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La chiamavano void.
Lo sguardo era spento, come quello di chi ha subito la più grande sofferenza.
La voce fredda e vuota, come quella di chi ormai non ha interessi più in niente.
I passi erano lenti e silenziosi, come quelli di un malato ormai rassegnato al proprio destino.
Il suo cuore era titanio, impenetrabile, come quello di chi non prova più niente per nessuno.
La sua anima era nulla.
La sua esistenza era un gigantesco buco nero.
Era una sconosciuta, ma allo stesso tempo tutti la conoscevano.
Era invisibile, ma contemporaneamente era sempre al centro dell'attenzione.
La chiamavano void.

La chiamavano void.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora