Non riuscirò ancora a dimenticare l'espressione di Xander quando gli dissi che l'amore non faceva per me. Non so perchè glielo dissi, ma avevo bisogno che lui lo sapesse, ma anche per convincere me stessa che io non potevo amare.
Lessi nei suoi occhi dolore, tristezza, rabbia più di tutti. Era arrabbiato con me. Lo potevo capire in un certo senso. Le parole che più mi fecero male rimbombavano ancora nella mia testa.
"Non voglio perderti, ma a questo punto ho capito che è meglio sparire dalla tua vita."
Mi avevano fatto male. Lo avevo perso per sempre, ed era tutta colpa mia. Ero stata io ad ollantanarlo da me, con la consapevolezza che lui mi avrebbe lasciata sola. Un'altra volta.
Trattenere le lacrime è terribile. Ti brucia la gola, il naso, respiri male e non fai che riperti 'non qui'.
Ed era così che avevo passato la serata. Circondata da John e Jerome che chiaccheravano mentre nella mia testa mi ripetevo queste due paroline, come un mantra per concentrarmi, per non scoppiare davanti a tutti.
Quando mi infilai nel letto, misi le cuffie e incomincia ad ascolatare la musica, ascoltando parole di chi mi aveva capito senza conoscermi. E mi addormentai così, cullata dalla musica.
****
Quando mi sveglia sentii un forte bruciore sul collo. Misi le dita per sentire da dove proveniva questo fastidio e sentii un leggero gonfiore e bagnato. Quando riportai le mani davanti vidi che c'era del sangue. Il simbolo aveva bruciato la mia pelle, facendomi perdere del sangue.
Mi alzai, preoccupata perchè non avevo la minima idea di che cosa fare. Essendo dietro, non riuscivo bene a vedere quali fossero le condizioni e se c'era un taglio o robe del genere.
Presi un pezzo di carta e la bagnai con dell'acqua, per poi tamponare sul collo.
Scesi di sotto e mentre entravo in cucina andai a sbattere contro qualcuno. Xander.
Mi guardò per un attimo, per poi distogliere lo sguardo e posarlo sul pezzo di carta che tenevo in mano, vedendo del sangue. La sua espressione si tramutò in preoccupazione, ma non gli diedi il tempo di parlare che corsi in cucina a cercare John.
"John dobbiamo parlare." Dissi con aria critica.
John mi guardò per un secondo, scombussolato ma quando vide il sangue si preoccupò correndo subito verso di me. "Che succede? Ti sei tagliata? Dove ti sei fatta male? Insomma Kassy parla!" dissi con aria grave. Era davvero preoccupato.
Non sapevo come spiegargli la situazione, ero confusa anche io e gli spiegai per bene le cose, fin dall'inizio.
"Mi sono svegliata con un bruciore sul collo e quando mi sono toccata ho sentito che il simbolo si era leggermente gonfiato e perdeva sangue. Ma da dietro non riesco bene a vedere com'è la situazione."
John annui e venne verso di me. Si posizionò dietro di me e alzò i capelli. Un gemito strozzato gli uscì dalle labbra e a quel punto cominciai a preoccuparmi seriamente. "Che succede? E' grave?" chiesi con una voce fin troppo stridula.
"Forse è il caso di parlare." mi disse con aria tragica.
Annui con la testa e andammo verso la sala per sederci.
"Credo che per oggi tu possa saltare scuola" stavo per rispondere quando xander ci interruppe. Non se ne era ancora andato. "Perchè non viene a scuola? Sta male, che è successo?" aveva un tono di voce angosciato, se non lo conoscessi bene penserei che stesse per piangere.
Cerco di trovare i miei occhi, am non glielo concessi. Non potevo, lui aveva deciso di sparire dalla mia vita, ma non stava mantenendo la promessa. "Non ti preoccupare Xander, è una cosa normale, ora va a scuola, forza!" disse John alzando leggermente la voce.
STAI LEGGENDO
Kassandra - La figlia del diavolo
FantasyKassandra Butler, questo è il suo nome. Occhi azzurri come il ghiaccio, capelli neri come la pece. Ha una volpe, Jenna. Un padre, Joseph, che fa parte di una setta, ma non solo. Emily, madre creduta morta, ma che ricompare nel momento del bisogno, m...