♣20° Capitolo:♣

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Ero chiusa nella mia stanza ormai da 3 ore e non volevo altro che uscire di lì e andare dalle mia amiche. Guardavo l’orologio ripetutamente come se da un momento all’altro potessero arrivare le 18.30. Sommersa dalla noia, di nascosto, tentai di uscire dalla camera senza farmi vedere e scesi giù nel seminterrato dove i ragazzi avevano le attrezzature per suonare con la band. La musica è la mia compagna di vita, senza di lei non vado da nessuna parte. Dopo tanti anni impugnai nuovamente una chitarra tra le mani, le sue corde così sottili i tasti da ricordare, gli accordi che ti fanno diventare le dita rosse, ma la parte meglio è quello che può produrre, un suono, una melodia che ti colpisce. Iniziai a suona sulle note di Taylor Swift una delle canzoni che imparai per prima:

“Romeo, take me somewhere we can be alone. I’ll be waiting: all that’s left to do is run.

You’ll be the prince and I’ll be the princess.

It’s a love story, baby, just say ‘Yes’…

‘Cause we were both young when I frist saw you…”

Conclusi la canzone pensando che nessuno mi ascoltasse ma invece al termine ci fu un applauso inaspettato seguito da queste parole: “Complimenti, non ti facevo così brava”, perché cazzo ero uscita dalla mia stanza sapendo che c’erano due avvoltoi pronti a divorarmi con le parole… “Louis…” dissi con tono scontato rimettendo apposto la chitarra che mi portò indietro nel passato. “Ha fatto qualche lezione privata?” mi chiese come se non sapesse chi mi ha insegnato a suonare, “Non fare lo spiritoso” lo liquidai. “E chi vuole fare lo spiritoso qui?” chiese, davvero non capitvo dove voleva arrivare ma non mi feci nessun problema a chiederglielo “Dove vuoi arrivare?” “Io?” si indicò con gli indici “Da nessuna parte” affermò lui alzando le mani in alto, “Bene allora posso anche andare” dissi incamminandomi alla parta per risalire ma lui non mi fermò, nemmeno uno sguardo, nemmeno mi sfiorò, e non so come, in qualche modo quel gesto mi ferì. Speravo che lottasse almeno un minimo per me ma come poteva farlo dopo che gli avevo detto esplicitamente che non lo volevo e che stavo bene con Niall?

Cercai di non pensarci e una volta tornata nella mia stanza guardai per l’ennesima volta l’orologio, “Oh cazzo! Le sette?” gridai in preda al panico, avevo solo 30 minuti per vestirmi, truccarmi e precipitarmi al GreenLight. Corsi all’armadio e velocemente tirai fuori dei vestiti: misi un maglione nero con lo stemma di Batman abbinati a dei jeans chiarissimi, poi misi le scarpe ovvero le solite AllStars bianche e corsi in bagno per truccarmi. Cercai di sistemando al meglio i miei lunghi capelli leggermente ondulati mettendoli da un lato in fine ricorsi in camera presi una borsa nera lucida, ci misi dentro il telefono e tutto il necessario per poi correre d sotto. “Harry, dove sei?” chiesi ad alta voce facendo rimbombare la stanza, nessuna risposta, sarebbe stato lui ad accompagnarmi ma non doveva essere in ritardo. Cazzo proprio ora dovevi sparire? La abbia salì ma subito calò quando vidi un Harry vestito con una maglia nera scollata avanti con tre bottoni abbinati ad un paio di jeans begie con ancora tutti i capelli ricci bagnati. “Eccomi, sono pronto” restai un attimo a bocca aperta quando si passò le mani nei capelli bagnati per sistemarli al meglio, “Jane ci sei?” mi chiese facendomi tornare dai vivi, “Stai benissimo così. Andiamo” mi limitai a dire per poi aprire la porta e dirigermi verso la macchina. Salimmo e come ogni volta mancò l’argomento su cui discutere. “Dove devi andare vestito così elegante?” chiesi notando ancora una volta il suo abbigliamento così curato e impeccabile. “Vengo con te è ovvio!” disse con euforia, “Tu cosa?” chiesi quasi gridando e voltandomi verso di lui con una faccia sconvolta e stupita “Vengo con te” ripeté “Quello lo avevo capito, ma io non voglio che tu venga, è una rimpatriata fra vecchie amiche” dissi con ovvietà. “Lo so tranquilla, stasera non mi vedrai affatto” la tensione scivolò via. “Allora, dove ti devi trovare con le tue amiche?” chiese “Al GreenLight” dissi normalmente, “Ahahah spiritosa, ora però dimmi il vero luogo” guardai Harry un po’ stranita “Il GreenLight, Perché? Che c’è di male?” “Ti devo elencare tutti i motivi per cui non dovresti andarci?” “Si perché credo di non capire Harry…” Harry scosse la testa ma mantenne lo sguardo sulla strada, “Partendo dal fatto che stasera Niall si sarebbe dovuto trovare li con H-“ “Niall cosa?!” feci un grido che sentirono anche in Alaska “Calma, calma… Niall niente hai sentito male” cercò di difendersi Harry, “Harry non me la bevo, se non mi dici tutto mi metto a gridare più forte possibile! E sai che non scherzo! Quindi… Confessa!” gridai un’alta volta con voce isterica “In che sfottuto guaio mi sono cacciato, ora Niall i uccide“ “Parla!” strillai nuovamente ancora più forte “Te siediti però e stai calma” nel momento di irai mi ero addirittura alzata dal seggiolino mettendomi in ginocchioni su di esso. “Niall si doveva incontrare con Holly lì stasera appena concluse le registrazioni” confesso Harry. “Chi è questa sfottuta Hlly ora?! Anzi non lo voglio sapere glielo chiederò io stessa stasera. Grazi Harry” nel frattempo eravamo arrivati quindi io aprii la portiera e la chiusi con potenza dirigendomi verso l’entrata. Furiosa, irritata, nauseata, arrabbiata non descrivevano il mio stato d’animo abbastanza bene. Gliel’avrei fatta vedere io a quella smorfiosa di ‘Holly’.

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