5. Il dono di Grindelwald

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10 agosto 1940

-"Devi svuotare la mente, Eileen, come prima. Se non ti concentri mi lasci libero accesso a tutto" scandì lentamente Grindelwald con la sua voce carezzevole. C'era una scintilla nel suo tono, qualcosa che lo tradiva vagamente, rivelando il suo nervosismo e l'esasperazione che si facevano strada in lui. Grindelwald non era il tipo d'uomo che ammetteva tanti errori conseguenti.

-"Sì, signor Grindelwald! Sono solo un po' stanca..." farfugliò Eileen, cercando di riassestare i suoi sensi intorpiditi dall'intrusione del mago nella sua testa. Grindelwald aveva appena sbirciato di quella volta quando il suo cane Arthur, scavando una buca nella terra, le aveva sporcato tutta la veste nuova e chiara, mentre lei rideva. Non aveva visto granché fino a quel momento, ma la sensazione e la consapevolezza di averlo dentro la sua mente era qualcosa a cui faticava ad abituarsi.

-"Lo so Eileen, lo so. Ma voglio di più. Hai resistito a lungo, ma devi darmi di più... ancora una volta, avanti..."

Si sentiva stupida, ottusa ed opportunista. Era stata lei ad accettare le sue lezioni, lei che lo aveva voluto come maestro, ed ora che tutto era alla sua portata le sembrava così inafferrabile ed intangibile. Non se la cavava affatto male con l'occlumanzia, ma il minimo errore la gettava in uno stato di angoscia ed inadeguatezza che le provocava un nodo alla gola insopportabile, quasi bloccandole il respiro.

Grindelwald, di fronte a lei, dritto e superbo nel suo completo blu notte, fissò gli occhi eterocromi nei suoi e fece un cenno con il capo, a simulare un permesso per entrare.

Eileen si sentiva senza forze, allo stremo di qualsiasi capacità fisica e cognitiva, desiderava sedersi per qualche momento a riprendere fiato, ma non le era concesso. Non con lui.

Asserì con il capo, accettando mentalmente ogni tipo di conseguenza, senza nemmeno riuscire ad immaginare quale sarebbe stata la reazione del mago qualora lei avesse fallito.

Stanca com'era, sinceramente non le interessava più nulla. Stavano provando da almeno un'ora e mezza!

-"Legilimens" sibilò Grindelwald e la stanza prese a vorticare intorno a lei.

Un attanagliante bruciore le folgorò due punti precisi al centro della sua testa, all'interno e molto in basso [1], poi si estese per la lunga più in avanti [2].

Nascondimi i tuoi ricordi, Eileen. Chiudili dentro ad un contenitore e nascondili al suo intero.

Le parole e gli insegnamenti di Grindelwald le risuonavano in testa come una voce distante e amica.

Fu come se qualcosa le si snebbiasse davanti agli occhi e delle immagini presero forma, molto vicine alla tangibilità. Era lei, qualche anno prima, che correva nel bosco dietro casa sua, saltando i tronchi degli alberi caduti; serpeggiando tra cespugli e felci. Arthur era sempre al suo capezzale, con la lingua di fuori per la fatica.

Esci

Un vortice energico spazzò via le immagini e in un batter d'occhio si ritrovò nel salotto di Nurmengard, ansante e sudaticcia. La luce filtrava dalla grande vetrata che dava sulle cime rocciose delle montagne, ma dove erano loro -seduti sui divanetti- sembrava che fossero calate le tenebre.

-"Questo era ottimo, Eileen" disse Grindelwald, alzandosi dalla poltrona e raggiungendola "Mi hai spinto fuori con forza, ma ora non voglio vedere nulla"

La strada per Spinner's EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora