche a lui piace cantare e insieme abbiamo scelto di creare un duo di nascosto ai nostri genitori.
Lui è più grande di me quindi è già un soldato, ma a differenza di mio padre ha 3 mesi di riposo in cui può tornare a casa e proprio oggi tornerà!!
Suo padre è anche il migliore amico del mio, quando entrambi ci mandano delle lettere, io e Jimin le leggiamo assieme...
Ma un giorno, quella di suo padre non arrivò,cosi come il mese seguente e il mese seguente ancora. Ero l'unico a ricevere la lettera da parte di mio padre. Sapevo cos'era successo perché mio padre me lo scrisse ma non volevo dire niente a Jimin. Lo vedevo così felice e spensierato rispetto al resto della Corea che mi dispiaceva. Sbagliai.
Jimin scoprì tutto, si arrabbiò così tanto con me che per la prima volta sentì dire da lui "TI ODIO JEON JUNGKOOK!".

Fortunatamente risolvemmo... Non potevo lasciarlo solo, non in quel periodo.

***
Mi alzo verso quell'ora e inizio a preparare la colazione a mia madre.
<<Jungkook ricorda che oggi devi andare a pagare le bollette.>> dice mia madre mentre è stesa sul divano con la sua solita bottiglia di Rum. E io che le preparo pure la colazione..

<<Ma... Mamma oggi torna Jimin, te ne sei dimenticata?>> dico con tono calmo.
<<Sai cosa me ne importa del tuo amico!? Viviamo in tempi di merda e tu pensi a spassartela con quel Park Jimin?>>
Inizio a sentire il sangue bollire nelle mie vene.
<<Dici così solo perché la sua famiglia poteva permettersi di più ma ti ricordo che siamo nella stessa barca da quando suo padre è morto!!!>>
Detto ciò mia madre si alza tirandomi uno schiaffo in pieno volto.

<<Non azzardare ad alzare la voce con me Jeon Jungkook!! >> mi sbraita sopra.
La mia guancia è rossa e i miei occhi sono coperti di lacrime.
Cosa ho fatto di male per meritarmi ciò!?

Senza dire nulla spingo via mia madre uscendo di casa con il cappuccio in testa per non far vedere a nessuno il mio rossore.
Non volevo più tornare.
Al diavolo!
Certe volte preferisco essere già maggiorenne per arruolarmi magari morire e non tornare più...
Si sono abbastanza pessimista di questa vita.
Vado verso la stazione di Busan in attesa di Jimin.
Mi tocco più volte la guancia arrossata mentre cerco di non far scendere le lacrime.
Ad un certo punto sento il tocco di una mano sul mio spallino e sobbalzo per la paura.
Alzo lo sguardo e incrocio quello del ragazzo. Era cambiato tantissimo dall'ultima volta.

<<JIMIN!!! >> gridai spalancando i miei occhi enormi. Jimin aveva la sua divisa da militare che gli stava da dio!
Lo abbraccio forte a me cercando di trattenere le lacrime ma è più forte di me.
<<Ehi Kookie! AHAHA non piangere dai! Mi sei mancato molto.>>
Sento la stretta di Jimin avvolgermi. Mi sentivo davvero bene.
Dopo di ché poggio la mano sul mio spallino.

<<andiamo a mangiare qualcosa?>>
Il suo sguardo era strano ma accettai volentieri il suo invito.
Ci abbiamo entrambi verso il pub di busan dove era solito trovarci molti tirocinanti della leva militare.
Entriamo e ci sediamo ad un tavolo libero.
Jimin mi guarda sorridendo.
<<Allora Kookie. Che mi racconti? Cosa hai fatto di bello in questi 5 mesi? >>
Mi chiese.

Sospirai perché non ho fatto nulla di interessante oltre a subire mia madre.
<<Il solito Hyung. Ho aiutato mia madre e sto continuando gli studi.>>

<<Oh... Ancora tua madre eh? Bhe almeno, I prossimo anno sarai maggiorenne e se sarai fortunato ti metteranno in squadra con me, tanto entri nella nostra  fascia di età. >>

Sorrido annuendo.
<<è una buona cosa allora. Tu invece? Cosa mi dici di bello? >>

Jimin cambia espressione con un sorriso malinconico.
<<Prima di tutto... Mi hanno dato il contratto determinato. Non potrò più tornare a Busan dopo 5 mesi di esercitazione.>>

Cambio espressione anche io. Abbasso lo sguardo.
<<K-kookie.. >>
Alzo lo sguardo preoccupato.
<<Che c'è Hyung?... >>
Jimin estrae dal suo zaino una lettera rossa.
Deglutisco cercando di scacciare i pensieri negativi.

Prendo la lettera e la apro letantamente mentre con la coda dell'occhio noto Jimin che quasi non scoppia a piangere.
Prende il foglio che c'era dentro la busta rossa. E solo a leggere le prime parole mi venne la pelle d'oca.

'''Cara signora e signorino Jeon. Siamo molto dispiaciuti nell'informarvi che il signor Jeon JungYong  è deceduto la notte del 27 Aprile 1945 alle 4.34. La causa è per avvelenamento. Ancora non si sa il colpevole. Porgiamo le più sincere Condoglianze alla famiglia.   -Capitano della marina, Kim Seokjin.'''

I miei occhi sono lucidi. Rimango li a fissare quella dannata lettera.
Jimin si alza e viene verso di me per abbracciarmi e io scoppio in lacrime. L'unica persona che mi amava, è sparita. Mio padre... Il mio papà... Il mio eroe. Non c'è più...

Tra i pianti e i singhiozzi grido con tutto me stesso la rabbia che provai quel momento.
Tutti attorno a noi ci guardano sconvolti e quasi provano pietà.

<<La pagherà. >> dico tra i singhiozzi. <<chiunque egli sia... La pagherà... LO TROVERÒ! E LO UCCIDERÒ CON LE MIE STESSE MANI FOSSE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO! LO GIURO! >>
Cado con le ginocchia a terra tenendomi a Jimin.
Anche lui stava piangendo... In fondo, mio padre fu anche un padre per lui dopo la sua perdita.
Mi sento perso.

***  ***  ***  ***

A.A [Angolo Autrice]
Ciao! Chiunque tu sia spero che ti piaccia questa mia storia.
Non ci saranno molti Angoli Autrice in questa Fan Fiction quindi ti auguro solo buona lettura!

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 09, 2019 ⏰

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