Lettere

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Era appena uscito il sole, dopo una lunga mattinata di pioggia e vento, sul giardino di Villa Lewis, la tipica casa di campagna dell'Inghilterra meridionale, lontana dalla vita caotica delle città trafficate e lontana da qualsiasi altro disturbo del mondo globalizzato in cui si trovava ad esistere.
Ma di ciò non dobbiamo meravigliarci più di quanto occorra, poiché la villa rispecchiava quasi in modo impeccabile la mentalità stessa della famiglia che abitava le sue stanze: una vita appartata, agiata, un ricchissimo patrimonio di cui godere e dei lavori alquanto impegnativi e fruttuosi.

Possano ora i signori Lewis accettare immediatamente le mie più infinite e umili scuse per le mie descrizioni non proprio accurate e circostanziali: non vorrei mai che Voi lettori siate indotti nella tentazione di pensare che questa agiata famiglia sia completamente estranea alle vicende del cosmo.
Se così fosse stato, tanto sarebbe valso aver descritto Villa Amish, piuttosto che Villa Lewis.

La famiglia Lewis, sebbene adorasse vivere nell'ombra, lontano dai riflettori sotto cui si esibivano i maggiori eventi del pianeta, di questi essi erano accuratamente informati ed esperti.
Grazie ai loro lavori di cui ho parlato poc'anzi, i Lewis sono sempre in giro per questo nostro piccolo mondo, così piccolo che farebbe rizzare e sbiancare i capelli a qualsiasi membro della famiglia se solo questi venisse a sapere che, per quanto essi siano bravi a nascondere i loro affari, ci sarà sempre un riflettore abbastanza grande da illuminare pure la loro villa.

Era, come ho già detto, appena uscito il sole sul giardino di Villa Lewis, per illuminare meglio il passaggio ad un normalissimo postino che doveva portare una normalissima lettera ad una normalissima famiglia Lewis.

Rimbombava il suono del citofono per tutta la magione, fino a raggiungere le orecchie di un suo abitante, che andò immediatamente ad aprire.

- È lei il signor Ashton Lewis?
- Sì, sono io.
- Ho qui una lettera per Lei, dal signor...
Il postino abbassò velocemente lo sguardo, e ammetto che non saprei dire con certezza se l'avesse fatto effettivamente per leggere il nome del mittente oppure per evitare gli occhi verdi e dallo sguardo penetrante del signor Lewis.
- ...Raphael Wayne.
- Grazie mille, la stavo proprio aspettando. Arrivederci.
- Arrivederci.

- Ash, chi la manda? - chiese all'improvviso una donna, capelli corvini, labbra rosse come il fuoco e occhi verdi color smeraldo, in perfetta combinazione con il vestito, altrettanto verde come l'invidia.
- È una lettera di Ralph; ormai è quasi fatta. Potremo riportare la famiglia Lewis di nuovo alla gloria di un tempo.
- Certo, Ash.
La donna si avvicinò lentamente e con la sua leggera mano strinse forte il suo spavaldo fidanzato e lo baciò con desiderio.
- E dopo, mia cara Amy, ci sposeremo.
- Era quello che volevo sentire. Dai, ora leggimi la lettera. Vediamo cosa dice il tuo amico.
- Se non ti spiace, preferirei leggerla un attimo da solo. Dopo ti dico tutto, ok amore?
La giovane lo guardò per un attimo di sbieco, ma non avendo altra scelta decise di obbedire al suo futuro marito e si ritirò nelle sue stanze.

Caro Ashton,
ti mando questa lettera per darti la conferma di ciò che mi avevi chiesto.
Sappi che ciò che vuoi fare avrà delle serie conseguenze su tutto, anche su noi due; ma non preoccuparti, io sarò sempre dalla tua parte, qualsiasi cosa accada. Ti aiuterò in quello che vuoi fare e non ti vieterò di farlo.
Ti aspetto martedì prossimo qui, nel mio hotel, il Seven Stars Hotel, sulle bellissime Dolomiti. Mi raccomando, Amore, portati anche dei vestiti caldi: da qui a poco tempo farà freddo, molto freddo, specialmente dopo le pesanti nevicate di questo periodo.
Ci vediamo presto.

Con affetto, Ralph

♤♡◇♧

Ufficio di Sothe Norman Lewis, Londra

Seven Stars HotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora