Capitolo 21

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Arriviamo a casa alle tre di notte.
Seth, appena apre la porta, corre in camera sua, urlandoci la buonanotte dal corridoio.
Ridacchio, rispondendogli, mentre Dylan appende la giacca in pelle all'attaccapanni all'ingresso.

<<Seth, chiudi quella cazzo di bocca! Sono le tre!>> Urla Logan.
<<Ma che, sei scemo?! Sono in camera con te, coglione, mi spacchi i timpani!>> Sbotta Jordan.
Scoppio a ridere.
<<Finitela, deficienti!>> urla Jason. Manca solo Tyler.
<<Chiudete quella bocca tutti quanti, porca troia.>> ecco, come non detto.

Continuo a ridere, mentre Dylan si siede su uno sgabello in cucina.
Mi ricordo della sua spalla, colpita di striscio da un proiettile.

Accendo la luce in cucina, apro il mobile contenente la valigetta con all'interno il kit di medicazioni.

<<Che vuoi fare?>> Chiede.
<<Ricomporti il braccio.>> Rispondo, posizionandomi di fronte a lui
<<Non hai sonno?>> Chiede, con un sopracciglio alzato.
<<L'ansia scaccia il sonno, non lo sai?>> Chiedo, ridacchiando, mentre gli arrotolo la manica fino in cima alla spalla.

<<Ansia? Eri preoccupata?>> Chiede.
Alzo le spalle.
<<Ho sentito sparare, ho pensato di tutto.>> Rispondo, tamponando la ferita con un panno imbevuto di alcol.
Lui fa una smorfia, mordendosi il labbro.
Dio, quanto è bello.

Mi mordo l'interno della guancia per tornare alla realtà, ovvero alla sua spalla, non alla sua bocca.

Concentrati Holly. Su.

Finito di tamponare, osservo bene la ferita.
È troppo profonda per un semplice cerotto.
Fantastico, devo cucire.
Sotto il suo sguardo vigile, vado in bagno a prendere l'occorrente per mettergli dei punti.
So come si fa, l'ho fatto centinaia di volte sulle mie, di ferite.

Torno da Dylan, che nel frattempo si sta rigirando il panno tra le mani, osservandolo come se fosse un pezzo di meteorite.
Appoggio le cose sull'isola della cucina e mi metto di fronte al braccio di Dylan.

<<Ora sta fermo.>> Lo avverto.
<<Più fermo di così.>> Afferma lui.
Sorrido.

Prendo i fili e ricucio lentamente la ferita.
Lo sento sussultare, stringere i pugni e vedo le sue smorfie di profilo.
Finalmente, concludo l'opera.
<<Finito! Sei stato bravissimo, bimbo. Caramella?>> Lo prendo in giro, ridendo.

Lui mi fa la linguaccia.
<<Posso avere qualcos'altro come premio, invece?>> Chiede, ammiccando.
Decido di sfidarlo.
<<Per esempio?>> Chiedo, ghignando, avvicinandomi a lui.

Lui, evidentemente sorpreso, resta di sasso per qualche secondo. Non si aspettava una risposta del genere da parte mia, a quanto pare.
Si ricompone immediatamente.

<<Avrei un'idea.>> Ghigna, malizioso.
Allaccia le braccia dietro la mia schiena, tirandomi con delicatezza verso di sé.
Scuoto la testa.
<<Premio esaurito, mi dispiace, tesoro.>> Gli faccio la linguaccia, per poi staccarmi dalla sua presa, prendere il kit di medicazione e metterlo al suo posto nel mobile.
Vado in bagno e ripongo nel mobile tutto ciò che avevo precedentemente preso.

Torno di là, trovando le luci spente, tranne quella della lampada in salotto, con Dylan seduto sul divano a guardare il display del cellulare.
Mi siedo accanto a lui.
Accendo la televisione e cerco disperatamente qualcosa da vedere.
Metto un noiosissimo programma su DMAX e appoggio la testa alla spalliera del divano.

Dylan si stacca dal cellulare e mi fissa. Sento il suo sguardo addosso.
Mi volto verso di lui.

<<Che c'è?>> Chiedo.
Lui sorride, una specie di ghigno carino, ma allo stesso tempo fastidioso, perché sembra che dica "so qualcosa che tu non sai".
E infatti dice: <<Sei strana, sai?>>

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora