Capitolo 36

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Jocelyn’s pov

Siamo davanti casa mia, in macchina, a scherzare su tutti i ragazzi che dalla festa torneranno strisciando a casa, per quanto sono ubriachi.
Ormai è notte fonda, ma ancora non me la sento di rientrare.
Quando stai bene non vuoi mai staccarti da ciò che ti rende sereno, e con Jeremy mi sento così, ora.

"Jocelyn, devo parlarti di una cosa." Tutto a un tratto i suoi lineamenti diventano seri.
Mio dio, questa frase mi ha sempre messo un'ansia terribile.
Lo leggo il suo sguardo, quello di chi sta per dire qualcosa di grosso, ma è incerto se farlo o meno.
Parla, perché mi devi fare venire tutta quest'angoscia?

"Non è stato un errore prima, volevo farlo." Ammette in un sussurro, riferendosi al nostro bacio nel parcheggio.
Non sono sicura che sia questo ciò che doveva dirmi, ma decido di non indagare, al momento sono scioccata perché mi ha preso troppo alla sprovvista.

"Ah...cioè..." Farfuglio vaga, indecisa su cosa rispondere.

"Non nascondo che vorrei rifarlo." Ribatte deciso, guardandomi dritto negli occhi.
Troppe volte ho dato retta al mio cervello, pensando sempre prima di agire.
Quando ho conosciuto Caleb invece, ho iniziato a non farmi perdere nessuna occasione, a seguire il mio istinto pur sbagliando.
Questo mi spinge ad andare oltre, a superare un limite che è pericoloso, dove potrei scottarmi.

"Un coglione farebbe di tutto per scopare con te, io no. Sei una calamita Jocelyn, ho paura di non staccarmi più, di diventare dipendente da te, com'è successo a Caleb." 
No, non puoi nominarmi il suo nome in una situazione simile.
Ora mi sento esposta, e il mio cuore si chiude a riccio.

"Era il mio migliore amico, e nonostante tutto gli voglio ancora bene. Sei stata il suo grande amore, non riesco a non pensare a questo.” Non posso ribattere, perché ha ragione.
Per lui è stato come un fratello, per me è tutt'ora il ragazzo che amo, una cosa del genere non può che avere conseguenze.

“I-io non so cosa dire…” Mormoro continuano a sostenere il suo sguardo.

“E’ tornato.” Ammette in un sussurro, con gli occhi rivolti verso la strada buia davanti a noi.

“C-come?” Non credo di aver capito bene quello che ho appena sentito.

“Jeremy!” Lo scuoto appena toccandogli il braccio dopo aver aspettato troppi secondi prima di sentire la sua risposta.

“Q-quando sono andato a prendere da bere prima l’ho visto. Ci siamo spostati nel parcheggio e abbiamo iniziato a parlare.” I muscoli del mio corpo si restringono come carta appena bagnata al solo continuare la conversazione.

“Cosa vi siete detti? Lui è qui con Diana?” Domando a raffica.

“Sì…e oltre a questo sospetta anche che tra noi ci possa essere qualcosa.” Risponde semplicemente, stringendo il volante con entrambe le mani.
Deve aver visto qualcosa per pensare una cosa simile, magari alla festa, mentre ero impegnata a scatenarmi in pista cercando di scacciare i brutti pensieri.

“Fammi indovinare…non hai fatto niente per dimostrare il contrario vero?”

“Non proprio. Gli ho detto che siamo amici ma che tu sei speciale. L’ho voluto tenere sulle spine perché infondo merita di essere tradito come lui crede…soprattutto dopo che mi ha abbandonato.” Sento una scossa attraversarmi da capo a piedi, perdo la lucidità di quello che sto vivendo, mi sento male.

Attorno a me tutto diventa buio, gli occhi si chiudono in due fessure con un sfondo nero che non mi consente di guardare attorno a me.
La voce viene a mancare, faticando contro la mia stessa anima per ricordare che devo respirare se non voglio soffocare nel giro di qualche minuto.
E’ una sensazione strana, è come se non fossi più qui.

“Jocelyn ma che cazzo succede?”

E sento Jeremy che prova a scuotermi, pronunciando parole che il mio cervello non riesce a decifrare.
Sento parlare di attacchi di panico, e sento una voce di una donna…molto familiare.
E’ mia madre che continua a bagnarmi le mani con le sue lacrime. Sento una goccia dopo l’altra, mentre il mio corpo rimane immobile.
Non riescono a capire che stanno toccando una persona che non riesce a reagire?
Forse non sono neanch’io.
E poi vedo Noah che mi viene incontro con uno sguardo contrariato.
Non mi porge la mano come speravo, ma scuote la testa negandomi di avvicinarmi a lui.
Gli sorrido teneramente, ma è come se non volesse parlarmi.
Poi sento diverse parole, e una in particolare mischia la mia mente.
Ambulanza.
Cerco di tornare lucida, ma sembra impossibile.
La mia anima è intrappolata in un gioco che non voglio continuare.
La realtà si scontra con la pazzia, è un vortice che mi costringe a smettere di fare qualsiasi cosa.
Chiudo gli occhi sperando di dormire e sognare un bellissimo ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
Non so più chi mi circonda, ma vorrei fargli sapere che ora starò bene nel mio angolo buio.
Dove sono finita?

//spazio autrice.
Con questo ultimo capitolo sì è conclusa questa storia 🖤

Kiss, 𝓖𝓲𝓾𝓵𝓲𝓪

⭐🌟⭐🌟

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