POV Taehyung
Anche se non capisco una parola posso capire dai mormorii che si sta parlando di me. Tutti stanno parlando di me. Eppure nessuno mi si avvicina, non che la cosa mi dispiaccia comunque. Voglio solo finire il mio pasto velocemente, andarmene da questa mensa e tornare a lezione per fingere di nuovo di capire di cosa si sta parlando.
Ci sono due cose che riguardano la mensa:
-la parte positiva è che è molto vicina all'università, l'intera Casa dello Studente lo è, dista circa 300 m e si trova sulla stessa via;
-la parte negativa è che il cibo italiano non mi piace. E fino a quando non imparerò l'italiano non potrò chiedere in giro di un ristorante coreano.
Sento troppa nostalgia di casa, il pensiero della mia famiglia e dei miei amici mi fa salire un groppo in gola talmente forte da impedirmi di ingoiare. Afferro il telefono e compongo il numero di casa.
-Taehyung-ssi- mi saluta mia mamma col suo tono dolce. -Come stai?
-Stai cucinando? - le chiedo deviando la sua domanda. Sento un po' di rumore in sottofondo, probabilmente prepara la cena.
-Noodles. -conferma lei soddisfatta. -Come ti sembra l'Italia?
-Non ho visto molto, ma sembra okay. - rimanere vago è sempre l'opzione migliore. Non voglio riempirle la testa con tutte le mie paranoie, mi direbbe solo "vedrai che ti piacerà, tutto andrà meglio".
-Vedrai che ti piacerà, Tae.- come volevasi dimostrare, penso roteando gli occhi. -Hai conosciuto già qualcuno?
Subito mi balena in mente il ragazzo ubriaco di ieri, quello che ha continuato a fissarmi per tutto il tempo a lezione. Mi fissava così intensamente che mi veniva di andargli vicino e dirgli che non lo avrei detto a nessuno dello stato in cui si trovava ieri, se ciò lo preoccupava tanto.
-Taehyung- mi richiama mamma.
-Eh?
- Ti ho chiesto se hai già conosciuto qualcuno.
-Uhm... sì più o men...
-Tae, devo chiudere ora, dalla pentola non proviene un buon odore, ci sentiamo stasera, va bene?
-Certo.
-Ti voglio bene, Taehyung. Abbi cura di te.
-Ti voglio bene anch'io. -rispondo chiudendo il telefono. Rimango un po' a guardare lo schermo nero del telefono, perso in quell'apnea che spesso mi impedisce di pensare.
-Scusa?
Alzo lo sguardo spaesato. Mi ci vuole un po' per metterlo a fuoco. C'è il ragazzo di ieri di fronte a me, con un vassoio in mano e un sopracciglio alzato.
-Gli altri posti sono occupati, posso sedermi?- mi domanda in inglese.
Mi guardo brevemente intorno; il tavolo dei suoi amici è poco più in là e c'è un posto libero; è lui che voleva venire da me.
In ogni caso annuisco tirando verso di me il mio, di vassoio, per fargli spazio.
Il ragazzo mi sorride prendendo posto e poggiando lo zaino per terra con un leggero tonfo.
-Annyeonghaseyo- mi dice abbassando lo sguardo.
Lo guardo alzando le sopracciglia. Sarà per il saluto in coreano per niente aspettato o per il modo in cui sta arrossendo fino alla radice dei capelli ma per la prima volta da mesi sento i muscoli facciali contrarsi in un sorriso sorpreso.
Vedendo che non rispondo, il ragazzo alza lo sguardo guardandomi tra i capelli neri come l'inchiostro:
-L'ho detto bene?- chiede in inglese.
-Ye- rispondo nella mia lingua.
Allora lui si apre in un sorriso che è così largo da interessargli tutto il volto. Ha dei tratti asiatici anche lui, gli occhi leggermente a mandorla e una pelle liscia e leggermente abbronzata.
-Mi chiamo Jeon Jungkook.
-Non è un nome italiano- dico obiettando.
-Ehm... no.- dice lui passandosi una mano tra i capelli. Farfuglia una cosa come "adottato" e io mi rimprovero mentalmente per non essermi fatto gli affari miei. Devo dire qualcosa ora...
-Ah.
Ah? Davvero Taehyung, solo ah? Congratulazioni per la tua eloquenza.
Jungkook da' un'occhiata al tavolo dei suoi amici che ci stanno guardando naturalmente.
Non appena si accorge di essere osservato raddrizza la schiena e si appoggia allo schienale allungando le mani sul tavolo tamburellando leggermente la superficie del tavolo. Sta assumendo la classica posizione da "sono-perfettamente-a-mio-agio-ed-ho-in-pugno-questo-ragazzo". Non riesco a trattenermi dall'alzare un sopracciglio.
-Come ti trovi qui?
-Bene- rispondo ancora fissandolo. È come se avesse indossato una maschera, non è lo stesso ragazzo di due minuti fa, perfino il tono di voce si è fatto più profondo, oserei dire suadente. Non è sè stesso, e questo mi mette sulla difensiva.
Lui sembra accorgersene perché dopo un'altra occhiata al suo tavolo, impegnato ora a mangiare, ritorna in una posizione normale afferrando la forchetta in mano.
Mentre guarda il suo piatto, giocando con il suo cibo mi mormora un:
-Riguardo ieri sera...
Di nuovo è cambiato, è tornato il ragazzo di prima.
-È tutto a posto. Non dirò niente.
Già non vedo l'ora che se ne vada, voglio essere lasciato solo. Non ho voglia di stare al suo giochetto cambia-persona.
-No non è quello... è che mi dispiace, è un brutto modo per conoscersi.
Jungkook alza lo sguardo puntando i suoi occhi neri e profondi dritti nei miei con un'intensità tale da mettermi quasi a disagio. È serio. O forse sta flirtando e la cosa gli riesce molto bene. Fatto sta che sento un piccolo tuffo al cuore distogliendo lo sguardo; non riesco a reggere uno sguardo così, mi sento messo a nudo.
-Oh be'... suppongo di sì- mormoro affondando il mento nel palmo della mano.
-Voglio rimediare.
-Ehm... non c'è bisogno, davvero. -rispondo cercando di non sembrare scontroso. Davvero, tutto ciò che voglio è essere lasciato in pace, solo mentre attendo che questi lunghi mesi passino e ritorni a casa.
Jungkook sembra accorgersi che qualcosa non va perché inizia di nuovo a farmi i raggi X con il suo sguardo.
-Aishh- sbuffo spostando la pasta da una parte all'altra del piatto.
-Non ti piace?
Ah, questo ragazzo non molla proprio. Alzo lo sguardo su di lui ma il modo in cui mi guarda, la posizione del suo corpo -totalmente protratta verso di me- il sopracciglio alzato e la bocca aperta a formare una perfetta o mi impedisce di risponderli freddamente. Oserei dire che sembra totalmente interessato a me e non perché sono un ragazzo asiatico dai capelli blu.
-Aniyo. Non particolarmente.
Jungkook ad un certo punto poggia le mani sul tavolo facendomi leggermente sobbalzare. Lo guardo curioso.
-Ho sempre voluto imparare il coreano e tu chiaramente devi imparare l'italiano. Io ti insegno la mia lingua e tu la tua. Ci stai?
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The best of me
FanfictionÈ un giorno qualunque a cambiare la vita di Taehyung, giovane studente di infermieristica. Confuso e disorientato si trova catapultato in un altro Paese, lontano chilometri da casa sua. Ha un passato difficile alle spalle che custodisce gelosamente...