-Allison non vi ha mai detto dove abita? -domandò Ocean a James e Cecily. Infatti, nonostante James ci avesse detto di essere un compagno di scuola di Allison, era stata Audrey a dirci dove fosse casa Davis.
-No, non siamo mai venuti qui. Anche se abbiamo conosciuto la madre di Allison per una questione. -spiegò Cecily mentre James svoltava nella via indicata dal navigatore.
-D'accordo. Qualcuno ha idea di come dire tutto? -chiesi quando il ragazzo fermò la macchina fuori dal cancello del ranch.
-Basta non essere troppo diretti. -rispose il figlio di Mercurio. -La signora Davis non vede Allison da mesi e credo che sapere che sua figlia è passata al cosiddetto "lato oscuro" non sarà una cosa molto facile da digerire.
-Siamo sicuri che sia in casa? -domandò Ocean guardando la villa dal finestrino.
-Si, la macchina è parcheggiata nel cortile, vedi? -Cecily indicò una macchina grigio metallizzato.
-Perfetto. Andiamo. -dissi aprendo la portiera.
Quando tutti fummo scesi, James chiuse l'auto a chiave e Cecily suonò il campanello. Pochi secondi dopo, una voce femminile rispose al citofono: -Chi è? -chiese.
-Salve, signora Davis. Siamo Cecily e James con due amici. -rispose la figlia di Atena. -Dobbiamo dirle delle cose importanti che abbiamo scoperto.
La voce non rispose, ma il cancello si aprì. Entrammo e, camminando lungo il vialetto, ci dirigemmo verso la grande casa bianca. La porta era già aperta e una donna dai capelli castani ci stava aspettando sulla soglia. Somigliava molto ad Allison.
-Disturbiamo? -chiese James.
-Assolutamente no. -rispose la signora Davis. -Entrate. Qui fuori si gela.
Ci accomodammo in salotto, dove togliemmo le giacche e mi guardai attorno: era una stanza molto grande, con due divani e una poltrona color porpora, i mobili erano moderni e fatti in legno, sulle mensole c'erano delle fotografie e accanto alla poltrona c'era una culla bianca.
-Vi preparo qualcosa di caldo. -disse la madre di Allison andando in cucina.
-Grazie, ma non deve disturbarsi. -fece Ocean.
-Nessun disturbo. Stavo giusto preparando un tè mentre Adrianne dormiva. -rispose la donna.
-Adrianne? -domandai. Cecily mi indicò la culla. Solo in quel momento notai che c'era una neonata sotto le coperte.
-È un nome particolare. -commentò Ocean.
-Già. -disse Cecily, poi abbassò il tono di voce: -In onore di vostro cugino.
-Oh. -balbettammo io e Ocean.
Mi avvicinai alla culla e m'inginocchiai per vedere meglio la neonata: aveva i capelli biondissimi e indossava una tutina rosa con una A cucita sul davanti. Dormiva con le manine strette a pugno sul cuscino.
-Somiglia ad... -Iniziai.
-Apollo? Sì, hai ragione. -terminò la signora Davis, che entrò in salotto con un vassoio di tazze di tè fumanti. Lo lasciò sul tavolino da caffè e si sedette sulla poltrona: -Quella piccola peste ha preso da suo padre.
-Come ha fatto ad attirare l'attenzione di Apollo un'altra volta? -domandò Ocean accomodandosi su un divano.
-Magari lo sapessi! -esclamò lei. -Siete semidei anche voi?
-Non esattamente. -disse mio cugino. -Io ed Isabelle siamo dei.
-Come Adrian. -spiegò Cecily vedendo l'espressione interrogativa sul viso della signora Davis, che, al nome di Adrian, sembrò ricordarsi il motivo per cui eravamo lì.
-Cosa dovete dirmi? -chiese infatti. -Avete trovato Allison?
Cecily guardò James, che le prese una mano per incoraggiarla a parlare.
-Sì. -rispose la ragazza. -L'abbiamo trovata ieri.
La madre di Allison tirò un sospiro di sollievo: -Grazie ad Apollo... E sta bene?
-Sta bene, ma sembra che le abbiano fatto il lavaggio del cervello. -disse Cecily.
-In che senso?
La figlia di Atena abbassò gli occhi, senza riuscire a dire una parola.
-Ecco... Allison è... è passata dalla parte di Orfeo. -disse James stringendo la mano della sua ragazza.
-Oh miei dei... -la signora Davis si portò una mano alla bocca, stupita. -Ma... perché lo ha fatto?
Ocean iniziò a raccontare cos'era successo il giorno prima, spiegando anche il comportamento di Allison e perché secondo noi poteva aver preso quella decisione.
Quando disse della morte di Adrian, la donna lo interruppe:
-Aspetta. Ma Adrian è un dio. Com'è possibile?
-Si è sacrificato per sua figlia. -disse James. -L'amava molto. Mi disse che aveva intenzione di donare la sua immortalità ad Allison per proteggerla da un pericolo mortale, anche se non sapeva quale fosse.
-Ci disse che sarebbe riuscito a mantenere la sua promessa. -aggiunse Ocean. -Giurò sullo Stige proprio davanti ad Isabelle e me.
Si riferiva a quando io e lui eravamo andati a parlare a nostro cugino sul terrazzo di un Bed&Breakfast e lui aveva giurato sullo Stige che avrebbe protetto Allison ad ogni costo. Mi sembrava una cosa successa secoli prima, eppure erano passati solo pochi mesi.
La madre di Allison bevve un sorso di tè. Probabilmente stava ancora pensando alla frase "Allison è passata dalla parte di Orfeo". Beh, se una cosa del genere fosse successa a me, credo che anche io mi sarei comportata così.
-Lo ha promesso anche a me. -disse la donna.
-Anche a lei? -ripeté Cecily.
-Sì. Quando Adrianne è nata. -spiegò la signora Davis guardando la piccola nella culla accanto alla poltrona. -Ho raccontato ad Adrian cos'era successo dopo la nascita di Allison sull'Olimpo.
Ci spiegò di come Apollo le avesse detto di mandare Allison al Campo Mezzosangue appena fosse stata abbastanza grande, di quando Piper McLean e Leo Valdez erano andati a prenderla, della promessa di Adrian quando lei gli aveva rivelato della sua preoccupazione per la figlia.
-Non mi sarei mai aspettata che sarebbe arrivato a questo punto. -disse infine.
Ocean fece un sorriso: -Beh, non sarebbe il dio dei nobili sacrifici, no?
-Finalmente! -esclamò James e, ai nostri sguardi interrogativi, aggiunse: -Ce lo stavamo chiedendo mentre eravamo diretti verso Vancouver in treno, ma Adrian non sapeva cosa rispondere.
Sorridemmo.
-Adrian non se lo ricorda mai. -spiegò Ocean ridendo. Notai come parlasse di nostro cugino al presente, come se non fosse stato morto.
-Ed ora cosa succederà? Allison ritornerà a casa, vero? -chiese la signora Davis preoccupata.
-È questo il punto. Non lo sappiamo. -rispose James. -Will Solace e Piper McLean andranno al palazzo di Orfeo e cercheranno di convincerla. Allison è legatissima a loro, così abbiamo pensato di farli provare.
-Prima dobbiamo ideare un piano, ma l'idea è questa. Speriamo che tutto si risolva nel migliore dei modi. -dissi.
-Fate attenzione. -ci ammonì la madre di Allison. -Mia figlia è testarda. Quando si mette in testa qualcosa, è impossibile smuoverla dalla sua idea.
-Deve aver preso da Apollo. -commentai. In effetti anche il dio del Sole era una testa dura...
La donna annuì: -Lo penso anch'io.-Beh, è stato facile. -dissi quando entrammo in macchina. Erano le cinque del pomeriggio: eravamo stati a casa Davis per due ore buone!
Ocean si era divertito a far ridere Adrianne, che si era svegliata circa mezz'ora dopo il nostro arrivo. Mentre mio cugino giocava con la piccola, Cecily, James ed io avevamo parlato con la signora Davis riguardo all'impresa di Allison e Adrian.
Cecily sospirò: -Sì. Credo di sì.
James la strinse a sé con un braccio e le diede un bacio sulla tempia. Poi la lasciò e mise in moto: -Spero vada tutto bene. Con Will e Piper.
-Li aiuteremo noi. Se vengono attaccati, saremo con loro, no? -disse Ocean. Non lo vedevo così positivo da quando aveva chiesto a sua madre se poteva stare con suo padre per il week end. Era sicuro che Atena avrebbe accettato. E infatti fu così.
-Sì, saremo anche in gruppo. -fece Cecily. -Ma un po' di paura c'è sempre. È umanamente impossibile non provarne.
A quest'ultima affermazione rimanemmo in silenzio. Cecily aveva ragione.
-E se non dovesse funzionare? -chiese James dopo qualche minuto.
-Troveremo un modo. -rispose Ocean. -Non preoccupatevi. Atena ha sempre un piano.
-Mi sembra di sentire Annabeth. -commentò Cecily ridendo.
-Guarda che tu non sei da meno, Lily. -fece James, poi scrollò le spalle e aggiunse: -Dev'essere il genitore divino.
La figlia di Atena incrociò le braccia e si voltò verso il finestrino, mentre il ragazzo ridacchiava.
-Dai! Lo sai che scherzo! -disse. Ma Cecily tenne gli occhi fissi fuori dal finestrino, segno che non prometteva nulla di buono per il povero James.
Che carini! Adoravo le coppie così.
-Ragazzi, ve l'ho detto che siete carini? -intervenni. Il ragazzo mi ignorò e Ocean alzò gli occhi al cielo, anche se aveva l'aria divertita.
-Lily? -il figlio di Mercurio si sporse verso la sua ragazza. -Dai, non fare così. Io ti amo tanto, lo sai.
Sarei rimasta a guardarli a vita, ma non avevo i pop corn e Ocean li interruppe dicendo: -Ragazzi, possiamo andare al Campo?
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Don't Forget Me
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO III || "[...] -Se dovesse succedere mi prometti una cosa? -le chiesi. -Cosa? Mi sistemai in modo di guardarla in viso: -Non dimenticarti di tutto questo, della nostra piccola impresa, di noi due. Di quello che stiamo c...