L'omino di carta

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C'era una volta un omino di carta, fatto da un artista di strada tanto tanto tempo fa.
L'omino di carta nel corso dei suoi viaggi ne aveva passate tante: si era bruciacchiato allo stoppino di una candela, era stato inzuppato da una goccia d'acqua scivolata giù da una foglia ed era stato spazzato via da una brezza.
L'omino di carta era stato piegato e strappato più volte, i pezzi se li era riattaccati con punti di spillatrice e pezzi di scotch.
Lo aveva fatto da solo, perché lì, in quel vasto vasto mondo, chi poteva prendersi cura di un omino di carta piccolo piccolo come lui? Chi mai lo avrebbe amato, rovinato e conciato com'era?
"Nessuno" si diceva l'omino di carta, lasciandosi portare un po' dal vento che precedeva l'estate e un po' dai suoi passi.
Qualcuno però lo trovò nel suo cammino: era una bambina, con gli occhi più belli e grandi e nocciola su cui il sole si fosse mai posato.
L'omino di carta si rivedeva in quegli occhi e piangeva lacrime di carta, ma non per la sua immagine riflessa, no ... non perché si sentiva triste. Ma perché per la prima volta qualcuno lo guardava con gentilezza, nelle mani della bambina sentiva di essere amato pur con tutte le toppe del suo corpicino e lui, l'omino di carta, l'amava a sua volta e sempre l'avrebbe amata.

L'omino di cartaWhere stories live. Discover now