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Lei era ancora lì, seduta sul prato di quel meraviglioso parco, a fissare quel ragazzo divino. Lui, che stava nutrendo le anatre nel laghetto, e lei che non aveva la più pallida idea di che cosa fare. Avrebbe potuto alzarsi e andargli incontro, magari iniziare una conversazione, le suggerì la ragione, ma per una persona timida come lei non sarebbe stato facile. Era se stessa soltanto con i suoi amici più stretti, avrebbe quindi rischiato di rovinare tutto.
Pensò quindi a cosa avrebbe fatto se questa persona non le avesse appena scombussolato la mente, introducendosi nella sua vita tutto d'un colpo. "Cosa fare? Cosa!?" pensava, poi capì che l'unica cosa che avrebbe dovuto fare era di restare lì immobile, ma come ignorare una persona così perfetta? Anche da dietro era bellissimo: capelli scuri e ben pettinati, maglietta bianca e pantaloncini neri corti, ma il colpo di fulmine lo aveva avuto vedendolo girarsi; erano bastati due secondi, ma lei aveva già visto tutto (il suo viso angelico era indescrivibile, "non incontrerò mai una persona bella quanto lui", credeva June...)
Provò il forte ed improvviso desiderio di voler scappare, correre in mezzo a quei labirinti di fiori attorno al parco, ritornando alla realtà, lasciandosi dunque l'accaduto alle spalle, come se fosse stato solo un sogno. E così fece.
Si mise a correre forte, fortissimo, come mai aveva fatto prima. Attraversò un intero labirinto di azalee, che poi si unirono alle peonie, ed infine alle rose; si fermò un momento per riprendere fiato e si rimise a correre. Quando finalmente arrivò a casa, andò subito nella sua stanza, si stese nel letto e le venne in mente una cosa.
Aveva lasciato il romanzo al parco.
Il suo preferito.
Quello che rileggeva per la quindicesima volta, sì, proprio quello che la capiva alla perfezione; c'era anche un autografo da parte di Taeyeon, ma non era quello che la preoccupava.
Dentro quel libro c'erano i suoi pensieri più profondi, che la rappresentavano più di qualsiasi altra cosa, ed a cui June teneva tantissimo. Perché lei scriveva appunti, disegnava schizzi, aveva anche delle poesie scritte interamente da lei, in quel libro.
"Aish" commentò.
Perdeva spesso oggetti, ma una cosa di tale importanza se l'era sempre tenuta stretta. Sapeva che lui se ne sarebbe accorto, avrebbe preso il suo libro, l'avrebbe aperto, magari; sta di fatto che dopo aver curiosato un po', avrebbe trovato il foglietto con il suo indirizzo di casa, e lì sarebbe stata la fine.
Giustamente, June aveva previsto tutto, e come aveva previsto accadde. Lui venne a bussare a casa Min esattamente 15 minuti dopo il ritorno a casa di June; lei si era subito precipitata alla porta per aprire e nello stesso istante in cui la porta venne spalancata, si imbambolò.
- << B-buongiorno>> riuscì a dire. - <<Buon pomeriggio, ormai. >> disse il ragazzo con un sorriso ingenuo, era ancora più bello di fronte a lei. - <<Eh sì, buonanotte>> sussurrò lei. - <<Sei June, giusto? Perché sono venuto qui dopo aver trovato nel Parco Gyeongsang questo libro>> fece lui mostrandole quel benedetto romanzo. - <<Sì, sono June e sì, il libro è mio, mi piacerebbe riaverlo>> - <<Oh, certo... Beh, mi sono permesso di dare una sbirciatina al romanzo, spero non ti dispiaccia>> disse lui porgendole il testo. - <<Aspetta...tu hai letto i fogli sparsi lì dentro? Come immaginavo...>> disse lei incredula - <<S-sì, ho fatto male?>> le rispose lui, improvvisamente spaventato dalla reazione di quella ragazza. - <<Beh, di certo la privacy delle persone dovrebbe essere rispettata, ma non ne farò una questione di stato>> disse lei guardandosi intorno. <<Cosa stavi dicendo a proposito di quello che hai letto?>> - <<Stavo per dire che mi ritrovo nei tuoi pensieri, ho capito il tuo stato d'animo, sembriamo la stessa persona!>> - <<Scusa, ma tu chi saresti per capirmi così come credi?>> odiava le persone che dopo aver scambiato due parole con te, credono già di far parte della tua vita, ma anche se June ancora non se n'era accorta, lui sarebbe entrato a far parte della sua vita come nessun altro. - <<Ah giusto, che stupido, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Kim Taehyung, ma puoi chiamarmi Tae.>> rispose lui, senza cogliere la rabbia nel tono di voce di June. - <<D'accordo Tae, come fai a capirmi se l'unica che riesce a capire me stessa sono io?>> - <<Forse perché in qualsiasi mondo parallelo tu cerchi di isolarti, ci sarà sempre qualcuno che prova ad entrarci, dato che anche queste persone che cercano di invadere il tuo territorio, come potresti pensare, hanno bisogno di aiuto quanto te>>.
Dopo quelle parole June avrebbe dovuto averne abbastanza, ma così non fu. Anzi, lei gli chiese di uscire per "fare una passeggiata"; in realtà voleva ascoltare di più da questo bellissimo ragazzo con una voce profonda e rilassante. Passarono così il pomeriggio, che si trasformò in sera e poi in notte. Con questo "Taehyung" si perdeva la cognizione del tempo, come quando June era sola. Quando si accorsero dell'ora, lei disse che doveva proprio andare, "i miei genitori si staranno di certo preoccupando", in realtà voleva pensare alla giornata appena trascorsa.
Poco dopo rientrò in casa, si stese sul letto e Morfeo arrivò più presto delle sue aspettative, perciò June si addormentò.
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i'm gonna give you my heart 🔮; jungkook & taehyung x reader. {in pausa}
Fanfictionuna storia complicata; incontri inaspettati e una scelta finale che le cambieranno la vita.