9-Mostro

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Non riuscivo a razionalizzare tutto quanto assieme, erano passati 3 giorni da quando i Maniax mi avevano preso e io non avevo provato a scappare. Pensai a mio padre, chissà cosa stava facendo di bello, cercarmi o dimenticarmi per la Tompkins. Si era questo il mio terrore. La mattina in cui feci questo pensiero decisi di provarci, si a scappare. Volevo stare con Jerome ma avevo anche la priorità dei miei amici. La mia famiglia. Andai verso l'enorme balcone che stava sul tetto dell'imponente palazzo. Mi arrampicai sul cornicione, ben 23 piani di grattacielo e il mio unico tentativo era potermi buttare giù. Forse cadere su un altro palazzo. Strinsi il ciondolo che tenevo appeso al collo, era in oro, a forma di cuore, dentro c'era una foto di me e mio padre a teatro, in quella foto ero piccola, molto piccola. Misi un piede nel vuoto, mi aspettavo un minimo di paura, ma non ne avevo.
<OH CHE DIO SALVI LA REGINA!>
la voce di Jerome rimbombò per tutto il balcone. Mi girai verso di lui. Addosso aveva una camicia da notte rossa mischiata col Magenta. Salì anche lui sul cornicione sbuffando. Si mise in equilibrio.
<Pur di vincere rischieresti la vita? Identica a tuo padre!>
Ironizzò il rosso sorridendo appena. Avrei potuto buttarlo giù ma non lo feci. Non volevo...
Lui si avvicinò a me, cercando di baciarmi ma io lo evitai, piegai la schiena all'indietro appoggiai le mani sul bordo e strinsi forte mentre la schiena era piegata in due. Mi diedi una spinta con le gambe e mi ritrovai di nuovo in piedi normalmente.
<Che atleta! Hai mai fatto...?>
Io scossi la testa stringendomi nelle spalle
<Allora ieri che mi volevi chiedere?>
Chiesi con tono da sfida
<Ora devo andare a fare un servizio>
Cambiò discorso.
Ci avviammo verso il salotto dove mi avrebbe lasciato per far il suo fatidico servizio
<Amore non accendere la Tv, ok?>
Mi chiese il rosso prima di partire. Io annuii non sapendo cosa poter dire.
Si fecero delle due del pomeriggio e non ritornavano quindi di mia spontanea volontà andai a frugare nell cose di Jerome. Nei cassetti si poteva trovare di tutto, pistole, maglie, ciambelle ma sopratutto foto. Le osservai tutte attentamente e constatai solo dopo che erano foto del circo. Non rappresentavano mai, però, foto con la famiglia o roba del genere. Il motivo già lo sapevo. Jerome odiava sua madre per quello che gli faceva e anche tutto il resto del circo. Ecco perché non mi sono mai permessa di parlargliene.
Improvvisamente sentii la porta aprirsi ed ecco il mio amato con un il naso tutto rosso di sangue.
<Cucciolo! Sei ridotto uno schifo!>
Gli corsi in contro, lo vidi mordersi il labbro nervosamente
<C-cucciolo? Bene allora io ti chiamo...-si accarezzò il mento per far capire che stava pensando- ti chiamo scimmietta>
<Sii serio Dio!>
Urlai, poi gli presi la mano e lo portai verso il letto. Lo feci sedere, poi presi dei fazzoletti e dell'acqua ossigenata dal bagno. Quando ritornai da lui per medicarlo di stava levando la giacca da poliziotto. Si stava poi sbottando la camicia. Arrossii all'azione
<Non fare la timida e vienimi a curare>
Mi prese il polso tirandomi a se, mi fece mettere a cavalcioni. Io iniziai a curarlo.
<Ahi!>
Urlava alcune volte, non perché gli facesse male, ma per avere attenzioni, io lo baciavo per poi continuare.
<AHI AHI AHI AHI AHI AHI AHI AHI!>
Iniziò ad urlarmi quando avevo ormai finito.
<Vuoi attenzioni cucciolo?>
Chiesi io fissando, lui annuì fissandomi come un bimbo. Il cuore mi si sciolse. Andai piano piano verso di lui. Mi prese per la maglietta e iniziò a baciarmi.
<Dio ti levo il fiato>
Mi minacciò
<JEROME VIENI!>
Urlò Theo Galavan, sia lui che io corremmo in salotto preoccupati. Alla TV che Jerome mi aveva proibito di usare c'era una notizia che mi fece scoppiare
"Il detective James Gordon sta cerca di sua figlia, mentre invece Jerome Valeska e i Maniax hanno ucciso Sarà Essen"
Si quella Sara, quella che per me era una madre, una zia, una della famiglia, ma poi mi preoccupai per mio padre.
<TU SEI UN MOSTRO!>
urlai alla testa di ruggine che stava al mio fianco. Lui mi prese per il polso e lo strinse forte
<Chiedi scusa>
minacciò con tono rabbioso
<NO! ORA LASCIAMI, LASCIAMI>
Urlai piangendo, diedi uno strattone e mi liberai, corsi in camera e mi chiusi in bagno a piangere e urlare. Sentii bussare alla porta
<TI FARÒ URLARE CON RAGIONE, APRI O DISTRUGGO LA PORTA CHIARO?!>
Sbraitò Jerome bussando e dando calci alla porta bianca, io inizia a piangere spaventata. La porta venne distrutta e il ragazzo entrò. Si inginocchiò e mi osservò. Mi venne la pelle d'oca. Due lacrimoni appannarono gli occhi verdi del mio ragazzo che mi strinse forte a se. Ormai non avevo nessuno, potevo solo piangere sulla sua spalla. Mi accoccolai su di lui che mi stringeva forte
<Non volevo ferirti, non lo sapevo lo giuro, perdonami>
Implorò il ragazzo stringendomi.
<Si, ti perdono>
Mi iniziò a baciare dove le lacrime colavano. Poi mi prese un bicchiere d'acqua per calmarmi
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860 parole

𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora