Passato

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"Guarda chi c'è, Edin!" Guardo mamma con in braccio il bambino, in piedi, che lo culla accanto alla libreria del salotto, mentre appoggio la borsa sul divano e mi tolgo la giacca. "Vuoi tenerlo?" Guardo mamma e poi poggio gli occhi su di lui "No" - "Dani" mi richiama sconsolata, con un filo di voce "Dimmi" - "È Edin, è tuo figlio" le lascio un ultimo sguardo e poi salgo le scale per rifugiarmi nella mia camera, dove mi accorgo che hanno spostato la sua culla e tutto ciò che prima era nella stanza dei miei. Mi butto nel letto e punto gli occhi verso quell'oggetto abbastanza ingombrante posto tra il mio letto e la finestra che da sul giardino, l'ho presa con papà verso la fine della gravidanza, in legno, ma verniciata di bianco perché si sarebbe intonata meglio ai mobili della mia camera, ed ora, ora è la prima volta che la vedo in questa stanza.
E non la voglio.
Mi alzo e apro la porta della camera, per poi spingere fuori la culla. Non voglio quel bambino così uguale a Miralem nella mia vita, non lo voglio. Mi sale un conato di vomito e corro verso il bagno mentre mi premo una mano sulla bocca, e vomito tutto.
"Danielle!" Apro gli occhi e guardo papà che mi rivolge uno sguardo preoccupato, continuando a stringermi una spalla, mentre io continuo a rimanere raggomitolata a terra, con la schiena appoggiata alle piastrelle blu del bagno. "Dobbiamo parlare, devi parlarci. Non puoi continuare così. Non voglio continuare a vedere mia figlia sgretolarsi a terra per un ragazzo. Non voglio continuare a vedere tua madre fare da madre a tuo figlio, perché tu non vuoi saperne nulla di lui. Hai bisogno di aiuto. Abbiamo bisogno di aiuto"

Guardami negli occhi, e pensa solo a noi • Miralem Pjanic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora