36. Fuori controllo

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Piper's pov, 3 settimane dopo
«d'accordo, ripeti l'esercizio adesso»

Sto dando ripetizioni alla figlia di un'amica di mia madre e siamo sedute in un caffè letterario, ovvero un bar adibito allo studio universitario e non.
Non ho voluto chiudermi in casa perché meno tempo sto con i miei genitori e meglio è per la mia salute.

Dopo quello che mi hanno fatto, non ho intenzione di dire loro nemmeno una parola in più, se non per il buongiorno.
Tra mezz'ora, inoltre, devo prendere un autobus importante perché mio padre è riuscito ad inserirmi in una compagnia di un'importante azienda, forse la più importante del Connecticut e non posso perdermi quest'occasione.

Se sarò fortunata, me ne andrò di nuovo da casa.

«vogliamo fare una pausa?» chiedo ancora dolcemente alla ragazzina vicino a me, notando come non sia più concentrata sull'esercizio, forse per via della stanchezza
«sì» mi risponde lei, portandosi una mano sulla fronte
«ok, andiamo» dico infine, prendendola per mano e avvicinandoci al bancone del bar per ordinare qualcosa «cosa vuoi?»
«un succo mi va più che bene»
«mi dia un succo e un caffè macchiato, per favore» dico infine, riferendomi al cameriere dietro al bancone.

Intanto che aspettiamo le nostre ordinazioni, mi rivolgo nuovamente verso Lydia, scrutandola con curiosità
«prendi il succo e poi torna a casa» le dico infatti, intuendo come questa ragazzina non avesse più voglia e né energie per continuare a studiare «ci rivediamo mercoledì, e poi mi devo preparare che ho un importante colloquio di lavoro» dico ancora elettrizzata per la grande occasione che mi si pone davanti
«va bene!» mi risponde lei, proprio nel momento in cui arrivano le nostre ordinazioni e lei inizia a bere il suo succo.

Quando entrambe abbiamo finito con questa pausa, che si è rivelata una definitiva fine alle ripetizioni odierne, saluto molto affettuosamente Lydia, che intanto è anche andata via, uscendo dalla porta principale del bar, e torno al tavolo dove eravamo sedute, per poter riprendere le mie cose e tornare a casa.

Non appena prendo il mano il libro che mi ero portata appresso per poter aiutare Lydia, il mio sguardo cade immediatamente su una scritta, in alto a destra del foglio:

Ti comparerò dunque a giornata d'estate?
Tu sei ben più leggiadra e meglio temperata.

Credo che il mio cuore abbia appena mancato un battito.

È quella scritta.

Indimenticabile nella mia mente e indelebile nel mio cuore.

«ma cosa?» chiedo balbettando, col cuore che batte a mille e alzando immediatamente la testa per guardarmi intorno.

No, non è la stessa scritta di un anno fa; il libro è diverso.
La scritta è stata fatta adesso.
Ho bisogno di sapere.

Ho bisogno di sapere se lei è qui, nel Connecticut.
Se è venuta per me.

Da me.

Alex.

Dopo essermi guardata intorno all'interno del bar, esco in tutta fretta da lì dentro e spalanco le porte, ritrovandomi, davanti agli occhi, la grande piazza del centro città con turisti vari e persone a caso che camminano, chi di fretta e chi con più calma.

Mi guardo ancora intorno, continuando ad agitarmi e facendo cadere, ancora una volta lo sguardo sulla pagina del libro che ho ancora in mano.

Non l'ho immaginata, né sognata.

La scritta è reale, e solo Alex può avermela dedicata.

Presa da un'adrenalina sempre maggiore, inizio a camminare senza ragionare troppo su dove davvero stessi andando, fino a quando, alle mie spalle, qualcuno non mi ferma il polso, con estrema delicatezza.

Shall I compare thee to a summer's day?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora