one shot

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In quegli anni gli umani non credevano più in un solo Dio  ma credevano in vari Dei, che si diceva nascessero dall’unione di un vampiro e di un’umana, infatti era così.

Juvia nacque da Akihiro e Annie. Lui aveva una famiglia di vampiri nella quale Annie e Juvia vissero per molto tempo.   Quando Juvia raggiunse l’adolescenza, non riuscì più a relazionarsi con la sua famiglia perché, pian piano, stava scoprendo il suo potenziale. Crescendo aveva capito di non essere né un vampiro né un’umana ma qualcosa di diverso, che non si riusciva a capire. Pensava di essere diversa perché il suo potere non era ancora sviluppato che, al contrario dei vampiri, veniva a galla solo in età adulta.

La loro casa era immersa in una foresta in cui passava un fiume. Spesso Juvia, mentre dormiva, sognava di diventare dell’acqua o di stare con essa. Iniziò a pensare di voler essere una sirena ma era impossibile, perché quest’ultime non esistevano. Iniziò a informarsi ed a farsi delle domande sul perché di quei sogni e come unica soluzione trovò quella di andare vicino al fiume e ascoltare il suo cuore.

Quando andò senti il rumore dell’acqua che scorreva, dell’acqua che scendeva dalle piccole cascate del fiume e il rumore dei ciottoli che venivano spostati dalla corrente. Si sedette al bordo del fiume con gambe incrociate e occhi chiusi. Iniziò a meditare, liberando la mente e concentrandosi sul suo respiro e sui rumori che la circondavano, dopo una mezz’ora le iniziò a venire mal di testa così si alzò e ritornò a casa. Questo evento iniziò, man mano, a diventare un rituale, che si prolungava sempre più, tanto da riuscire a passare persino due ore ad ascoltare l’acqua. Continuava a non capire il perché di quella pace interiore causata dalla vicinanza con l’acqua finché un giorno, mentre meditava, aprì gli occhi e vide che le sue mani erano diventate d’acqua, all’inizio si spaventò ma poi capì che si stava sviluppando il suo potere. Con il passare del tempo iniziava a sviluppare maggiormente questo potere, fino a riuscire a diventare tutta d’acqua. Un giorno le venne in mente di provare a comandare l’acqua, così si mise al bordo del fiume in piedi, con le gambe leggermente divaricate e le mani protese verso il fiume, iniziò a pensare di trovare sotto le sue mani una sfera d’acqua, all’inizio, ciò che ottenne, fu solo una goccia ma continuando riuscì a creare la sfera tanto desiderata.

Passarono degli anni e lei continua a svilupparsi e ad allenarsi fino ad arrivare ai 20 anni quando sentì un istinto crescerle dentro. Sentiva che c’era qualcun altro come lei e iniziò a pensare di volerlo cercare così da riuscire a capire chi è cosa fosse.

Questa persona era Grey un altro dio era il dio del ghiaccio ma, al contrario di lei, non aveva famiglia.

Una donna, insieme ad un bambino, era passata accanto a lui quando aveva 5 anni e, vedendolo tutto da solo, lo portò a casa propria. Questa donna era Jie , una donna rimasta da sola dopo un aborto e il bambino con sé si chiamava Lian ma non era come Grey, era un bambino comune. Jie, nonostante fosse ancora abbastanza giovane, era molto saggia e sapeva cosa era e che potenziale aveva Grey, così si trasferì, insieme ai due piccoli, vicino a un ghiacciaio. All’inizio Grey non capiva perché ,come già detto, il suo potenziale sarebbe nato molto più avanti.
Quando anche Grey raggiunse l’adolescenza, sentì che stare vicino ad un ghiacciaio era la cosa migliore per la sua vita. Iniziò, sempre più spesso, a passeggiare da solo sulla neve.

Poi, in un giorno di neve, lui si distese per terra e si rilassò fino a notare di essere diventato di ghiaccio.

Li nevica spesso, così riuscì a rifarlo varie volte fino a riuscire a mostrarlo anche alla madre adottiva. Lei gli consigliò di cercare di controllare la neve e lui iniziò a farlo diventando sempre più bravo. All’inizio fece in modo che un piccolo fiocco gli cadesse sulla mano fino a poi, con la pratica, riuscì creare un pupazzo di neve e altri figure. Era compiaciuto e soddisfatto di ciò che riusciva a creare ma ormai era abbastanza grande da voler vivere da solo e così fece. Si costruì la sua casa in legno sopra il ghiacciaio dove nessuno poteva raggiungerlo. Ma, come Juvia, a vent’anni sentì che al mondo c’erano altri Dei e iniziò a pensare di andare in cerca di quest’ultimi.

Sia juvia che Grey iniziarono a cercarsi fino a trovarsi.

All’inizio non capivano, si guardavano da lontano e annusavano l’aria poi, Juvia, fece il primo passo e andò verso di lui presentandosi. Lui la guardò e la ignorò.

“ Pensavo di trovare qualcuno di speciale non qualcuno come te” le disse tornando a casa ma lei in tutta risposta lo seguì e gli fece molte domande per capire chi era.

“ Io mi chiamo Juvia, e riesco a comandare l’acqua. Sento che anche tu riesci a fare qualcosa di speciale, cosa riesci a fare? Quando hai capito di
essere un dio? Hai una famiglia? Come mai sei qui? Anche tu sentivi che esistevo?”

Lui inizio a sbuffare e, rassegnatosi, iniziò a rispondere alle sue domande fino ad arrivare a chiacchierare con lei. Non la sopportava, era appiccicosa e assillante. Anche lui era curioso ma capì che non serviva fare domande con lei, Bastava solo aspettare in silenzio. Entrambi sentivano che non erano gli unici ad essere degli dei.

Andarono a casa di lei e Lui conobbe la sua famiglia capendo Come mai era un dio,era nato da un vampiro e un’umana.
Lui tornò a casa perché non la sopportava più e dopo un paio di mesi sentirono una presenza divina. Andarono a caccia di quest’ultima
autonomamente per poi ritrovarsi insieme.

“ probabilmente c’è qualcuno come noi” disse Grey poco prima di ritrovarsi a terra a causa di una palla di fuoco.
Lei prima guardò che fine fece il ragazzo e poi guardò di fronte a sé, trovando un ragazzo dai capelli rosa. Non parlava e la guardava in cagnesco. Per
la prima volta aveva paura di parlare Infatti stette zitta.

“ sapevo che c’era gente come voi -disse- vi sentivo. Io sono Natsu, il dio del fuoco. Acqua e ghiaccio non possono niente contro di me.”

Si comportava come se tutto il mondo fosse un suo nemico, lei provò a sorridergli ma senza successo e ottenne solo una palla di fuoco che riuscì a spegnere Grazie all’acqua. Credeva che Grey fosse svenuto così cercò di combatterlo da sola ma presto si accorse che il ragazzo era in piedi dietro a lei infuriato. Il ragazzo avanza verso il dio del fuoco con passo pesante, trasformando le sue mani in lame. Iniziarono a lottare e quasi sembravano compiaciuti e soddisfatti. Lei sentiva che c’era qualcosa che non andava, che uno dei due sarebbe morto, e sperava che non fosse l’amico, così andò al suo fianco lottando insieme a lui. Lei divenne uno scudo d’acqua che lo circondava interamente, proteggendolo dalle palle di fuoco di Natsu. Spesso credette di non riuscire a vincere ma alla fine Grey riuscì a tirargli un pugno talmente forte da costringere l’avversario alla ritirata e a scappare
promettendo di non tornare mai più.

Juvia tornò umana e Grey si sedette a terra ansimando per la fatica. Lei era distrutta e ammaccata a causa dei colpi di Natsu. Lui lo guardò e si chiese perché quella ragazza si fosse sacrificata per uno che la ripudiava totalmente. Stettero così molto tempo e Grey rifletteva sui suoi sentimenti verso la ragazza. Non credeva più di odiarla ma forse solo di non capirla, così, sia per chiederle scusa e sia per ringraziarla, le prese il volto tra le mani e la baciò. Si guardarono e lei diventò rossa come un peperone.

“ forse voglio diventare tuo amico” le disse non guardandola negli occhi ma arrossendo lievemente, lei era stupita perché non si aspettava che un ragazzo così freddo potesse essere anche dolce. Sorrise e lo abbracciò.

Passarono anni e loro si scrivevano spesso delle lettere per tenersi in contatto. Grey, pian piano, iniziò ad affezionarsi a quella ragazza tanto esuberante quanto dolce. Iniziò a desiderare di vederla più spesso così la andò a trovare, erano amici ormai da anni e lei era molto innamorata ma anche lui solo che lo nascondeva. In quella vacanza lui cercò in tutti i modi di essere il più dolce possibile per farle capire i propri sentimenti. Ma Juvia li capiva bene, sapeva che lui era innamorato di lei ma voleva che lui facesse il primo passo. Alla fine di quella settimana lui dovete prepararsi per tornare a casa. Juvia era triste perché Grey non aveva fatto nulla per dimostrare il suo amore e, a malincuore, pensò di non essere quella giusta per lui.

Pronto per partire Grey si volto verso la ragazza. La guardò e le sorrise così fece anche lei ma era molto distratta. Così lui la baciò e le disse che non voleva partire perché l’amava. Lei aveva casa e lavoro così gli chiese di restare con lei e così fece. I mesi successivi Grey li passò a fare i traslochi e a cercare lavoro.

Un giorno, a cena, lei gli chiese : “chissà cosa nasce da due dei”.



Spero che questa nuova storia vi piaccia e ringrazio LaRagazzaDelBorgo06 per avermi dato la possibilità di scriverla :).

KAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora