You Lose a Bet... I Win Love

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Avevo perso l'ennesima scommessa con la mia migliore amica, maledicendomi per esserci caduta di nuovo. Era inutile e scontato sfidare la sorte con Lexa, lei non perdeva mai, MAI. Eppure anche questa volta mi ero lasciata convincere a scommettere. Dio, che stupida sono stata! La posta in gioco era troppo alta, avrei dovuto saperlo. Ma la ragione ha ceduto il passo al cuore. Sono sempre stata innamorata della mia migliore amica e il solo pensiero di vederla darsi piacere davanti ai miei occhi, anche solo per scommessa, sarebbe stato probabilmente l'unica occasione di poterla vivere come sempre avrei voluto. L'unico problema, in tutta questa storia, era che ora avrei dovuto farlo io davanti a lei. Avrei dovuto lasciarmi andare, trasgredire le regole, davanti all'unica persona che contava qualcosa per me, Lexa, senza farle capire cosa provassi veramente per lei. Il fallimento era certo, questo era poco ma sicuro.

"Te l'avevo detto che non avresti dovuto scommettere Clarke... lo sai che vinco sempre".

"Lo so e ti odio per questo...", dissi buttandomi a peso morto sul letto della mia stanza del college e soffocando un urlò nel cuscino.

La senti ridere, quella risata che mi faceva sempre impazzire, tanto da scatenarmi brividi in tutto il corpo. Si sedette al mio fianco, la sua gamba sfiorò la mia e per un attimo mi manco il respiro. Affondai il viso ancora di più nel cuscino cercando di riprendermi. Potevo farcela, avrei dovuto semplicemente fare buon viso e cattivo gioco, come ultimamente facevo sempre.

"Giuro su Dio che non scommetterò mai più con te. Ho già detto che ti odio, vero?", ribadì il concetto girandomi a guardarla frustrata dalla situazione cercando di fulminarla con lo sguardo.

Non è vero Lexa, non potrei mai odiarti, sei la persona più importante del mondo per me e tu nemmeno te ne accorgi...

"È inutile che ora fai i capricci Clarke... lo sapevi benissimo che avrei vinto io. Non hai scuse, devi pagare pegno".

"Lo sai che sei crudele vero?", protestai inutilmente.

"Mi dispiace, ma i patti sono patti!", ridacchiò lei.

"Sì sì... come no?! Ti dispiace, eh? Ma se hai anche alzato la posta...", obiettai cercando di celare tutto il mio imbarazzo.

Non ti dispiace per niente vedermi senza veli Lexa, almeno ammettilo! Possibile che ti sia così indifferente? Possibile che quegli sguardi, quelle carezze fugaci che ogni tanto mi rivolgi, mi abbiano fatto fraintendere tutto? Dio, davvero per te solo sono Clarke, la tua migliore amica?

"Di cosa hai paura?", mi chiese tornando seria.

"Io non ho paura...", mentì soprattutto a me stessa.

Avevo una paura fottuta di lasciarmi andare davanti a lei, se per colpa dei miei sentimenti l'avessi persa, non me lo sai mai perdonata. Io non potevo vivere senza di lei, Lexa era diventata lentamente il mio tutto, anche se io per lei non lo ero affatto. Ma poco importava, mi sarebbe bastato sempre e comunque.

"Non sai mentire Clarke, almeno non a me. Qui ci siamo solo noi due, ci conosciamo da una vita... non c'è niente di cui tu ti debba preoccupare...", cercò di tranquillizzarmi come se quello che stessi per fare fosse normale. Ma non lo era cazzo!

"Se non te la senti... puoi sempre rinunciare", aggiunse poi. Il suo tono mi sembrò quasi deluso, titubante, come se a questa cosa ci tenesse in particolar modo. La cosa mi incuriosì, non era da lei mostrare così le sue emozioni.

"No, non voglio rinunciare. Ho perso ed è giusto che paghi...", dissi cercando di essere il più convincente possibile.

"Allora, dai, mettiti comoda... io mi metto qui, seduta ai piedi del letto... e ti guardò", le ultime parole le disse con un tono talmente eccitante che il mio corpo si incendiò all'istante.

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