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Lizzy:

Il mare! Non l'avevo mai visto, è cosi enorme.

Io e Tom sembriamo dei bambini a cui hanno appena dato delle godteri mentre Gahel e lui sono tranquilli. Una nave è ferma pronta a salpare. È tutta nera fa davvero paura.
Lui si avvicina a uomo e iniziano a parlare senza che io senta niente.
- Tom...vieni!- ormai ho imparato che, quando chiama il piccolo, anche noi dobbiamo muoverci.
È strano, da quando eravamo nella terra dei Colorati non ha più parlato, sembra confuso.

Un uomo ferma la mia salita sulla nave.
- Lei no.- Ma viene richiamato subito dal suo capitano che ci fa salire per poi accompagnarci di sotto. Non avevo mai pensato che nei piani bassi delle navi ci fosse tutto un mondo e delle piccole stanze dove si può dormire. Il capitano toglie il suo capello e si avvicina a lui porgendogli la mano.

- Ci si rivede Âaron!- nei suoi occhi non leggo paura come con gli altri, anzi, sembra che lui provi rispetto.
- Victorius! Non credevo di rivederti, e per giunta con una nave!- la voce di Kabal non è fredda come al solito e in più, non si è arrabbiato per aver sentito pronunciare il suo vero nome, sembra che parli con qualcuno che conosce da tanto.
- Dopo che mi hai salvato mi sono dato da fare! E chi sono loro? Specialmente lei- i suoi occhi si posano su di me come a spogliarmi, faccio un passo indietro andando vicino a Gahel.
- Loro stanno con me. Ti basta sapere questo.- ed ecco la sua solita aria da duro accompagnata dal tono tagliente. Il capitano alza la mano in segno di resa, ci mostra una piccola stanza con dei letti. Tom è sempre stanco, quindi decide di riposare insieme a Gahel, io chiedo di poter salire per vedere il mare, per fortuna lui mi lascia andare, continuando a discorrere con il capitano.

Gli sguardi degli uomini mi fanno un po' di paura all'inizio, ma riesco a trovare un angolo dove poter ammirare la bellezza del mare.





Kabal:

Le parole degli spiriti non mi hanno lasciato indifferente. Non mi interessa compiacere la Madre Luna o Terra, io voglio solo la verità. Ne ho parlato con Gahel chiedendo spiegazioni su cosa significhino quelle parole, l'unica risposta che ho ricevuto da quel vecchio ciarlatano è stata: "Una volta che la Ninfa giungerà dall'oracolo avrai le tue risposte".

La nave davanti a noi è una di quelle classiche, che ho già visto nella città dove sono cresciuto. Ricordo ancora il profumo del mare, le corse sulla bianca spiaggia. Vederlo di nuovo mi ha fatto pensare all'inizio del mio viaggio. Una volta salito sulla nave parlai con il capitano che, con mia somma sorpresa, si predispose in un modo molto gentile, fino a farmi arrivare a chiamarlo e pensarlo come... un amico.

Victorious lo conobbi prima di mettermi in viaggio: era nella locanda della mia vecchia città, ricordo ancora quella sera. La grande rissa che causò per una donna, io che l'aiutai. Restò con me per più di una settimana, per poi decidere di partire per trovare fortuna.

Lascio che il vecchio e il piccolo si riposino, mentre lei va sul ponte per guardare la distesa acquea. Ma non la lascio del tutto sola, non mi fido degli uomini, rimango in un angolo a guardarla mentre Victorious prende da bere.

- Lei è lei?- lui sa che io sono un lupo, ma non credo sappia chi sono diventato.
- Così sembra...- dico più a me che a lui.
- E non sei felice?- chiede, mentre mi passa da bere.
- È complicato. Tu invece, come hai avuto questa barca?- ho già letto nella sua mente, scoprendo come è diventato capitano, ma decido di abbandonare il nome di Kabal, per essere semplicemente Âaron e ascoltare il suo racconto. Inizio subito a sorridere, come sempre contagiato dalla sua fantasia.

- Allora, amico mio, era una buia e gelida notte, quando decisi di entrare in una locanda. Come tu ben sai, tutti mi amano e mi aspettano con ansia, specialmente le donne.
Ma quella sera c'era una flotta di marinai che voleva qualcosa che era già mio, quindi ho barattato la donna con quel vecchio capitano. Diciamo che ho approfittato della situazione, prima che lui tornasse indietro a richiamare la sua nave e la sua flotta!-
- L'hai rubata?- dico, smettendo di ridere.
- Âaron... così mi offendi!-
Continuo a farmi raccontare quello che lui ha visto fino al sorgere della luna, la sua mano mi fa segno verso di lei, vedendo che si è addormentata.
- Prendi la mia stanza. Spero che il vecchio non russi-.
La sollevo cercando di non svegliarla. Quando arrivo vicino alla cabina che il capitano ci ha dato, apre gli occhi.

- Dove siamo?-
- Dormiamo qui, sulla nave, nella cabina del capitano- le dico, mentre l'appoggio sul letto.

Ho detto che avrei lasciato Kabal in disparte, ma non con lei. Devo ricordarmi cosa rappresenta per il mio lupo.
- È da tanto che lo conosci? – chiede, mentre le faccio cenno di si con la testa - Ti ha chiamato con il tuo nome e non ti sei arrabbiato- puntualizza.
- Perché lui mi conosce con quel nome, non sa che io sono Kabal. Forse non ne ha mai sentito parlare - rispondo.
Mi tolgo gli abiti per restare più comodo, e quando sto per togliere i pantaloni lei si gira come fa sempre, mi sdraio notando che si è alzata per togliersi l'abito.
La guardo mentre apre i primi bottoni, si toglie l'abito facendolo scivolare, rimanendo con una sottana lunga. Rimango fermo, incantato dal suo corpo così perfetto, finché non sento la sua voce che mi fa alzare gli occhi sul suo viso così candido.

- L'ho ricevuto in regalo!- dice per giustificarsi.
- Da chi?- chiedo curioso mentre si avvicina.
- Le Fate- risponde con quella voce sensuale che risveglia il mio lupo.
Si sdraia di fianco a me, i suoi occhi sono di blu da far invidia anche al mare.

- Kabal...-
- Qui puoi chiamarmi Âaron- le dico mentre mi giro nella sua direzione, notando le sue guance rosse.
- Hai mai avuto quella sensazione di amare qualcuno, ma di dover soffocare il tuo sentimento per paura della tua natura?- la domanda mi spiazza, rimango in silenzio cercando la risposta, anche se dentro di me è così ovvia e evidente.

- Sì-.
















*Godteri: caramelle.

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora