Amber

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I giorni successivi furono molto impegnativi. Subito dopo essere uscito dal sogno di Freddie infatti mi sentivo estremamente energico e gioioso e questa sensazione di beatitudine durò per ben due giorni. Non potevo chiedere di meglio, finalmente tutto sembrava girare nel verso giusto. Inoltre decisi di partire per il weekend e mi recai a Boston, la città dove soggiornava mia madre. Dopo l'interessante chiamata che ci eravamo scambiati, quella di andarla a trovare facendole una sorpresa mi sembrava un ottima idea. Mia madre è una donna molto pimpante, anche tutt'oggi alla veneranda età di 61 anni. Purtroppo il suo viso è marchiato dalla tristezza dovuta alla perdita della mia cara sorellina, non che sua figlia... Nonostante ciò, mia madre ha cercato sempre di andare avanti, senza mai perdersi d'animo. Probabilmente è una delle migliori mamme in circolazione in tutti gli USA: era sempre premurosa, dolce e apprensiva. A seguito della scomparsa di mia sorella era diventata molto protettiva nei miei confronti, tanto che alcune volte quando uscivo incaricava il ragazzo del vicino o qualcun altro per tenermi d'occhio. Non lo faceva con cattiveria, ma in quel periodo non lo capivo, e se per caso venivo a conoscenza del fatto che qualcuno mi seguiva, scatenavo il finimondo. Con il tempo ho imparato a capirla, ad apprezzarla e sopratutto ad amarla, come ogni mamma merita. Se vi state chiedendo di mio padre...diciamo che la situazione dopo la scomparsa di mia sorella non è stata delle migliori. Per i primi giorni c'era molta tensione in casa, sia per le ricerche che per la paura che le fosse successo qualcosa. Mio padre passati parecchi mesi alla fine si arrese, abbandonando me e mia madre, da soli. Anche per lui provai molto odio quando ero più piccolo, ma con il tempo imparai a capire anche la sua scelta. Di certo non lo giustifico, in quanto ha pur sempre abbandonato una donna da sola con il figlio senza alcun preavviso, però non critico del tutto la sua scelta. Del resto, perdere qualcuno è già di per se un impatto molto forte per la mente umana, figuriamoci una figlia, di cui non si trova neanche il corpo. Purtroppo la sofferenza fa parte di questo mondo ed ognuno reagisce a questi eventi in modo diverso, quindi nonostante inizialmente ci venga spontaneo giudicare ed additare, a volte ci basterebbe soffermarci su cosa stia provando l'individuo. Probabilmente lo stesso ragionamento venne fatto anche da mia madre, la quale non provò mai odio nei confronti di mio padre, neanche per un momento. Era ed è tutt'oggi una donna molto saggia. Per quanto mi riguarda, lei voleva per me un futuro brillante, che puntasse sulla medicina o sulla tecnologia, ma si arrese poco dopo la fine del liceo, quando capì che questi ambiti non rientravano nelle mie competenze e nei miei interessi. Si era da poco trasferita a Boston, città dei Red Sox, della pesca e della cultura. Viveva una vita abbastanza monotona: la mattina leggeva il giornale, faceva le sue solite parole crociate, usciva per fare colazione, girava per la città per tutto il giorno fino al pomeriggio e infine si ritrovava al bar con le amiche per fare due chiacchiere. Molto spesso le dò della vecchietta e dell'abitudinaria, ma ogni volta ha sempre la risposta pronta, uscendosene con frasi del tipo: <Sai chi altro era abitudinario e vecchio John? Proprio il filosofo Immanuel Kant. Si dice che uscisse sempre allo stesso orario, così i vicini, ogni volta che si apprestava a chiudere casa, sincronizzavano gli orologi, essendo così sicuri di non poter sbagliare. Ora, non mi sembra che Kant fosse un mediocre, o sbaglio?>. Riusciva sempre a rigirare la frittata a suo piacere e farmi ammettere la sconfitta. A volte mi chiedo se la sua cultura (o astuzia) abbia un limite... In ogni caso in quel weekend mi fece da guida, mostrandomi i posti più famosi e attrattivi di quella meravigliosa città. Visitammo la "Old North Church", la chiesa più antica della città e luogo nel quale ebbe inizio la Rivoluzione Americana, per poi giungere alla "Faneuil Hall", la piazza dove viene allestito il famoso mercato di Boston. Mi portò persino nella cittadella di Salem, a 30 minuti da Boston in treno, famosa per il suo legame con la stregoneria e le arti occulte. Stare da solo con lei era ciò che mi mancava di più, le passeggiate, le chiacchierate interminabili, se fosse stato per me avrei prolungato quei giorni all'infinito. Prima di ripartire si preoccupò affinchè avessi tutto e sorpratutto si impuntò sul fatto del cibo. Mi vedeva sciupato, quindi mi diede un (bel) po' di biscotti "per il viaggio" e una scorta di pesce e carne che surgelò per bene e inserì senza ritegno e senza fine nel portabagagli della mia macchina. Nonostante le avessi detto che nel viaggio di ritorno avrei dovuto buttare metà delle cose a causa del caldo, lei non accetava scuse, rimaneva ferma sul suo punto. <Al massimo le mangi tutte nel viaggio di ritorno, che ti farebbe bene poi mettere su qualche chilo...> mi disse. Tutto ciò come se avessi una specie di cucina o braciola portatile in macchina, pronta a preparare cibi congelato ogni volta che volessi... D'altra parte però, era il suo modo particolare per mostrarmi il suo affetto. Nonostante infatti i baci e gli abbracci non mancassero mai, aveva comunque bisogno di farmi capire che mi voleva bene. Così, iniziai il ritorno verso casa, pieno di felicità e surgelari, facendo tesoro della bellissima esperienza. Sarei tornato più spesso a trovarla da quel momento in poi. Era una promessa che le avevo fatto guardandola nei suoi immensi e profondi occhi castani, lucidi per la gioia di quelle parole. Accarezzandole i capelli rossi fuoco l'avevo confortata, mostrandole a mia volta il mio affetto nei suoi confronti. Amber è il suo nome: Amber Hunt, donna intraprendente e forte, saggia e astuta e senza alcun timore. Nonostante ne avesse passate di tutti i colori era sempre pronta a rialzarsi e a combattere. Un giorno infatti sarei diventato come lei, capace di superare ogni ostacolo o impedimento che si fosse presentato lungo la mia strada senza alcuna paura, potendo contare su mia madre e sui miei amici, che mi sarebbero stati accanto in ogni situazione.

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