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Fosse per me mi alzerei da questo banco al più presto e me ne andrei da questa classe puzzolente. Sono sdraiata sul banco, ho la testa altrove e non ci capisco niente di letteratura.
Il professore mi adora in un certo senso, mi guarda sempre con occhi brillanti e non mi chiede mai se ho fatto il compito, quando alzo la mano mi chiama subito e anche se chiedo di andare in bagno sembra felice che io abbia in un certo senso "interrotto la lezione".
Il fatto é che a me non piace per niente la scuola. Le mura sono troppo inquietanti, sembra una prigione, per non parlare del temporale che c'é fuori, crea quell'atmosfera da film horror e mi da ansia.
Suona la campanella e si sente il rumore di sedie e banchi che si spostano, io rimango impassibile, sempre appoggiata al mio braccio, chiudo gli occhi per godermi un attimo di tranquillità.
"Ehi, ci si é svegliati con la luna storta questa mattina?"
sento una voce e mi suona familiare, d'istinto apro gli occhi e vedo quel ragazzo con i capelli color castano scuro seduto davanti a me con un sorriso smagliante. Mi ricompongo dulla sedia e rispondo:"Sono solo struccata, Nic" e mi appoggio al muro.
Continua a sorridere e tra un poco gli tirerei un pugno. Mi sta simpatico ed é il mio migliore amico, ma quando ha quel sorrisetto sbilenco non lo sopporto.
Pian piano gli si spegne il sorriso in volto ma non smette di guardarmi, si avvicina piano e me lo ritrovo a pochi centimerti dal volto.
Sorrido e quasi scoppio a ridere per la situazione buffa.
Ha gli occhi spalancati e torna a sorridere.
Si allontana velocemente e si guarda intorno con aria sempre più buffa.
Ondeggia sulla sedia e io lo guardo in silenzio con il sorriso stampato sulla faccia.
"Ora della depressione!! Chi é che ha la medicina? Io!"
Scoppio a ridere e lui fa lo stesso.
"Ti ho detto che non ho fatto niente! Sono solo struccata!" non riesco a smettere di ridere.
Mi rallegra sempre, non so come, ma solo a guardarlo mi viene da ridere.
Mi prende la mano e mi guarda negli occhi.
Il sorriso sta volta non é sbilenco, ma sincero e rassicurante.
Ricambio il sorriso e lui si alza, va al suo posto e io mi ricompongo sulla sedia.
Entra in classe la professoressa di matematica: i suoi tacchi bassi nero lucido fanno un rumore sgradevole quando toccano per terra. É una bella donna, ha i capelli nero corvino e gli occhi dello stesso colore, ha un'altezza media e abbina bene i colori dei suoi vestiti.
Mi piace matematica, ma oggi, non so per quale motivo, ho voglia solo di dormire, e non riesco a stare attenta.

Le successive quattro ore passano lentamente, mi sembra di essere qua dentro da un'eternità. Quando suona l'ultima campanella quasi mi metto a saltare per la felicità, ma mi limito a mettere i libri nello zaino e avviarmi verso le scale.

Arrivata a casa mi appoggio nel letto con le cuffie e mi metto a guardare una serie tv sul cellulare.
So che in quarta superiore dovrei concentrarmi sullo studio ma oggi ho bisogno di una pausa.
É fine gennaio e mi sono stancata di tutto lo stress scolastico.
Nel momento in cui finisce l'episodio mi arriva un messaggio pieno di emoticon: Skyler.
Andiamo a ballare sabato sera?

Rifletto sulla risposta che potrei dare e metto in ordine i pro e i contro delle scelte che potrei fare.
Se stessi a casa riuscirei a finire la serie e cominciarne un'altra, potrei andare a letto presto e stare tranquilla, ma se non andassi mi perderei una serata divertente, so che con la musica così alta mi verrebbe mal di testa, ma potrei bere e stare con i miei amici. Riuscirei a staccare la testa dallo stress.
Ok, mi passi a prendere tu?
Accetto alla fine.
Non mi disturbo a leggere i messaggi eccitati di Skyler, mi dovrò subire la sua eccitazione domani mattina a scuola.
Decido di scrivere a Nicolas,
sabato sera vado in discoteca.. Guardo il cellulare prima di inviare il messaggio, ma poi lo elimino e decido di chiamarlo.
Dopo neanche due squilli risponde, cosa strana, dato che di solito non risponde mai.
Sento ansimare da parte sua.
"Pronto?" sono preoccupata, lui non risponde, si sentono dei passi veloci e allora rifaccio la domanda.
Ansima ancora più forte.
"Nicolas, che cazzo?" sento un suono secco, come un colpo di pistola e mi vengono i brividi.
"Nicolas!" sento un mugolio dall'altra parte del telefono e poi sento delle sirene della polizia.
"Nicolas cazzo!"
Sento una piccola risata da parte sua e le mie sopracciglia si corrugano.
Lo sento ridere sempre più forte e poi:"Piaciuto lo scherzetto?"
Mi metto una mano sulla fronte e mi appoggio al muro.
"Minchia, hai così tanto cervello per pensarle in modo così veloce?" mi sento scoppiare la testa. Non é la prima volta che fa questi scherzi, ma ci casco sempre.
"Più del tuo sicuramente. Paura?" lo sento ridacchiare ancora e decido di buttare giù.
Mi appoggio nel mio letto. Ho la testa pesante e mi bruciano gli occhi. Li chiudo per alleviare il dolore, tempo pochi minuti e sto dormendo.
Sono in classe e Nicolas mi sta, come al solito, dando fastidio. Mi sta tirando pezzetti di carta che si infiltrano tra i miei capelli, chiedo a Grace di togliermeli ma Nic la precede.
Mi sta toccando la folta chioma con delicatezza, come se stesse esaminanddo qualcosa di raro e avesse paura di romperlo.
Le sue mani si posano sulle mie spalle e poi mi girano verso di lui. Si china a baciarmi ma quando é a pochi millimetri dalla mia bocca vedo tutto buio.
Mi sveglia un qualcosa di umido sulla faccia e quando apro gli occhi trovo Vicky di fronte a me con un pennello in mano.
Abbiamo la stessa età e siamo cugine. I suoi riccioli color arancio le guizzano dal concio spettinato e le cadono sul viso lentigginoso.
Mi alzo sui gomiti e la fisso. Lei sorride e si alza dal letto. "Seguimi." Sembra quasi un ordine. Si dirige in bagno e io la seguo.
Quando mi guardo allo specchio noto che ho la faccia scarabocchiata e non capisco che cosa mi abbia disegnato.
La guardo con aria scocciata e lei mi sorride di nuovo.
Mi lavo il viso e l'acqua fa scomparire il disegno astratto dalla mia faccia.
Mi guardo allo speccio e ho l'aria di una donna di mezza età, ho la pelle olivastra pallida e le lentiggini coprono il naso e gli zigomi. Ho due borse nere sotto agli occhi e sento tutta la stanchezza nella testa.
Mi guardo le ciglia lunghe bagnate e faccio alcune smorfie per vedere le imperfezioni che mi riempiono la faccia.
Torno nel mio letto e ritrovo Vicky.
Mi siedo accato a lei e cazzeggiamo per qualche oretta con il cellulare, poi mi faccio una doccia e mangio un'insalatona.
Fortunatamente é arrivata ora di dormire, di nuovo.

UNEXPECTED LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora