Vuoi tornare in Paradiso?

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"Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame."

-Luca 4:1-2

La biblioteca della scuola era silenziosa e i libri erano tutti in perfetto ordine. Non era un luogo molto frequentato dagli studenti, soltanto Aurora amava quel luogo. L'odore della carta, il rumore delle pagine che venivano girate e quei grandi scaffali pieni di libri, la facevano sentire a casa. Amava la lettura ed era una persona molto curiosa e solo tra quelle mura riusciva a saziare la sua voglia di sapere.
A differenza degli altri studenti che erano in cortile a scherzare e fumare, Ciel e Aurora erano in biblioteca a fare ricerche sulla vera natura della ragazza.
"Non credo che troveremo molto stando rinchiusi qui dentro" disse Ciel mentre guardava i ragazzi scherzare fuori dalla finestra.
"Se continui a fissare il vuoto è ovvia questa tua affermazione" rispose Aurora mentre sfogliava differenti libri che trattavano di paranormale.
Ciel si innervosì. Aveva capito che quello di Aurora era un rimprovero e a lui non piaceva essere ripreso per la sua pigrizia nelle ricerche. Era un demone e non aveva bisogno di libri per sapere i fatti.
"Sono un angelo caduto Aurora, so molto più io di tutti questi scrittori" disse buttando i libri giù dal tavolo.
Aurora non si scompose, si alzò e raccolse i libri.
"Non sa mio padre che è il vostro re, come pretendi di sapere tu?" Domandò acida lei.
Ciel non si lasciò toccare da quell'affermazione sulla sua inferiorità. Non era il rango a determinare la furbizia e la conoscenza.
"Non sei obbligato ad aiutarmi. Io vado a cercare altri libri tu puoi andare dove vuoi. Non mi offendo" disse con dolcezza Aurora mentre accarezzò una guancia del demone.
Ciel la fissava andar via con sensi di colpa.
"Io la verità già la so ma non so quello che voglio io. Non più" pensò lui prima di sedersi e cercare qualche informazione in quel mattone fatto di carta.
Nel frattempo Aurora cercava nuovi libri sulla magia, demonologia e qualsiasi altro argomento legato al paranormale.
Tralasciando qualche libro di Stephen King, non c'erano molti libri che trattassero in maniera seria quegli argomenti.
Aurora cercava invano e imprecava sulla mancanza di materiale in quel posto.
"Come mai siamo così nervose? Cosa cerchi?" Domandò una voce femminile alle sue spalle. Aurora si voltò e incontrò la folta chioma corvina di Irina.
"Ciao Irina. Io sto cercando libri sul paranormale" disse vagamente lei.
"Sul paranormale? Vuoi diventare una cacciatrice di fantasmi?" Scherzò cercando di avvicinarsi ad Aurora.
La bionda rise per finta e scosse con la testa. Doveva togliersela di torno così prese un libro a caso.
"No, paranormale nel senso horror, tipo i film ecco. Sai che amo quel genere" cercò di sembrare credibile.
Mostrò a Irina il libro 'Carrie' di Stephen King e si allontanò con la scusa di volerlo leggere tranquillamente.
"Aspetta Auri, tu hai già letto quel libro. Perché cerchi di allontanarmi in ogni modo?" Urlò.
Aurora non gli rispose. Aveva le lacrime agli occhi e in quel momento sarebbe voluta sparire, diventare invisibile.
Di talenti Aurora ne aveva molti ma c'erano anche cose che non sapeva fare. Non era in grado di fingere, nascondere e mentire specialmente se doveva farlo con la sua migliore amica. Piangeva seduta tra i libri, Ciel era sparito e lei era sola. La lontananza da Irina non la faceva star bene. Voleva proteggerla anche a costo di perdere la sua amicizia. Aurora non era stupida, aveva capito ancor prima di sapere la verità che stava accadendo qualcosa di terribile e Irina doveva starne fuori.
"Ehi che hai?" Le domandò Ciel correndo verso di lei per abbracciarla. I libri che aveva in mano gli caddero a terra.
Aurora si strinse a lui e provò a spiegargli la situazione. Ciel capì che per il momento era meglio interrompere le ricerche. Aurora aveva bisogno di aria.
Quando uscirono dalla biblioteca non si accorsero che la mora stava cercando Aurora e si imbatté nei loro appunti lasciati sul tavolino.
Nephilim, la caduta di Lucifero, stregoneria e demoni.
"Ma cosa?"...
Irina correva a pieno ritmo per i lunghi e affollati corridoi della scuola alla ricerca di Micheal. Ogni tanto si scontrava goffamente contro qualche altra studente ma prestava molta attenzione ai fogli che aveva tra le mani. Non voleva perderli.
Trovò il suo ragazzo in palestra intento a giocare a basket con altri ragazzi della loro classe.
"Ma voi avete mai scambiato qualche parola con Ciel?" Domandò uno di loro mentre faceva rimbalzare la palla con la mano sinistra.
"No mai" rispose un altro ragazzo che cercava di fermarlo.
"È un tipo strano" commentarono altri due.
"Ma con la sua stranezza è riuscito a conquistare Aurora" disse con invidia un altro ragazzo.
Micheal non commentò. Gli dava fastidio parlare degli altri alle loro spalle, non importava se erano complimenti o insulti, quell'atteggiamento era sbagliato.
Il ragazzo che aveva in mano la palla si fermò e indicò la ragazza di fronte a lui.
"Mick la tua ragazza ti sta cercando" lo avvertì.
Micheal si voltò e notò Irina con vari fogli tra le mani.
"Che ci fai qui?" Disse asciugandosi il sudore con un asciugamano.
"Volevo parlarti" si limitò lei.
"Parla"
"Non qui Micheal" disse per prendergli il braccio e portarlo negli spogliatoi.
"Guarda questi fogli" gli disse mentre mostrava quei mille pezzi di carta che aveva in mano. Micheal li fissò attentamente e solo quando il suo sguardo fu invaso dalla confusione, Irina gli spiegò la situazione.
"Ero in biblioteca e Ciel e Aurora stavano facendo ricerche su questi argomenti strani e paranormali. Ho cercato di parlare con Aurora ma mi ha respinta, sembrava molto preoccupata" raccontò Irina sedendosi su una panca.
"Cosa c'entra il paranormale con la tua amicizia con Aurora?" Domandò ancora più confuso.
"Sono sicura che Aurora si è messa nei guai. Ha sempre amato il paranormale e forse ha fatto la tavola ouija ed ha evocato un demone che la minaccia di farle del male per questo mi ha allontanata, per proteggermi" Irina espose quella sua teoria con sicurezza ed enfasi che sembrava una telecronista.
Micheal assunse un'espressione incredula e stordita.
"Okay..." tentò di dire.
"Aurora ha sempre amato il paranormale e i film horror e quindi queste ricerche sono normali da parte sua quindi stai tranquilla che non c'è nessun demone" cercò di convincerla.
Irina sbuffò.
"Perché non mi credi?" Domandò con la voce lagnosa di una bambina.
"Io credo che tu stia cercando scuse assurde per giustificare la fine della vostra amicizia. Fa male e lo so. Eravate come sorelle ma devi lasciare andare quello che non vuole più rimanere" le fece notare Micheal per poi lasciarle un bacio sulla guancia e sparire dietro la porta. Irina fece cadere tutti i fogli. Davvero la sua amicizia con Aurora era finita per sempre? Iniziò a piangere disperata. Si sentiva sola. Aurora non c'era e Micheal non la capiva. Voleva qualcuno che la consolasse e solo una persona era in grado di farlo. Entrasse il cellulare dalla tasca e digitò un numero.
Nel frattempo Aurora era in palestra con Ciel. Seduti sul solito materasso a parlare.
"Tienimi stretta a te" diceva lei. E lui la tirava a se, stringendola forte e in quell'abbraccio silenzioso, sterno contro sterno, i loro cuori scalpitavano nel petto, veloci e rumorosi, felici di stare così vicini.

Aurora soffriva come Irina ma lei non sapeva che altro fare. Doveva prima capire quale fosse il suo scopo a patto che ce ne fosse stato uno.
In quel momento poteva fidarsi e stare solo con Ciel. Condividevano lo stesso segreto e se Aurora avesse avuto qualche potere, Ciel non si sarebbe fatto male.
In quel momento Ciel era l'unico che abitava il suo cuore e ne aveva anche le chiavi.
"Ti senti meglio?" Domandò lui mentre le accarezzava la spalla.
Aurora annuì.
"Ciel posso farti una domanda?"
"Puoi chiedermi qualsiasi cosa"
Aurora alzò il busto e fissò Ciel negli occhi.
"Mio padre sa di noi e mi ha detto di starti lontana perché non posso fidarmi. Cos'è accaduto tra di voi?" Domandò curiosa lei.
Ciel deglutì e abbassò lo sguardo.
"Mi ha bandito dall'inferno perché ha capito che mi ero pentito e che volevo tornare a casa o per lo meno allontanarmi da quel posto" spiegò.
"Vuoi tornare in Paradiso?"
Ciel la guardò.
"Non lo so"
"Ma c'è un modo?" Continuò Aurora appoggiandosi di nuovo sulle sue gambe. 
Ciel strinse i pugni.
"Sì" pensò.
"Non lo so Aurora".

La Redenzione Del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora