<Vedo che la signorina è pronta all'azione... ebbene vi illustrerò il modo per comunicare all'interno dei sogni> ci disse Morfeo. Continuò: <Sarah, per caso lei dispone di una spilla, un fermaglio o qualche oggetto di piccole dimensioni?>. Sarah cercò tra le tasche dei suoi jeans, ma l'unica cosa che trovò fu l'origami di una rana. <Perfetto! Se fosse così gentile da darmelo un momento...> aggiunse. Sarah fece come le era stato richiesto e diede la sua piccola creazione a Morfeo. Quest'ultimo la fissò con il suo sguardo freddo e penetrante. Tra le sue mani quella rana di carta sembrava ancora più piccola, quasi come se anch'essa si sentisse intimorita a causa della sola presenza di Morfeo. Qualunque umano o altra forma vivente, al posto di quell'origami sarebbe stato in soggezione: trovarsi di fronte a quell' entità metteva angoscia. Era veramente buono? Possibile che non avesse nessun secondo fine? Era la seconda volta che me lo chiedevo da quando avevo ricevuto i poteri, ma ancora non avevo ricevuto risposte... Mentre ero preso dai miei pensieri e le mie riflessioni, Sarah si avvicinò senza timore all'antica divinità: <Cosa sta facendo?> le chiese. Morfeo smise di fissare la rana di carta e cominciò a spiegare: <Sto trasformando questa magnifica creazione in qualcosa di superiore, un tramite. Il Sig. John porterà con se l'origami e, appena dovrà comunicargli qualcosa, le basterà parlare seduta su quella sedia e il suo amico riceverà le informazioni o il supporto dovuto attraverso la rana...>. Sarah sentì con attenzione tutte le direttive che Morfeo le stava elencando, osservando con attenzione la sedia e tutti i punti di riferimento della stanza. <Ma ora, perchè non mettere alla prova ciò che avete imparato?> aggiunse Morfeo. Così mi incamminai verso un nuovo sogno, una nuova porta. Ne scelsi una molto "vivace", ricca di colori e forme, quasi pittoresca. La porta dava l'idea di stare per entrare in un circo e di tornare bambini. Misi la mano sulla maniglia e mi apparve il nome di Freddie. Freddie era il figlio di un giovane uomo, Sebastian, rimasto solo a seguito di un fatale incidente stradale nel quale la moglie di quest'ultimo perse la vita. "Fortunatamente" Freddie era molto piccolo quando tutto ciò avvenne, perciò non ha molti ricordi della madre. Vedendo però quella porta così colorata per un momento tirai un sospiro di sollievo. Probabilmente il sogno che mi aspettava era un ricordo felice, oppure semplicemente un mondo immaginario creato dalla mente di un bambino, dove però albergavano solo bei pensieri. In ogni caso entrai a cuor leggero nella porta, conscio del fatto che in ogni caso Sarah sarebbe stata li per aiutarmi. Nel frattempo Sarah si accomodò sulla sedia davanti alla scrivania, scrutando di qua e di là in cerca di informazioni. <Il tuo amico, il Sig. John, è appena entrato in un sogno. Un bel sogno a quanto pare, quindi per questa volta non credo che usufruirà dei tuoi consigli... Se vuole tornare nel mondo reale me lo dica, in caso contrario, si senta libera di esplorare o di farmi domande...> disse Morfeo. <In realtà, una domanda ce l'avrei...> disse Sarah <Cosa vuole realmente da John?>. Morfeo iniziò a sogghignare, quasi come se qualcuno avesse appena detto una barzelletta ma, consapevole del suo ruolo, dovette trattenere le risate. <Oh ragazza, voi umani siete così buffi. Per voi c'è sempre un dare e un ricevere, un "occhio per occhio, dente per dente". Siete così affascinati dalle scommesse, dalla vendetta e dal potere che scaturisce in voi quando qualcuno vi deve un favore, che non riuscite più a vedere oltre. A volte vi invidio... ma sotto un certo aspetto vi capisco. Il piacere del brivido, il rischio, è questo quello che vi piace, ciò che vi eccita di più. Siete affascinati dal gioco, dal bere, dall'infrangere le regole, perchè ciò che chiamate "Male" è ciò che vi dà l'adrenalina, la parte di voi che tenete nascosta ma che non vede l'ora di far uscire...> disse Morfeo ancora in procinto di trattenere le risate. Fu interrotto da Sarah: <Noi non siamo tutti così! È vero, la maggior parte delle persone ha un indole malevola, però molte altre invece non cercano interessi nelle proprie azioni, ma solo la felicità del prossimo>. Il ghigno Morfeo si allargò ancora di più, ma non per questo aveva ignorato le parole della ragazza. La divinità aggiunse: <Mia cara, è inutile nascondere la propria natura, in un modo o nell'altro uscirà da sola prima o poi. Non si possono lasciare le bestie in gabbia troppo a lungo... ne sai qualcosa... vero?>. Sarah a quelle parole si sentì quasi paralizzata. Cosa sapeva di lei? Conosceva il suo passato? Sapeva cosa aveva fatto? Continuò: <Prima che me lo chieda, si, so cosa hai fatto, ma non sarò di certo io a giudicarti. Ti sei trovata di fronte ad un bivio ed hai preso una scelta. Scappare o restare? Non volevi prenderti le conseguenze delle tue azioni, perciò sei fuggita, hai cambiato identità ed ora sei qui... Quel povero uomo... ogni giorno ti chiedi se avessi potuto salvarlo, ma hai preferito dimenticare, accantonare quel ricordo. D'altronde a nessuno piace soffrire o avere rimorsi, non è vero?> fissò Sarah e concluse <Siete proprio buffi voi umani...> ridendo. Sarah cadde in ginocchio, in lacrime. Il suo passato era tornato a tormentarla, senza preavviso. È vero che siamo tutti cattivi? O semplicemente, ci importa solo di noi stessi? Erano queste le domande che attanagliavano la mente della giovane donna, ormai delusa di se stessa e del genere umano. Morfeo aveva smesso di ridere e la osservava distante... Qualcosa in quella ragazza stava cambiando. Si era veramente lasciata convincere così facilmente o stava semplicemente crescendo? Anche Morfeo iniziò a farsi delle domande sul comportamento di Sarah. Crescere equivale per gli umani affrontare la realtà? Significa accettare il male nella vita delle persone? <Siete proprio buffi...> bisbigliò tra se e se la divinità. Nella sua voce non c'era però disgusto, ma anzi, ne traspariva quasi curiosità ed interesse. Nel frattempo, John viveva un ricordo meraviglioso...
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The Dreams Traveler
FantasyLa storia vede come protagonista John Collins, un ragazzo di New York appena laureato in psicologia. John svolge una vita solitaria ma ricca di aspettative per il futuro, quando qualcosa sconvolgerà il suo modo di pensare e di agire: egli infatti ot...