Capitolo I

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-Ahi!- squittii quando, come di consueto, caddi giù dal letto.

Mi strofinai delicatamente il capo, sul quale di certo sarebbe spuntato un bel bernoccolo rosso.

La causa delle mie sempre più spesse cadute dal letto erano gli incubi che mi accompagnavano nel sonno da un bel pò di tempo, ormai: più precisamente da quando ero riuscita a padroneggiare la Dragon Force, risvegliando la parte più oscura di me.

Però la questione non finiva certo lì, sarebbe stato fin troppo semplice.

Oltre agli incubi, certe volte perdevo il controllo sulla Dragon Force, la quale si impadroniva del mio corpo, spingendomi a fare cose che non avrei mai fatto nel mio stato normale.

Non avevo detto a nessuno di tale "problema", nemmeno alla mia migliore amica Charle, perché di certo si sarebbero preoccupati, e io non volevo che lo facessero a causa mia.

Da un po stavo cercando di nascosto una soluzione, ma fino a quel momento non ne avevo trovata nemmeno l'ombra. Però, ovviamente, la gilda di Fairy Tail si era accorta che qualcosa non andava in me, dato che quando venivo assalita da una "crisi" mentre non ero sola, cercavo con tutta me stessa di soffocare quella sensazione che mi diceva di distruggere.

Di uccidere.

Quando ero certa che quelle sensazioni fossero seppellite nell'angolo più remoto del mio cuore, mi calmavo, e i miei compagni mi dicevano che all'improvviso avevo cominciato a sudare e avevo assunto una strana espressione, quasi una smorfia di dolore.

Altre volte, quando ero sola, non ci riuscivo, e spesso quando mi risvegliavo da quella "trance" vedevo intorno a me ogni cosa morire e disintegrarsi. Molte volte queste piccole distruzioni erano state attribuite alla gilda dagli abitanti di magnolia, data la natura fiammeggiante di Fairy Tail, ma per fortuna nessuno era ancora riuscito a venire a capo del problema.

Però quel fatto non contribuiva a calmarmi: prima o poi mi avrebbero scoperta, e lì sarebbero stati guai per me.

Charle inoltre mi tormentava sempre di più con domande sulle mie improvvise assenze, che io placavo con un finto sorriso e qualche rassicurazione inventata sul momento. Ma stava diventando sempre più difficile nascondere e controllare le mie crisi, e i sospetti della gilda si stavano ingrandendo. Sapevo che presto o tardi mi sarei ritrovata con le spalle al muro, ma speravo di trovare un soluzione, temporanea o definitiva che fosse, entro quel giorno.

Non potevo di certo sapere che quel momento era molto più vicino di quello che pensassi.

Mi alzai dal pavimento composto da assi di legno, e mi stiracchiai per svegliarmi completamente, fissando la stanza che mi ospitava da un bel po di tempo ormai. Le pareti di un azzurro chiarissimo sembravano quasi bianche, ornate da qualche mensola piena di libri. Mi diressi verso l'armadio in legno e lo aprii per tirare fuori degli indumenti.

Mentre mi vestivo per poter andare alla gilda, pensai alla mia scomoda situazione e a qualcosa che potesse migliorarla.

Per fortuna Charle stava ancora dormendo sul letto, avendo il sonno pesante, quindi avevo tutto il tempo per riflettere. Presi un paio di pantaloncini in jeans e una maglia blu a maniche corte, negli ultimi tempi i vestitini che indossavo abitualmente mi facevano sentire sempre più a disagio e scomoda, e in più l'ultimo che mi era rimasto era stato ridotto a brandelli durante una delle mie crisi.

Misi delle semplici scarpe da ginnastica, e mi legai i lunghi capelli scuri in una coda alta, non riuscendo a catturare i ciuffi blu che puntualmente mi ricadevano ai lati del viso, incorniciandomelo.

Avevo intenzione di andare ad allenarmi con la Dragon Force, ma prima volevo avvisare la gilda che non sarei tornata prima del tramonto, per non farla preoccupare più di quanto già non facesse da se.

L'altra faccia della medagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora