25. Tramonti

1.9K 56 3
                                    

Maggio 2017

Quel giorno, Damiano aveva solo voglia di prendere un treno ed andare via con lei, solo con lei. Ed erano partiti, senza meta, prendendo il primo regionale che gli si fermò davanti, al binario 1 della stazione.

Erano arrivati chissà dove, ai confini della terra, dove questa si scontra con le onde del mare.

Avevano camminato a piedi nudi sulla sabbia. La brezza marina scompigliava i ricci di Victoria, inebriando Damiano con quel profumo buono, uno di quelli che non ti stanchi mai di assaporare, pur sapendo che sarà sempre lo stesso del giorno precedente, come si fa con le pagine di carta di un libro nuovo.

Si erano seduti sulla spiaggia, avevano parlato un po' di tutto, dalle cose più serie ai sogni più folli. E si erano ascoltati a vicenda, rassicurandosi, accarezzandosi il viso, respirando la stessa aria di libertà, quella che tira fuori le paure e le depone sulla sabbia, finché le onde non se le portano via per sempre.

Damiano l'aveva tenuta per mano, l'aveva fatta ridere, ignaro che quel sorriso l'avrebbe fatto segretamente innamorare.

Gli piaceva un sacco passare del tempo da solo con Victoria, perché lei era diversa, diversa da ogni altra persona che avesse mai incontrato. Non era mai riuscito a paragonarla a nessuna ragazza con cui aveva avuto a che fare in passato, perché nessuna era come lei.

Victoria gli aveva inconsapevolmente dato tanto. Qualcosa che nessun'altra gli aveva mai lasciato dentro. Gli aveva insegnato che vivere di sogni non era sbagliato, che la musica sarebbe potuta davvero diventare la loro unica ragione di vita.

Victoria gli aveva insegnato a non fermarsi mai, che raggiunto un traguardo ce n'è subito un altro davanti, perché l'arrivo non è altro che un nuovo punto di partenza per qualcosa di ulteriormente più grande.

Damiano non poteva negare che, a volte, questo suo modo di pretendere così tanto da quei tre ragazzini che erano la sua band, i Måneskin, la faceva risultare stronza. In realtà, Victoria era una delle persone più buone che avesse mai conosciuto. È solo che, ogni tanto, la troppa sincerità la si prende come un difetto.

Intanto, il cielo si era dipinto di rosso e il sole era in procinto di scomparire sotto l'acqua del mare.

Damiano rideva al vedere la povera Vic alle prese con il suo iPhone, intenta a racchiudere quel quadro in una foto. Il problema, con i tramonti, è che quella potrebbe anche essere la scena più bella che tu abbia mai visto, e la foto fa comunque schifo. Questo non significa che il tramonto non sia mozzafiato, soltanto che la fotocamera non può contenere tutta la sua bellezza.

E mentre Vic guardava rassegnata quel tramonto, Damiano guardava lei. E pensava che, un giorno, avrebbe potuto baciare le sue labbra soffici sotto quel cielo, magari in una delle piazze più belle d'Italia, e la cosa più bella sarebbe comunque rimasta lei. Perché Victoria era un tramonto che non tramontava mai. Era quel tramonto che, pur non cambiando mai, riesce sempre a stupirti.

La ragazza si voltò verso Damiano, con quegli occhi che lui starebbe ore a guardare, con quella bocca che starebbe ore a baciare, e l'abbracciò. E tra le sue braccia era il suo posto preferito.

Victoria ci aveva da sempre sperato, dentro di lei, di vederlo innamorato, costruendosi i suoi film mentali, arrendendosi tuttavia ad un amore che credeva non sarebbe mai potuto nascere.

Victoria aveva voglia di innamorarsi e di essere amata, di provare quelle sensazioni uniche e rare. Però, allo stesso tempo, aveva anche paura, paura di non riuscire a trovare una persona con cui condividere quel sentimento importante, paura di non essere in grado di esprimerlo come invece riusciva perfettamente col ragazzo che stava stringendo tra le braccia.

Damiano era un ragazzo un po' pazzo, e questa era la cosa che più intrigava Victoria. Ma quello che lei non sapeva era che lui non era un semplice pazzo. Lui era pazzo di lei. E per questo non riusciva a darsi pace.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora