Ricordo tutto di quella sera di dicembre ... Ultimamente avevo più tempo libero -perchè non ero impegnato con concerti ecc.- passavo più tempo con mia madre, ma purtroppo la vedevo sempre triste e sullo stesso lettino di quel maledettissimo ospedale. Non mi voleva far preoccupare, diceva ancora di star bene, quando sapevamo benissimo entrambi che quel tumore la stava oramai divorando. Ogni tanto provava ad ammiccare un sorriso, ma era un sorriso triste, dietro il quale si nascondeva tanto dolore.
Nel frattempo io provavo a farla felice a modo mio: odiavo anche solo il pensiero di lasciarla sola, così passavo più tempo possibile con lei. Mi impegnavo sempre a trovare argomenti felici di cui parlare, anche se spesso ciò non mi riusciva. Spesso le chiedevo consiglio sulle nuove canzoni che stavo scrivendo: con la melodia non sapeva farci molto, ma devo assolutamente ammettere che con le parole era molto brava. In ogni caso se a passare il tempo con lei non ero io, c'era una delle mie piccole sorelle. In totale eravamo cinque fratelli, ed io ero l'unico maschio. "Beato fra le donne" mi dicevano sempre. Ad essere sincero ho sempre voluto avere un fratello maschio, con il quale puoi magari parlare di calcio o cose simili, a differenza delle mie sorelle, che discutevano sempre su come vestirsi o che scarpa indossare. Le due con cui avevo più un rapporto stretto erano sicuramente Félicité, e la piccola Phoebe. Con Georgia e Charlotte non andavo troppo d'accordo, ma sicuramente le volevo bene.
Quella sera portai con me da mamma anche Phoebe. Passammo con lei ore, quando alla piccola venne fame. Gli dissi che sarei sceso subito a prenderle qualche cosa da sgranocchiare, approfittando della situazione per prendermi una boccata d'aria, e magari fumare una sigaretta. Scesi con le scale ben 3 piani, gli ascensori non mi piacciono, attraversai la strada, e entrai nel 24h di fronte all'ospedale. Entrai con l'intento di prendere qualcosa anche per me, ma usci solamente con in mano le patatine alla paprika di Phoebe, distratto da una fan che mi chiese una foto. Mi faceva sempre piacere quando qualcuno mi riconosceva per strada e mi chiedeva foto o cose del genere. In quel periodo, dopo che la mia band -one direction- si sciolse, queste situazioni capitavano sempre meno spesso. A volte mi mancavano quelli che erano i miei migliori amici, ma posso ammettere di non essere mai stato solo. Ho sempre avuto la fortuna di avere accanto a me, qualcuno che a me ci teneva veramente. Salivo le scale con il sorriso, grazie alla fan che mi chiese una foto poco prima, fino a che non senti la voce isterica di Phoebe chiamare mamma disperatamente. Iniziai a correre verso il corridoio dove mia madre aveva vissuto per gli ultimi mesi, ma a quanto pare non abbastanza velocemente. Trovai mia sorella con i suoi occhioni carichi di lacrime, cercare disperatamente aiuto dai medici, che arrivarono pochi secondi dopo, cacciandoci della stanza, nonostante la mia opposizione. Rimasi a fissare la porta bianca dell'ospedale, mentre Phoebe sedeva in un angolo piangendo. Avrei voluto fare qualcosa per aiutare mamma, qualsiasi cosa, ma in quella situazione mi sentivo impotente. Non potevo fare niente, e ne avevo la consapevolezza. La mia preoccupazione era visibile a chilometri di distanza. le mie mani tremavano, e riuscivo a stento a tenermi in piedi. Sudavo, nonostante il freddo, e mai avevo sudato così in vita mia. Dopo pochi secondi, successe ciò che più temevo. La porta si apri, e da essa uscì un medico a testa bassa. Lo fissai con le lacrime agli occhi, mordendomi il labbro inferiore per l'ansia delle parole che poco dopo uscirono dalla bocca del medico.
"Mi dispiace ragazzi... ma non ce l'ha fatta"
STAI LEGGENDO
Two of us - Louis Tomlinson
Fanfiction(Storia narrata in 1a persona) Louis Tomlinson è in cerca del sorriso che gli era stato rubato in seguito alla morte della madre (Johannah Deakin). Ma è proprio quando crede di aver trovato un equilibrio che la vita lo butta di nuovo giù a terra.