4 Alby

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Thomas fu puntuale all'appuntamento. Si vestì con abiti semplici e comodi, dato che Newt gli aveva detto che quel giorno non avrebbe lavorato. Si incontrò con il suo mentore all'ingresso del portone principale, vedendolo arrivare a gran passi. Era un ragazzo di colore, forse più grande di lui di qualche anno, coi capelli rasati e gli occhi scuri. Indossava una camicia bianca a maniche corte, pantaloni lunghi e stivali da lavoro.
"Sei tu il Fagio?", domandò.
Aveva la voce grave, una da duro.
"Cos'è un Fagio?", chiese invece Thomas.
"Un nuovo arrivato".
"Ah. Sì sì sono il Fagio. Mi chiamo Thomas".
"Io Alby. Oggi ti mostrerò come funziona la Radura".
"Radura?".
"Così lo chiamiamo questo posto".
Thomas annuì, e si fece guidare dal ragazzo, esplorando i campi di cereali. I coltivatori erano già al lavoro, tutti adolescenti. L'aria era fresca, con un sole luminoso e il cielo privo di nuvole, di un azzurro limpido.
"Coltiviamo il nostro cibo" iniziò a spiegare Alby "qualsiasi cosa ci serva proviene dalla Scatola. Il resto dipende da noi".
"La Scatola?".
"Sì. Una volta al mese ci arrivano materiali e beni di sfruttamento, come cibo o attrezzi da lavoro".
"Chi li porta?".
"I Velocisti. Hanno il compito di prelevare beni e portarli qui. Sono gli unici che possono uscire da qui".
"Perché noi no?".
"Le domande me le fai alla fine. Per ora ascolta".
Abbandonarono i campi e si innoltrarono in una radura occupata da due enormi edifici di legno, mezzi diroccati. Entrarono. Il primo era una sorta di fattoria al chiuso, piena degli animali più numerosi: mucche, pecore, maiali, capre...vicino al stabilimento c'era addirittura uno stagno per le anatre e le oche, e in un recinto a parte c'era la selvaggina come conigli, cervi e cinghiali.
Il secondo edificio invece era un macello. Appesi per dei ganci metallici stavano dei maiali, con la gola tagliata e il sangue che colava fino a cadere a terra. Attorno ai cadaveri c'erano dei tavoli dove dei ragazzi stavano macellando parti degli animali sbudellati precedentemente. La puzza di sangue era fortissima, e mescolata con quella del sudore si creava una nauseabonda atmosfera, tant'è che Thomas si dovette sforzare per non vomitare.
"Qui ci lavorano gli Squartatori" proseguì Alby "e l'Intendente qui è Winston, ma lo conoscerai quando farai l'apprendistato".
Uscirono e si diressero verso un'altro edificio, sempre di legno. Era alto e a due piani, pieno di finestre ma in via di cedimento.
"Là c'è la base dei Costruttori. Si occupano della riparazione degli edifici, l'irrigazione dei campi eccetera, ma non ti conviene sfidare l'Intendente".
"Chi è?".
"Gally. Uno che si crede superiore agli altri, ma lo fa solo per spaventare, niente di ché".
"È violento?".
"Spesso sì, ma quando c'è il conte nelle vicinanze è buono come il pane".
"Okay".
Tornarono indietro, arrivando ad un altro edificio, stavolta di pietra. Era situato nel cortile che divideva il portone dall'entrata vera e propria del palazzo, basso e tozzo.
"È l'infermeria. Quasi tutti i Medicali sono ragazze, anche se gli Intendenti sono Cliff e Jeff".
"Li conoscerò quando farò la prova vero?".
"Proprio così Fagio. Ora, mancano le FacceMorte".

Era il cimitero. C'erano decine e decine di lapidi, costituite da pietre irregolari posizionate in verticale, su cui c'erano scritti i nomi dei morti. Non c'era erba, né pietra, ma semplice ghiaia biancastra.
"Quanta gente morta...", commentò Thomas.
"Lo so. Molti non sopravvivono durante i lavori, o in altri...incidenti".
Il Fagio continuò a fissare le pietre, e guardandole bene alcune di esse avevano uno strano simbolo: un 69 circonscritto da un cerchio, notando che i nomi dei morti erano sempre maschili.
"Che è questo simbolo?", chiese Thomas indicandolo.
Alby lo guardò, ma il suo volto si fece terreo.
"Non lo so. Non te lo so dire. Sarà una presa per il culo ai morti".
Cambiò subito argomento, come imbarazzato.
"Qua dentro ci sono regole ben precise. La prima: fai la tua parte, non c'è spazio per i fannulloni. La seconda: non fare del male agli altri, per andare avanti c'è bisogno di fiducia reciproca. La terza è la più importante di tutte: non provare mai a superare quei muri. Hai capito bene?".
"Perché? Che c'è fuori di così tanto pericoloso?"
"La peste, anche se noi preferiamo chiamarla Eruzione. Crea i Dolenti e gli Spaccati".
"E cosa cambia?".
"I Dolenti sono gli animali appestati, gli Spaccati invece sono le persone. La temiamo perché qui nessuno l'ha mai beccata e si sa che è incurabile, tant'è che mai nessuno è sopravvissuta ad essa".
"Io sì".
Gli mostrò la macchia a forma di cuore spezzato sulla mano.
"Come ti sei salvato?".
"Non lo so. Sono curato da solo. Non te lo so dire".
E mentre parlava, Newt lo osservava da una vetrata.

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