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POV Jungkook

-Muoviti Jungkook, dai!
-Arrivo- urlo di rimando dal mio appartamento.
C'è una mega festa stasera a casa di Stefano, con tanto di alcool e tanta gente figa. Naturalmente non posso perdermi la possibilità di rimorchiare qualcuno e di farmi una bella bevuta dopo. Ho 20 anni dopotutto e ho appena finito la sessione, direi che una sbronza me la posso concedere.
Spruzzo un po' di profumo sul collo, mi passo la mano tra i capelli neri guardandomi allo specchio. Mi piaccio. Sembro uno tosto, così vestito di nero e i muscoli in bella vista; inoltre il piercing al sopracciglio fatto la settimana scorsa mi dona particolarmente, mi sta bene e mi da' un tocco da duro. E da figo.
Sorrido allo specchio soddisfatto, prendo la giacca e le chiavi ed esco di casa per dirigermi al piano di sopra, dove si terrà baldoria per tutta la notte in onore della fine della sessione invernale. È durata più del solito, fino a marzo, ragion per cui bisogna festeggiare in grande; festeggiare noi che siamo sopravvissuti anche a questa maratona interminabile di esami.
Suono il campanello. Mi apre un ragazzo biondo, lentigginoso, dal sorriso storto e gli occhi lucidi con una birra in mano; Stefano è già ubriaco marcio. Ottimo direi.
Dentro la musica è assordante e lo spazio è minuscolo e super affollato, ma chi sono io per lamentarmi? Qualcuno mi tira la giacca buttandomela da qualche parte e un altro mi piazza un cocktail tra le mani. È superalcolico. Ed è ottimo. Sarà una serata da sballo, me lo sento.
-Jungkook, sei bellissimo.- mi dice una ragazza. La conosco, studia infermieristica anche lei, solo che lei è del terzo anno, io del secondo. È carina, ha i capelli ricci e castani e due grandi occhi marroni, ma non è proprio il mio tipo. Comunque sia questa è la mia serata da sballo e mi voglio divertire.
Col drink in mano prendo a flirtare con lei urlando parole a caso che tanto non sta nemmeno ad ascoltare perché la musica è troppo alta e perché non siamo riuniti in sala pranzo dove di solito teniamo le migliori conversazioni.
Lei ride e anche gli altri ridono guardandoci e io pure perché dai ragazzi, qua nessuno è lucido e la festa è iniziata da appena un quarto d'ora.
Credo si chiami Anna. O Marta, non so ma poco importa. È ubriaca e ride di continuo ma è okay, lo sono anch'io d'altronde.
La musica d'un tratto cambia, si fa più lenta e l'aria è molto afosa e pesante. Sa di fumo.
Faccio per dirigermi verso la finestra e prendere una boccata d'aria ma Anna o Marta o quello che è mi afferra per il collo abbassandomelo alla sua altezza. Mi guarda con occhi ubriachi e inizia a baciarmi. Un brivido mi percorre la schiena.
La ragazza mi avvicina, si impossessa letteralmente della mia bocca e con le mani inizia a cercare di tirami su la maglia scoprendomi l'addome sudato. La sento sorridere sulla mia bocca mentre con le dita percorre i miei muscoli. All'improvviso la sento maneggiare con la mia cintura.
No. È troppo.
Le prendo le mani e gliele allontano, staccandomi da lei, il brivido che ho provato prima non era affatto di piacere. La ragazza mi guarda confusa, troppo ubriaca per rendersi conto di ciò che è successo. Ne approfitto per guardarmi intorno: tutti sono alle prese con il proprio modo di divertirsi ma io mi sono divertito abbastanza.
Mi avvicino alla ragazza e le dico di aspettarmi lì, dopodiché sparisco tra la massa di gente e mi dirigo verso la porta; la giacca la recupererò domani mattina, tentare di farlo ora sarebbe impossibile.
Quando finalmente esco fuori e mi rinchiudo la porta alle spalle gli effetti dell'alcool mi colpiscono violentemente. Il silenzio del corridoio mi fa ronzare fastidiosamente le orecchie e la testa mi gira in modo pazzesco. Mi sembra di stare su una giostra. Fisso il quadro sul muro opposto tentando di capire se è il quadro che si muove o io, giusto per capire che tipo di vertigini ho e se devo preoccuparmi, almeno ora che ho ancora un minimo di lucidità. Si muove il quadro. Vertigine oggettiva, non è grave. Studiare infermieristica serve pur a qualcosa.
Mi allontano dal muro sul quale ero appoggiato e inizio ad indirizzarmi verso le scale per raggiungere il mio appartamento. Quando arrivo alla rampa capisco che è stata una pessima idea; vertigine grave o non grave comunque le scale non riesco a metterle bene a fuoco. Mi accascio per terra, mi sto sentendo male. Non dovevo ridurmi ad uno straccio, lo so, ma qualcuno mi metteva in mano cocktail sempre diversi e io come un deficiente li ho bevuti tutti.
Con le mani inizio a spingermi in avanti, arrivare all'ascensore richiede troppi sforzi che momentaneamente non posseggo. Pregando che non mi veda nessuno nello stato pietoso in cui mi trovo inizio a scendere le scale, col sedere per terra.
Il ritorno a casa sembra più lungo del viaggio di Ulisse ma il pensiero che Anna/Marta esca fuori a cercarmi d'un tratto mi da' uno sprint che mi fa scendere rapidamente anche gli ultimi gradini. Non voglio che quella ragazza mi tocchi o mi baci di nuovo, anche se sono così ubriaco che difficilmente me ne accorgerei per davvero. Quando arrivo al mio piano mi appendo alla balaustra e con fatica mi tiro su ma mi sta venendo da vomitare forte per cui mi fermo.
-Hey- sento dire da qualcuno.
Oddio la ragazza del terzo. Cerco di continuare a camminare senza accasciarmi per terra, non voglio che mi raggiunga. Vorrei dirle di andare via ma se apro la bocca sbocco, e francamente pulire il prezioso tappeto della signora Taddeo non mi va proprio.
La voce che mi aveva chiamato prima inizia a parlare in una lingua strana. Già confuso di mio, ciò non fa che peggiorare la situazione. Non sto capendo più niente, ho bevuto troppo dannazione.
Vedo balenarmi tra gli occhi una figura indistinta con i capelli blu ma qui nessuno ha i capelli blu. Sono ubriaco marcio, forse pure fatto. Capelli blu... ma quando mai qualcuno qui si è fatto i capelli blu?
Delle mani mi afferrano da sotto le braccia, sostenendomi. Con l'aiuto della fata turchina proveniente dalla mia immaginazione  riesco ad arrivare a casa. Estraggo le chiavi di casa e cerco di infilare quella giusta nella serratura.
Delle mani fredde le afferrano e dopo un po' sento il click della porta. Entro e mi dirigo direttamente in bagno.
La mia serata da sballo conclusa in modo strabiliante. Jeon Jungkook, tu sì che sai come divertirti.

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