Guardo fuori dalla grande finestra sulla parete sinistra della classe. L'azzurro uniforme del cielo è interrotto solo da un piccolo schizzo bianco che più che una nuvola sembra uno scherzo.
Non è neppure finita la prima ora che già mi ricordo perché odiavo la scuola.
Ogni interesse che potevo avere per la biologia è scomparso dietro la voce stridula della prof., che guarda tutti gli studenti come se fossero persone che hanno distrutto ogni briciola della sua vita sociale.
E forse lo abbiamo fatto.
Guardo Azalea: lei prova a stare attenta ma la sua faccia sconsolata mi fa capire che ha già deposto le armi. Azalea volta il suo viso verso me e quando ci rendiamo conto che ci stiamo fissando a vicenda cominciamo a farci delle strane facce di nascosto.
Non riesco a trattenere una risatina.
-Briar, vero?- chiede severa la prof.
-Sì- rispondo più seria che posso.
-Può accendere i pochi neuroni che ha in testa e provare a concentrarsi? Grazie-
sprofondo leggermente sotto il banco, cercando di evitare gli sguardi, ma è inutile quelli ti raggiungono ovunque.
Quando ormai nessuno mi guarda più suona la campanella. Mi alzo e vado incontro ad Azalea.
Per la prossima ora ci dobbiamo separare, io ho calcolo mentre lei letteratura. Ci abbracciamo come se dovessimo dirci addio poi vado dritta nell'aula di calcolo senza fermarmi.
Sono la prima arrivata e resto da sola davanti alla porta per due minuti, quando arrivano il secondo e il terzo mi intrufolo nell'aula con loro.
Mi siedo in un banco più o meno nella fila centrale e osservo i due ragazzi che sono entrati con me. uno, il secondo, è abbastanza alto, ma non proprio in forma, ha i capelli arruffati, e una faccia che potrebbe sembrare un unico brufolo. Il terzo invece potrebbe sembrare attraente solo se si curasse di più. ma cosa puoi pretendere da un ragazzo...
Mentre li osservo entra altra gente, soprattutto ragazzi ma anche qualche ragazza, una delle quali si siede davanti a me e si presenta. Si chiama Edith, è abbastanza bassa ma ha un viso molto carino e adoro i suoi capelli: rossi scuri, lisci, lunghi fino alla spalla.
Suona l’ultima campanella e la classe si riempie: alla mia sinistra si siede una ragazza che non mi degna neanche di uno sguardo, mentre alla mia destra un ragazzo veramente carino che era anche a biologia
Il prof. comincia la lezione, che per qualche strano motivo mi interessa, quindi l'ora passa in fretta.
***
Dopo diverse ore passate a scarabocchiare il quaderno, finalmente suona la campana del pranzo e, insieme a Edith, esco dalla classe per dirigermi verso l’armadietto per appoggiare i libri che ho in mano. Mentre andiamo alla mensa chiacchierando, incontro Az: ha uno sguardo stravolto e sfinito quasi avesse visto gli alieni. La prendo a braccetto e le chiedo ridendo –I broccoli ti hanno ucciso la famiglia?
Quando eravamo in ospedale scherzavamo sui broccoli ogni volta che capitava qualcosa di brutto, tipo l’inizio di una nuova terapia, visto che più o meno ad ogni pasto ce ne offrivano una porzione abbondante anche se non li mangiava nessuno.
-Sarebbe stato meglio- risponde Azalea sconsolata.
-Cosa è successo di così tanto terribile?- dico in modo teatrale allargando le braccia e urtando qualche ragazzo che passava di lì per caso.
-La prof. mi ha fatto presentare alla classe- dice lei guardando il pavimento.
-E scommetto che hai mostrato a tutti le tue abilità da ventriloqua- dico con tono ovvio, mi giro verso Edith e le sussurro- non è molto brava a parlare in pubblico.
-Lo sai che ti sento?!- dice Az quasi urlando.
-Vedi, ti è già tornato il buon umore, potrei sostituire il Dr. White da quanto sono brava- dico pavoneggiandomi in modo esagerato.
Azalea mi da uno schiaffetto sul braccio e sorridente si aggrega a me e ad Edith per andare in mensa.
***
Edith e Azalea sembrano starsi simpatiche, siamo sedute tutte e tre in un tavolo isolato della mensa, visto che quelli al centro sono tutti occupati dai “famosi” della scuola. Edith ci ha spiegato un po’ la gerarchia che si può trovare alla Lakeside School di Georgetown: in cima alla piramide sociale c’è Brooklyn, alta, bionda e di lei rimane solo lo scheletro, neanche un po’ di carne su quelle povere ossa. Stranamente non è al capo delle cheerleader, teme che il sudore le faccia colare il trucco e scompigliarle i capelli, ma è talmente ricca che potrebbe comprarsi l’intera città. Brooklyn sta sempre a strusciarsi su Kyle, sua preda da sempre, che però mostra interesse solo quando ha voglia di farsi qualcuna.
Kyle è il ragazzo dai capelli neri vicino al quale ci siamo sedute a biologia, è famoso tra le ragazze perché c’è la leggenda che non si interessi a nessuna, non è il più figo della scuola, ma i cattivi ragazzi fanno sempre colpo.
Come da cliché a loro due seguono tutte le cheerleader, con la loro leader Amanda, e gli atleti.
Tutti gli altri sono esseri anonimi, plebei che cedono sotto la tirannia di una ragazza solo perché è ricca e bella.
Una gerarchia più rigida di quelle del Medioevo.
Spazio Autrici
Salve care persone, tipo che non aggiorniamo da secoli (me ne prendo la responsabilità) e questo capitolo è cortino, ma chissene. Mi scuso per tutti gli errori che ci potrebbero essere e beh, lasciate un commento con ciò che pensate (che sia qualcosa di bello o qualcosa di brutto).
Ah, questo capitolo in alcune parti (ogni riferimento alla parte dei broccoli è puramente casuale) sono dementi e mi scuso pure per questo, ma le nostre menti malate hanno sfornato questo capitolo mentre pensavamo a cose inquietanti lol, ci vediamo presto (si spera)
-harrjsbandana che cita @rachelecimatti che le sta ricordando da più di due mesi di pubblicare il capitolo.
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like pieces of glass ♥
Teen FictionQuesta sottospecie di racconto è stato creato a quattro mani con @rachelecimatti qui su wattpad ((: Dalla storia: Briar è la mia migliore amica, ci siamo conosciute nel centro psichiatrico di Georgetown, siamo arrivate lo stesso giorno e appena ci s...