Hello! Nella foto Tony dice "solo un'altro bacio" e "ancora". Mentre Peter dice "fa il solletico" e poi ansima tutto il tempo. Credo.
Va beh comunque buona lettura❤️Si erano conosciuti da pochi giorni, e nonostante ciò ora si ritrovavano in camera, a saltare le lezioni, da soli, mezzi svestiti.
Peter ansimava, e Tony toccava zone ignote del corpo del piccolo Spiderman.Peter toccava con impazienza la schiena di Stark, ormai spoglia.
Stavano andando avanti, senza problemi. O almeno questo pensò Tony.
Stark era già con la mano sulla zip dei pantaloni di Peter, ma venne fermato da Peter stesso.
Era rosso in viso, e guardava in basso. "N-non sono p-pronto..." disse in un sussurro.
Tony sospirò, rassegnandosi alla innocenza del ragazzo. Ma aveva ragione ed inoltre, non poteva mica obbligarlo.
Si staccò da Peter, mettendosi da parte, seduto sull'angolo del letto. "Che stupido che sono" pensò Peter. "Ho probabilmente appena lasciato andare la mia unica possibilità" si ridisse. Perché in fondo non sapeva per certo quali fossero i sentimenti di Stark. Pensava che fosse geloso perché fosse il suo modo di essere, e che magari per lui tutto questo fosse solo un gioco. Mentre Stark d'altro canto, non faceva che guardare con impazienza il gonfiore dei pantaloni di Peter.
<<ehm...Parker?>>
<<si Tony?>>
<<posso almeno aiutarti con quello?>> disse Tony indicando l'ovvio problema.
Peter avvampò, diventando un rosso porpora.
Stark rendendosi conto della stramba reazione, si sentì subito in colpa e cercò di rimediare all'istante.
<<Scusa Peter non volevo metterti a disagio, se non ti va non c'è problema.>> disse imbarazzato, non voleva davvero farlo stare male. Ed in più si era appena recuperato dalla sua prima sbornia, come gli venivano certe cose in mente?
Peter restava in silenzio, non aveva il coraggio di spicciare parola. Lui voleva, ma aveva paura. Paura che ripugnasse Tony, o paura di avere reazioni sbagliate. In fondo non aveva mai fatto cose del genere in passato.
Tony lo guardò per un tempo illimitato, aspettando o anzi sperando una risposta da Peter. Ma niente. Silenzio.
Tony sospirò per l'ennesima volta, ed ormai stufo della situazione si alzò per dirigersi verso la porta. Peter a quel gesto alzò di scatto la testa, cercando di dire qualcosa. Ma da idiota qual'era non spicciò parola. Si limito a tornare a guardare per terra, con un fastidioso nodo in gola. Tony era arrivato alla maniglia della porta. Esitò, prima di girarla.
Voleva rimanere, lo voleva davvero, ma se Peter non dava alcun segnale di speranza...come poteva?
Aprí la porta di scatto, quasi con rabbia.
Peter da una parte non voleva lasciarlo andare. Sapeva che se avesse varcato quella porta, molto di tutto ciò che avevano anche solo cercato di fare si sarebbe dissolto in dei semplici ricordi.
Ma dall'altra voleva. O anzi doveva.
Aveva il timore che se Tony non l'avesse lasciato andare, rumori strani sarebbero cominciati a girare su di lui. Ed era l'unica cosa non che voleva. Non voleva farlo soffrire.
Tony mise un piede al di fuori della stanza. Rimase immobile, e poi sussurrò un <<idiota>> quasi singhiozzando. Come se stesse...piangendo.
Peter si alzò di scatto, andando verso di lui. Lo richiamò, ma Stark non fece segno a voler girarsi.
Cosí al posto suo, fu Parker a girarlo con la forza.
<<Tony..rimani. Perfavore>> chiese Peter in un sussurro, come un lamento.
Tony lo guardò negli occhi, cercandola. Ma non la trovava. Non trovava la scintilla che poco fa brillava come una stella negli occhi color oro di Peter.
<<No Peter...non ti sentire obbligato. È meglio cosi. No?>> rispose Tony, tirando un sorriso.
Peter fece per parlare, ma quel nodo alla gola ritorno a torturarlo.
<<Tony...>> disse Peter guardandolo malinconico.
Tony guardò allo stesso modo Peter, per poi avvicinarsi al suo viso. Peter si aspettava un bacio, così chiuse gli occhi in attesa. Ma quel contatto fu totalmente diverso da un bacio. Tony aveva poggiato la sua fronte con delicatezza su quella di Peter. Di nuovo.
Come i cuccioli, come se stesse cercando di fargli capire qualcosa. Scosse leggermente la testa, per poi accarezzare le guance di Peter. "È meglio così" disse in un sussuro appena udibile. Come se non stesse cercando di convincere Peter ma se stesso. Come se si stesse trattenendo da qualcosa.
E così, in un batter d'occhio, Tony non ci fu più in quella stanza vuota...semplicemente riempita da un ragazzo castano estremamente pentito.
•••
Tony nel frattempo era tornato in classe, amareggiato e confuso. Non era mai stato rifiutato, ma come si dice c'è sempre una prima volta per tutto. Ma a Tony non piaceva, lui era irresistibile, sopratutto in quel campo e sapeva che venire rifiutato avrebbe portato lui ad avere più interesse in quel ragazzino. Sospirò, non guardando in faccia nessuno, nemmeno il professore, per poi dirigersi al suo banco e rinchiudersi nel suo mondo. I suoi amici erano preoccupati, sopratutto Steve, erano anni che non lo vedevano così e Tony sapeva che volevano parlargli, ma lui non aveva niente da dirgli.
Finite le lezioni si diressere tutti verso la mensa, Steve provava a parlare a Tony ma lui rispondeva solo con degli sguardi scocciati. Natasha d'altro canto non faceva che discutere della situazione inutilmente con Bruce e Clint.
Ad un certo punto stufa della situazione, fu proprio Nat ad andare dritta al punto <<centra il ragazzino vero?>> Tony a quelle parole si fermò. Come aveva capito? La guardò confuso, quasi spaventato per poi ignorare la domanda e andare avanti indifferente, o così pretendeva di sembrare. Era evidentemente nervoso, perché sapeva che la giornata era finita, e che se Peter doveva riprendersi e magari non morire di fame doveva andare a mensa. E lui l'avrebbe incontrato...di nuovo.
Steve ormai scazzato, girò con brutalità Tony verso il gruppo, portando tutti in disparte.
<<ora ci devi dire cosa succede Tony, non puoi tenerci all'oscuro di tutto capito?>> Steve parlava con tono imponete e prioritario, sapendo però che a Tony non facesse alcun effetto. Difatti, era Tony a guardare male Steve, come per provocazione.
Gli altri invece stavano in disparte a guardare la scena muti, sapendo di non dover intromettersi in una lite tra leoni. Per loro era ormai normale, la tensione che si sentiva tra i due amici.
Dopo secondi sembrati un eternità, Tony decise di parlare, prima o poi avrebbe dovuto affrontare quella assurda situazione.
<<quando ho accompagnato Peter in infermeria...lui a provato a baciarmi. Magari non era ancora del tutto sobrio, ma la cosa che mi spaventa è il fatto che io non mi sono imposto..non ci sono riuscito.>>
<<e quindi?>>
<<l'aria ha cominciato ad intensificarsi, e stava andando tutto bene ma...>>
<<ma?>>
<<lui mi ha rifiutato. Ha detto "di non essere pronto". Una scusa da ragazzino di 2 media andiamo..>>
<<e questo cosa ha che fare con il tuo stato emotivo? Non dirmi che..>>
<<Non lo so Steve! Non lo so! Sono così fottutamente confuso...ho paura di avere troppo interesse nei suoi confronti. Quel ragazzino mi farà impazzire>> e così Tony sentenziò, dando ormai un termine a quella discussione. Si mise le mani nelle tempie, massaggiandole. Dall'altro lato c'erano gli amici estremamente confusi e sorpresi. Tony Stark rifiutato? O meglio, Tony che provava qualcosa che sembrava serio verso qualcuno? Beh wow, era un grande passo avanti.
<<Beh Tony..penso che sia qualcosa dì positivo.>>
<<come scusa? Cosa intendi dire?>>
<<Intendo dire che ora abbiamo la prova che anche Tony Stark ha un cuore>> Tony a quelle parole non sapette se ridere o fulminare con lo sguardo Natasha, così decise di non fare nessuna delle due.
Una volta arrivati a mensa cominciarono a decidere dove sedersi.
Tony camminava con il suo vassoio, seguito da solito gruppetto. Steve si fermò, dandogli una leggera gomitata cercando ovviamente di fargli notare qualcosa. <<Che c'è capsicle?>>
<<di là>> disse Steve indicandolo con lo sguardo. Eccolo. Il ciuffo ribelle, la mascella marcata, gli occhi color nocciola e quel stupido sorriso stampato sulla faccia, che faceva impazzire Stark. Ovviamente era seduto con i soliti due, Mj e Ned.
Stava parlando di qualcosa, ma Stark non sapeva cosa. Vedeva che piano piano che andava avanti con il discorso, il sorriso che dimostrava prima svaniva lentamente.
Così, da bravo curioso, decise di avvicinarsi alle spalle senza farsi vedere. "Non mi dispiace ma, è solo un gioco". Fu l'unica cosa che Stark riuscí a sentire dalle labbra di Peter.
Steve che era poco dietro a lui, lo guardò subito. "Un gioco?" Ma di che parlano.
Tony si fece coraggio, e decise di intromettersi sapendo che se ne sarebbe pentito subito dopo.
<<Hey Parker, scusa ma devo ammettere che non ho potuto fare a meno di sentire la conversazione. Se posso sapere, cosa è "solo un gioco?".>> Peter sbiancò di scatto. Le mani cominciarono a sudare, ed il fatto che Tony non gli staccava gli occhi di dosso non aiutava.
Si guardò in torno, per poi poggiare gli occhi sugli amici come per chiedere aiuto.
<<Allora Peter?>> ridisse Tony.
<<Hai capito benissimo Stark.>> rispose fredda Mj. Peter voleva morire, si voleva sotterrare. Non voleva che Tony fraintendesse tutto, ma era meglio se gli amici stessero zitti.
<<Esatto! Non vuol dire che soltando perchè sei ricco ora puoi giocare con i sentimenti di Peter! Lui non starà ai tuoi giochetti>> No,no,no,no,no. Peter non voleva dirglielo, non così. Non voleva che Tony lo odiasse, aveva solo paura. Paura che per l'altro fosse solo un gioco, perché per lui non lo era. A lui piaceva davvero Tony, davvero.
Voleva convincerlo di non averla vinta, che anche per lui sarebbe stato un gioco, per non fare la figura dell'idiota. Ma a quanto pare questo piano suonava molto meglio nella sua proria testa, perché ora l'espressione che aveva Tony era qualcosa di indescrivibile.
<<C-cosa intendete dire? Giochetti? Ma quali giochetti?>> La voce di Tony tremava, ma nonostante tutto, aveva ancora il coraggio di guardare in faccia Peter, il quale però non ricambiava affatto.
<<Peter..?>> Tony quasi implorava, come i suoi occhi. Erano lucidi, ed il loro sguardo era come per dire "ti prego fa che non sia ciò che penso io". Peter prese un grande respiro, e si girò verso Tony, guardandolo finalmente in faccia. Egli sorrise, sperando in qualche risposta. Ma Peter venne subito interrotto da Mj, la quale aveva mandato tutto a quel paese. <<Per Peter è solo un gioco. Sei solo un gioco>>.
Rotto. Rotto era il piatto pieno di cibo caduto per terra, rotto era il vassoio con scritto "Stark" sopra, rotto era il momento, l'attimo, il respiro di quei due ragazzi che prima continuavano a cercarsi e ritrovarsi con le loro bocche disperatamente...rotto era il suono che fece il cuore di Tony in quel preciso instante. Rotta era la voce di Peter, incapace di dire niente a quell'affermazione.
Tony cominciò a retrocedere, come inorridito da chi avesse davanti. Il sorriso pieno di speranza che si prostava davanti a Peter insanti prima ora si era trasformato in un'espressione
Piena di delusione e sconforto.
<<Sei solo un ipocrita del cazzo. Vaffanculo Parker, come sono stato ingenuo.>> Disse infine Stark senza versare neanche una lacrima. Il tono della voce era solo ricolmo di rabbia, e vergogna. Se ne andò, per la seconda volta lasciandolo lì, di nuovo pentito come il mattino stesso.
Peter si girò verso gli amici di Tony, sentendo i loro sguardi lancinanti. Natasha e Bruce erano delusi dal comportamento immaturo del ragazzo, Clint invece si limitava a fare "no" con la testa e sospirare. Poi c'era Steve. Lo guardava come se lo stesse per uccidere, ma da matura persona qual'era prese un profondo respiro e si sedette accanto a lui.
<<Peter...hai fatto una cazzata. So che Tony è riconosciuto per essere uno stronzo senza cuore, ma in fondo, molto molto infondo, lui ce lo ha. Per lui non è mai stato un gioco tutto questo, e sapere che per te non era altro che un gioco deve averlo spezzato. Penso davvero che stesse pensavo di dartelo, il suo cuore, ma tu invece prima che lo facesse lo hai strappato dal suo petto e lo hai lanciato per terra. Pensava, anzi, pensavamo tu fossi diverso.>> dopo questa ramanzina gli amici rimasero in silenzio, sentendosi dei completi idioti esattamente come Peter. Aveva sbagliato tutto, ma non poteva credere che per Tony fosse qualcosa di così importante. <<p-per me...non è mai stato un gioco...>> Peter si mise le mani in faccia, vergognato. Una lacrima calda e tagliente scese lungo la sua guancia, ma fu subito spazzata via da un pugno dritto in faccia di Steve. <<E allora vai da lui, scemo!>> Peter a quell'affermazione lo guardò di scatto, per poi alzarsi e correre senza sosta. "Devo andare da lui. Devo capire". Erano le uniche parole che passavo per la testa di Peter. Correva, correva ancora senza sosta come il primo giorno del college. Sapeva che se correva, il vento lo avrebbe riportato da lui come ha sempre fatto.
Apriva ogni stanza, ogni classe, ogni bagno, ogni porta che gli si rivolgeva davanti. Aveva il fiatone e gli facevano male le gambe, ma la sua determinazione era molto più grande di quel superfluo dolore.
Spalancò infine l'ultima porta, quella principale. Era quasi sera, e fuori pioveva. Cominciò ad esplorare il giardino del dormitorio, senza dare peso alla pioggia che bagnava i vestiti. Chiuse gli occhi e fece un grande respiro. Ricominciò a correre, sempre più voglioso di rivedere la faccia di quel ragazzo così deluso. Non lo voleva vedere arrabbiato, lo voleva vedere sorridere dannazione. Si ritrovò di colpo davanti ad una specie di parco, con in lontananza delle altalene per due persone. Il cigolio delle catene arrugginite scontrarsi contro il metallo freddo mostrava la strada verso quel ragazzo dondolante ormai fradicio. Guardava il pavimento, però essendo completamente disinteressato da esso, stava pensando ad altro. Peter rallentò, fino ad arrivare di fronte al ragazzo. <<Tony...>> disse quasi in un sussurro. Ora si che aveva il fiatone, ed il suo petto non smetteva di alzarsi ed abbassarsi ad una velocità smisurata. <<cosa vuoi ora? Ti senti realizzato? Beh cosa ti devo dire, complimenti hai fatto il playboy stronzo sul playboy più stronzo di tutti, auguri.>> Oramai il tono della voce del ragazzo non era più arrabbiato o amareggiato, era semplicemente vuoto, piatto. E questo preoccupava Peter, e non poco. Preferiva che fosse incazzato, che indifferente, almeno provava qualcosa. Ma in quel momento era sicuro, che Tony Stark non provasse niente. Niente dolore, niente rancore.
Peter si sedette nell'altalena accanto, cominciando anche lui a dondolarsi.
<<sai Tony...una volta mio zio Ben disse..."Oh Peter, tu non sai quanto tieni a qualcuno o qualcosa finché non la perdi". Io non ci credetti. Pensai " a cosa serve tenere a qualcosa se poi la perdi? È colpa tua se poi ci rimani male"...Poi mio zio morí, anche se non ricordo dopo quanto. Li mi resi conto...di quanto mi fosse mancato. Mi manca ancora. E la cosa più dolorosa è che l'ultima cosa che sono riuscito a dirgli prima che decedesse...erano insulti. Insulti ricolmi della rabbia di un ragazzo giovane e mediocre.>> Peter era esausto, e terribilmente pentito. Si sentiva un idiota, per aver commesso lo stesso errore di tanti anni fa non ostante il dolore provato. Allo stesso momento però aveva riconquistato tutta l'attenzione di Tony, quasi affascinato da quella storia.
<<cosa vuoi dire con questo Peter?>>
<<voglio dire che neanche per me è mai stato un gioco. Voglio dire che se ti devo perdere per un litigio, allora preferisco fare la fine di mio zio Ben....io non ti voglio perdere Tony...>> lacrime su lacrime scendevano lungo il viso di Peter, ma si confondevano con le fredde gocce di pioggia.
<<No...stronzate! Allora perché i tuoi amici hanno affermato il contrario?>> Tony non ci voleva cascare, non per soffrire ulteriormente.
<<perché non volevo fare la figura dell'idiota!>>
<<ma tu sei un idiota!>> A quella frase scoppiarono entrambi in una risata fresca, sotto la pioggia. Peter trovava Tony bellissimo, aveva la maglietta attillata bianca ormai fradicia, mostrando tutto il suo corpo. I capelli mori bagnati da un lato e le labbra umide. Tony invece trovava Peter bellissimo, aveva la faccia leggermente arrossata per il freddo, ed il ciuffo di capelli bagnati sulla pelle lo rendeva adorabile. Restarono a guardarsi sognanti per quasi un'eternitá, per poi iniziare ad avvicinarsi con le altalene. Si chiedevano entrambi come diavolo fosse possibile che tra loro due si creasse un sipario tanto normale e naturale. I loro fiati si scontravano, ed i loro nasi si sfioravano.
<<Peter abbiamo altre cose di cui parlare>>
<<si>>
<<abbiamo cose da fare>>
<<si>>
<<i ragazzi ci aspettano magari dovremmo rientrare...no?>>
<<Tony...Baciami.>>
<<Si.>>E così, i due ragazzi dai capelli scuri si rincontrarono, per l'ennesima volta, baciandosi come se fosse stata la prima. Le loro lingue danzavano fra loro, i respiri si mischiavano, le labbra venivano morse a vicenda e gonfiate per la troppa foga del bacio. Con quel bacio sognante, finirono la nottata, sotto la pioggia dolce, ed il vento cullante della notte, quella notte stellata.
Oh hey! Sorry for the wait! Ciò messo un po' a scriverlo spero vi piaccia. Scrivete eventuali errori grammaticali nei commenti, e commentate a piacere le vostre parti preferite grazie! Ciao al prossimo capitolo! I love you guys 3000❤️
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In the way to your heart/Starker-college
FanfictionTony stark e Peter parker hanno solo diciassette anni, due ragazzini...nella semplice, pericolosa e complessa adolescenza.