Mi spinse quindi sul letto, a pancia in giù, e in un attimo non avevo più mutandine.
Mi legò le caviglie ai bordi, così da avere tutta la mia intimità in balia dei suoi desideri.
Si mise sopra di me con tutto il corpo, potevo sentire il suo respiro sul collo, e la voce che mi sussurrava piano:
- sei tutta mia ora.. Non puoi scappare.. Non puoi nemmeno ribellarti.. Povera Piccola..
Disse leccandomi la guancia.Io mugolai qualcosa cercando di fargli capire il mio odio verso i suoi confronti. Come poteva farmi questo?? Chi si credeva di essere?
Non avrei mai potuto immaginare che esistesse un luogo come questo.
Una domanda continuava a tartassarmi la mente: come aveva fatto mio padre a lasciarmi in questo posto senza che io fossi veramente malata??Come aveva fatto a convincere chiunque dirigesse l'istituto a tenermi lì?
Giunsi così alla conclusione che era molto probabile che gli avesse pagati, e questo significava solo una cosa: ero in trappola.
Intanto lui cominciò a palparmi il sedere, fino a farmi male pizzicandomelo con tanta cattiveria e forza che ero sicura mi avesse lasciato il segno..
Poi iniziò a leccarmi sempre più giù.. Sempre più in fondo.. Fino ad arrivare alle mie labbra.
Mi assaporava come una bestia affamata assaporerebbe una piccola dolce preda indifesa, completamente rinchiusa nelle sue grinfie malefiche..
Mi esplorava e mi bagnava con la saliva, mi mordeva le labbra fino a farmi male e allo stesso momento stuzzicava il mio punto più sensibile..
Odiavo tutto, odiavo lui. Perché tutto questo era sbagliato, ma non ero più libera nemmeno di scegliere se godere o meno.
Mi faceva eccitare, conosceva i punti giusti per fare crescere la mia parte più repressa e si prendeva gioco della mia stessa dignità..
Mi sfiorò con due dita e me le porto vicino agli occhi..
- guarda come sei bagnata! Allora ti piace il trattamento che ti sto riservando! Sei proprio una troia Ahahaha!
Le sue risate rimbombavano nella mia testa con un suono assordante..
Non volevo più sapere, non volevo più sentire niente, non volevo più esistere..
Nel frattempo si era fermato.. Il lume di speranza che avesse finito di torturarmi mi rincuorò l'anima.. Ma solo per un istante.
Si avvicinò al mio viso con i pantaloni completamente calati, e il suo membro davanti a me.
Lo guardai con disprezzo, mentre lui mi osservava attentamente con fare superiore.
Poi si chinò vicino al mio orecchio e mi sussurrò
- ora tu mi fai un bel lavoro. E forse oggi ti lascerò stare .. Altrimenti qui abbiamo molti giochetti che potrei usare su di te.. E non credo ti piacerebbero ..
Mi mostrò un grande attrezzo circolare fornito di moltissimi elettrodi, il tutto collegato a una spina attaccata al muro.
- vedi questo di solito si mette in testa.. E non penso che vuoi sapere cosa succederebbe se lo accendessi vero?
Ero terrorizzata. Ok non volevo vivere in quel modo, ma di certo non volevo morire così!
Rimasi in silenzio, incapaci e di fiatare e lui con un gesto veloce me lo mise in testa, chiudendomelo sopra la fronte.
Subito iniziai a muovermi e ad urlare nonostante l'oggetto di gomma me lo impedisse, non volevo morire.. non volevo morire.. non volevo morire..
Allora lui porto il suo volto dritto davanti a me e guardandomi con freddezza mi chiese:
- allora?? Cosa hai deciso?? Chi tace acconsente..
Mugolai un " no" soffocato, e cominciai a piangere miserabilmente. Poteva farmi di tutto, ma questo no.
In un attimo mi liberò la bocca e mi disse:
- allora, tu non vuoi morire vero? Vero??!
Annui frettolosamente, ancora terrorizzata dalla sua instabilità e dal pericolo che correvo.
- bene, allora dovrai eseguire ogni mio singolo ordine, senza fiatare ne replicare.
Se sbaglierai ti verranno inflitte delle punizioni, in base alla gravità della tua mancanza. Io decido per te e e tu stai zitta.
Da questo momento in poi tu sei mia, sei la mia bambola e l'unico modo per sopravvivere è soddisfare me. Me!!!Altrimenti ti uccido.
Mi hai capito??!
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Prigionia mentale
FantasyLa libertà è un concetto sempre più fievole nella mente della dolce Amélie, costretta alla prigionia in un istituto psichiatrico. Tuttavia non sarà lei la vera prigioniera, perché la mente è la gabbia più forte che esista. La gabbia più forte è l'...